Roma, Teatro Sala Umberto
AZZURRO
tratto dal libro “Azzurro, stralci di vita” di CURZIO MALTESE
con SERGIO COLICCHIO (il pianista)
musiche NICOLA PIOVANI
luci DANILO FACCO
costumi ARABELLA BETTAZZI
coordinamento artistico NORMA MARTELLI
voci registrate Federico Baudino, Irene Colicchio, Carmen Giardina
elaborazione suoni Lorenzo Gardena
direttore di produzione Rosi Tranfaglia
produzione Viola Produzioni – Centro di produzione teatrale
Roma, 15 novembre 2024
“Azzurro” è uno spettacolo che affascina e coinvolge il pubblico, trasportandolo nelle vicende personali e professionali di Curzio Maltese, una figura poliedrica del panorama italiano. Interpretato con maestria da Antonio Catania, questo atto unico si ispira all’ultimo libro di Maltese “Azzurro. Stralci di vita” ed è frutto della penna di Paola Ponti, con la regia di Carmen Giardina. Le musiche originali, composte dal premio Oscar Nicola Piovani ed eseguite dal vivo da Sergio Colicchio, donano un ulteriore strato di profondità emotiva e contribuiscono a sottolineare i momenti più intensi della narrazione. La scenografia, essenziale e suggestiva, è dominata da un’insegna al neon con la scritta “Azzurro” posta al centro in alto. Tre poltrone centrali e uno schermo sullo sfondo creano l’impressione di trovarsi in una sala cinematografica. Una scrivania con un moderno computer completa l’ambiente, suggerendo il luogo in cui Curzio Maltese riflette e rivive le sue esperienze. In questo spazio, Curzio diventa anch’egli spettatore della propria esistenza, mentre diverse proiezioni di filmati, che sembrano vecchie registrazioni, lo accompagnano nel suo racconto; sono le voci registrate di Federico Baudino, Irene Colicchio e Carmen Giardina che contribuiscono ancora di più a rendere tangibile il confine tra memoria e realtà. Sul lato destro del palco, un pianoforte accompagna i momenti salienti, mentre l’apertura affidata alle note di un carillon trasporta immediatamente gli spettatori nell’intimità dei suoi ricordi. L’entrata e l’uscita del protagonista, orchestrate con precisione, contribuiscono a creare un sottile gioco di assenza e presenza, simbolo degli sprazzi di vita narrati e ri-vissuti. Gli abiti, di Arabella Bettazzi, caratterizzano il protagonista nella sua essenza. La scelta di un semplice abito da uomo, con la giacca che viene indossata e tolta in momenti chiave. Gesti che riflettono la routine e la resilienza di un uomo che porta con sé il peso della sua storia, invitando il pubblico a partecipare a questa esperienza vissuta con autenticità. La narrazione si sviluppa con maestria, intrecciando il vissuto personale di Curzio con gli eventi storici e politici che hanno segnato l’Italia, creando un percorso ricco di memorie, emozioni e riflessioni. L’interpretazione di Curzio evoca incontri straordinari con figure iconiche come Roman Polanski e Sharon Tate, mentre ricorda anche i grandi protagonisti della scena culturale italiana, da Mariangela Melato a Giorgio Armani e Carla Fracci. Un potente rimando al “Macbeth” di Shakespeare, simbolo delle battaglie interiori, viene abilmente inserito nella trama, stabilendo un parallelo tra le turbolenze del protagonista e del suo tempo. Tra gli eventi storici trattati, la strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 emerge come uno dei momenti più traumatici, che ha inciso profondamente sulla sua coscienza collettiva e del paese. L’ingresso di Silvio Berlusconi nel panorama politico, invece, è analizzato con uno sguardo critico, da giornalista, e allo stesso tempo ironico, evidenziando l’impatto che la sua ascesa ha avuto sui media e sull’intero assetto sociopolitico dell’Italia contemporanea. La musica riveste un ruolo fondamentale, attraversando e arricchendo ogni momento dello spettacolo. Curzio canta le canzoni che hanno segnato la sua crescita, come “Azzurro” di Paolo Conte e Vito Pallavicini, o “L’Internazionale”, simbolo di speranza e lotta collettiva. Questi brani, insieme ad altri, fanno parte dell’archivio intimo della sua memoria. La musica, insieme agli oggetti scenici, si intreccia con i suoi ricordi e le sue esperienze, creando un tessuto emotivo che rende lo spettacolo autenticamente umano e condiviso. Tali frammenti disegnano il ritratto di un uomo e danno vita a un affresco collettivo di un’epoca vibrante, segnata da passioni, contraddizioni e cambiamenti. Le luci, curate da Danilo Facco, si fondono perfettamente con la musica, amplificando l’intensità emotiva e avvolgendo gli spettatori in un’atmosfera intima. Gli oggetti scenici, come una valigia, una palla da gioco e una macchinina rossa, non sono semplici elementi di scena, ma simboli di amicizie, viaggi e ricordi lontani. Rappresentano frammenti dell’archivio personale di Curzio, evocando una profonda nostalgia. Quegli oggetti diventano preziosi grazie ai ricordi. Antonio Catania, con la sua interpretazione magistrale, conferisce al personaggio un equilibrio perfetto tra ironia e profondità, dando vita a una figura ricca di sfumature emotive. Le sue pause ponderate e le modulazioni vocali fanno sì che ogni ricordo diventi un momento di coinvolgimento, invitando il pubblico a condividere quel viaggio emotivo. E le osservazioni pungenti servono come monito: “La democrazia, se svuotata, apre la strada alla dittatura”. “Azzurro”, prodotto da Viola Produzioni – Centro di produzione teatrale, è un tributo alla memoria e alla potenza delle parole. “Noi siamo fatti di parole. Ed io le parole le ho perse” è la frase emblematica che ha racchiuso l’essenza dello spettacolo. L’importanza delle parole, non solo per raccontare, ma per vivere e ricordare la vita di un grande uomo. Tra momenti di intensa commozione e sprazzi di leggerezza, lo spettacolo rappresenta la vita con autenticità e complessità. Antonio Catania, con la sua straordinaria interpretazione, regala al pubblico un ritratto vibrante e universale dell’esistenza umana, capace di farci ridere e commuovere, rendendoci spettatori dei nostri stessi ricordi e delle somiglianze che ci uniscono come esseri umani. E, in tutto questo, ci ricorda che è la bellezza che spesso ci salva.