Torino, Museo Egizio
RIAPERTURA DELLA GALLERIA DEI RE E DEL TEMPIO DI ELLESIYA
Nel contesto delle celebrazioni per il bicentenario del Museo Egizio di Torino, la riapertura della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya rappresenta un evento di straordinaria rilevanza, segnando l’avvio di una nuova fase nella storia di questa prestigiosa istituzione culturale, la quale, attraverso un articolato e meticoloso processo di rinnovamento, si prefigge di ridefinire il proprio ruolo all’interno del panorama museale internazionale. Dopo otto mesi di accurati interventi di restauro e riallestimento, queste due aree simboliche del museo sono ora pronte per essere ammirate dal pubblico, in una rinnovata sintesi di rigore scientifico e innovazione tecnologica, che mira a unire la dimensione storica alla fruizione contemporanea. L’inaugurazione ufficiale ha visto la partecipazione di figure di spicco come il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e Khaled Mohamed Ismail, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità dell’Egitto, a testimonianza dell’importanza del progetto anche a livello istituzionale e internazionale. Il Museo Egizio, il più antico al mondo interamente dedicato alla civiltà faraonica, si rinnova grazie a un ambizioso progetto architettonico e museografico sviluppato dallo Studio OMA di Rotterdam, il quale ha concepito un piano di intervento volto a valorizzare il dialogo tra passato e futuro, rendendo il museo un’entità viva e in costante trasformazione, capace di coinvolgere il pubblico in una narrazione che si estende ben oltre la semplice esposizione di reperti antichi. La ristrutturazione della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya, pertanto, non rappresenta soltanto un’opera di conservazione, ma anche un’iniziativa che ambisce a offrire un’esperienza culturale immersiva, promuovendo una rinnovata consapevolezza del patrimonio archeologico e del suo valore per la società contemporanea. La Galleria dei Re, completamente ridisegnata sotto la direzione di un’équipe internazionale di egittologi, propone un’interpretazione innovativa della regalità egizia, inserendo le statue monumentali dei faraoni in un contesto scenografico suggestivo e illuminato con perizia, così da trasformarle in protagoniste di una narrazione che esplora il contesto storico e culturale in cui queste figure hanno vissuto. Il nuovo allestimento, che si avvale dell’integrazione di tecnologie digitali e strumenti multimediali, arricchisce l’esperienza dei visitatori, con l’obiettivo di coniugare il rigore dell’indagine scientifica con una fruizione accessibile e coinvolgente, capace di stimolare una riflessione profonda sulla storia dell’antico Egitto. Il Tempio di Ellesiya, donato dal governo egiziano all’Italia negli anni Sessanta come riconoscimento per il contributo italiano alla salvaguardia dei monumenti della Nubia, è stato oggetto di un attento e accurato restauro, che ha riportato alla luce la bellezza originaria della Cappella rupestre, ora accessibile tramite una nuova entrata da via Duse, la quale ha ridefinito la struttura architettonica dell’ex Collegio dei Nobili. Un video mapping, sviluppato da Robin Studio, racconta il lungo e complesso viaggio del tempio dall’Egitto all’Italia, restituendo la ricchezza simbolica e storica di questo straordinario reperto, rendendolo al contempo un elemento narrativo capace di evocare la profondità storica e culturale che esso rappresenta. Nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario, il Museo Egizio ha altresì avviato un programma di residenze artistiche, il cui obiettivo è quello di esplorare e reinterpretare il ruolo contemporaneo di un museo archeologico, stimolando una riflessione critica sull’eredità storica e sulle modalità attraverso le quali essa viene comunicata. Ali Cherri, vincitore del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia 2022, e Sara Sallam, artista egiziana, sono stati i primi partecipanti di questo progetto. Cherri ha realizzato l’installazione “Returning the Gaze”, collocata nel vestibolo della Galleria dei Re, che indaga il concetto di sguardo e il ruolo degli oggetti museali nella società contemporanea, interrogandosi sulla relazione tra chi guarda e chi è guardato. L’opera, sviluppata in collaborazione con il direttore Christian Greco e il curatore Paolo Del Vesco, coinvolge sette reperti privi di occhi, scansionati digitalmente e reinterpretati in bronzo lucido, con l’intento di restituire loro simbolicamente la capacità di guardare, aprendo così una riflessione critica sulla relazione tra pubblico e oggetto museale, e sul significato stesso dell’osservazione museale. Sara Sallam, dal canto suo, offre una prospettiva decoloniale sulla musealizzazione e sulla rappresentazione dell’identità culturale, interrogandosi sulle narrazioni storiche e stimolando una riflessione critica sulle dinamiche di potere che queste comportano. Il suo progetto invita i visitatori a esplorare nuove prospettive sul rapporto tra passato e presente, incoraggiando una comprensione più consapevole delle narrazioni museali e delle loro implicazioni, evidenziando come la rappresentazione museale non sia mai neutra, ma sempre frutto di scelte interpretative e culturali. Il percorso di trasformazione del Museo si completerà nel 2025 con la costruzione di una corte coperta in vetro e acciaio e di un innovativo ipogeo, grazie al sostegno di importanti partner pubblici e privati, tra cui la Fondazione CRT, la Fondazione Compagnia di San Paolo e il Gruppo Ferrovie dello Stato. Questa sinergia tra istituzioni e sponsor permetterà al Museo Egizio di affermarsi come un punto di riferimento internazionale, aperto a un pubblico sempre più vasto e diversificato, nonché capace di offrire esperienze culturali che uniscano il rigore della ricerca archeologica all’emozione della scoperta. Le celebrazioni del bicentenario, che si svolgeranno dal 20 al 22 novembre, includono una serie di eventi, tra cui una Notte Bianca con performance artistiche e conferenze, pensate per promuovere la conoscenza della storia e della cultura egizia presso il grande pubblico. Inoltre, l’incontro del 22 novembre tra Christian Greco e Ali Abdelhalim Ali, direttore del Museo Egizio del Cairo, segna un ulteriore passo verso una cooperazione internazionale per la ricerca archeologica, testimoniando l’importanza di una collaborazione che mira a rafforzare i legami tra le due istituzioni e a promuovere nuovi progetti di ricerca condivisi. Con il bicentenario, Torino riafferma il suo ruolo di polo culturale europeo, capace di legare le radici della civiltà umana a una visione aperta e innovativa del futuro. Il Museo Egizio, così, continua a ridefinire il suo ruolo, divenendo sempre più un mezzo per comprendere il presente e ispirare le generazioni future, ponendosi come un punto di incontro tra passato, presente e futuro, e come un luogo in cui la storia diventa uno strumento per leggere e interpretare la realtà contemporanea. PhotocreditMuseoEgizioTorino