Roma, Sala Umberto
“JANNACCI E DINTORNI”
Una storia raccontata e cantata
con Simone Colombari e Max Paiella
Attilio Di Giovanni (pianoforte e direzione musicale), Gino Marinello (chitarra classica ed elettrica), Alberto Botta (batteria e percussioni), Flavio Cangialosi (basso e fisarmonica), Mario Caporilli (tromba e flicorno), Claudio Giusti (sax, tenore e contralto)
Regia di Lorenzo Gioielli
produzione Viola Produzioni – Centro di produzione teatrale | JANDO MUSIC
Roma, 20 Novembre 2024
“Jannacci e dintorni” è molto più di uno spettacolo teatrale. È un omaggio appassionato a Enzo Jannacci, uno dei più grandi cantautori italiani, medico e poeta del quotidiano, scomparso nel 2013. Lo spettacolo, in scena alla Sala Umberto, si snoda attraverso un dialogo continuo tra narrazione, musica e teatro, intrecciando episodi di vita e successi musicali. Con grande maestria, Simone Colombari e Max Paiella raccontano le tappe fondamentali della carriera di Jannacci. Simone Colombari e Max Paiella, accompagnati da un ensemble di straordinari musicisti, guidano il pubblico in un viaggio emozionale e coinvolgente, capace di divertire, commuovere e far riflettere. “Jannacci e dintorni” è costruito come un viaggio nella vita e nell’universo creativo di Jannacci, dagli esordi fino alla piena maturità artistica. Gli spettatori sono trasportati nei luoghi e negli incontri che hanno segnato la carriera del cantautore milanese: dagli inizi con Adriano Celentano, al sodalizio con Giorgio Gaber nel duo “I due corsari”, fino alle collaborazioni con Dario Fo, Cochi e Renato, con Fabrizio De André. Attraverso canzoni iconiche come “El purtava i scarp del tenis”, “Vengo anch’io no tu no”, “Ho visto un re”, emergono la profondità e l’universalità del mondo poetico di Jannacci, capace di raccontare con leggerezza e malinconia la vita degli ultimi e delle persone comuni. Simone Colombari e Max Paiella sono i narratori e gli interpreti di questo omaggio, e la loro alchimia sul palco è palpabile. Insieme riescono a far rivivere il mondo di Jannacci, alternando momenti di pura leggerezza a scene di profonda introspezione. La loro performance trasforma la musica in un racconto e il racconto in un’esperienza teatrale che cattura e commuove. La stessa musica diventa narrazione, viene interpretata perfettamente attraverso la loro performance, attraverso gestualità e voce. L’ensemble diretta da Attilio Di Giovanni è il cuore pulsante dello spettacolo. Con precisione e creatività, i musicisti ricreano l’atmosfera musicale di Jannacci, spaziando dal jazz al rock, senza dimenticare il cabaret e il folk, che hanno caratterizzato il suo stile unico. Attilio Di Giovanni, al pianoforte e alla direzione musicale; Gino Marinello dalla chitarra classica a quella elettrica; Alberto Botta, alla batteria e percussioni, regala momenti di pura energia, tra cui un assolo sorprendente che coinvolge ogni oggetto a portata di mano, trasformando sedie e superfici in strumenti ritmici; Flavio Cangialosi, con il basso e la fisarmonica; Mario Caporilli alla tromba e flicorno e Claudio Giusti ai sassofoni. Un dialogo musicale che oscilla tra delicatezza e potenza. I loro sorrisi, le intromissioni giocose, le smorfie e i piccoli balli diventano parte integrante dello spettacolo, regalando al pubblico un’atmosfera di complicità e gioia. Rende visibile un brano di Jannacci: “Quando un musicista ride è perché sente dentro una gioia vera.” Gli arrangiamenti musicali rendono omaggio anche alle influenze più importanti per Jannacci: il jazz dei suoi inizi, condiviso con Giorgio Gaber, l’ironia pungente ereditata da Dario Fo, e l’intensità poetica che lo avvicinò a Fabrizio De André. Questi incontri, richiamati nei brani e nella narrazione, sottolineano la ricchezza e la complessità del suo universo artistico. Le luci, curate con grande attenzione, alternano tonalità calde e intime per i momenti più riflessivi a colori vivaci e dinamici per i brani più ironici e ritmati. Questa alternanza riflette perfettamente la doppia anima di Jannacci, capace di mescolare sorriso e malinconia in modo unico. La scenografia lascia spazio alla musica e alla narrazione, evocando l’atmosfera di un piccolo cabaret milanese, di un salotto musicale. La regia di Lorenzo Gioielli è precisa e attenta. Ogni momento dello spettacolo è studiato per mantenere vivo il ritmo e l’attenzione del pubblico. Spazio e tempo sono gestiti perfettamente. Gioielli, infatti, riesce a bilanciare perfettamente gli elementi narrativi e musicali, la narrazione diventa un continuum della musica. Lascia spazio alla spontaneità e alla freschezza degli attori, creando un climax emotivo che tiene il pubblico incollato alla sedia per oltre un’ora e mezza. “Jannacci e dintorni” è un viaggio nell’anima dell’Italia, un racconto di storie comuni che diventano poesia, un’ode alla capacità di sorridere anche di fronte alle difficoltà. Enzo Jannacci, con il suo linguaggio universale e il suo sguardo unico sul mondo, è celebrato con rispetto, ironia e affetto. Come diceva lui stesso: “La tristezza è buona quando diventa musica.” Ed è proprio questa alchimia che lo spettacolo riesce a catturare, mescolando teatro, musica e narrazione in un’esperienza che lascia il pubblico con un sorriso, una lacrima e una riflessione nel cuore. “Jannacci e dintorni” è un invito a vivere la vita con leggerezza, a trovare la bellezza nell’assurdo, e a cantare, anche quando piove.