Roma, Palazzo Barberini
CARAVAGGIO. IL RITRATTO SVELATO
curata da Thomas Clement Salomon e Paola Nicita
Roma, 22 Novembre 2024
Dal 23 novembre 2024 al 23 febbraio 2025, le Gallerie Nazionali di Arte Antica presenteranno al pubblico un evento di straordinaria rilevanza presso la Sala Paesaggi di Palazzo Barberini: la prima esposizione pubblica del “Ritratto di monsignor Maffeo Barberini” di Caravaggio. Questa opera, proveniente da una collezione privata e mai esposta al pubblico, rappresenta uno dei prestiti più significativi nella storia recente del museo e offre agli studiosi e agli appassionati un’opportunità unica per approfondire la comprensione dell’evoluzione stilistica e della ritrattistica di Caravaggio. Il ritratto, realizzato intorno al 1598 e attribuito con certezza a Michelangelo Merisi da Caravaggio, fu presentato alla comunità scientifica per la prima volta da Roberto Longhi nel 1963. Longhi, uno dei massimi esperti dell’opera caravaggesca, pubblicò un articolo intitolato “Il vero ‘Maffeo Barberini’ del Caravaggio” sulla rivista “Paragone“, delineando un’attribuzione che rimane, ancora oggi, condivisa dalla maggior parte degli studiosi di Caravaggio e della pittura del Seicento. Longhi descrisse il dipinto come un capolavoro di ritrattistica, in grado di rivelare non solo le fattezze del futuro papa Urbano VIII, ma anche la profondità intellettuale e l’ambizione politica che avrebbero caratterizzato la sua figura. L’esposizione, intitolata “Caravaggio. Il ritratto svelato“, curata da Thomas Clement Salomon e Paola Nicita, si pone l’obiettivo di mettere in luce un’opera fino ad oggi nota esclusivamente agli studiosi. La mostra è il frutto di anni di delicate trattative con il proprietario dell’opera, che fino a oggi non aveva mai acconsentito a far uscire il dipinto dal caveau in cui era custodito. Questo prestito, definito “storico” dai promotori dell’iniziativa, segna un momento fondamentale per la riscoperta dell’opera ritrattistica di Caravaggio, un aspetto spesso trascurato in favore delle sue celebri tele religiose. Il percorso del dipinto è avvolto nel mistero, essendo riemerso improvvisamente a Roma privo di una documentazione chiara riguardante il suo percorso collezionistico. Secondo Longhi, il quadro fece parte della collezione della famiglia Barberini per secoli, prima di essere disperso negli anni Trenta, durante una delle frequenti vendite delle proprietà nobiliari, dovute alle difficoltà economiche del periodo. Una recente pubblicazione della corrispondenza tra Longhi e Giuliano Briganti, risalente al 2021, ha gettato ulteriore luce sulla storia del dipinto: fu infatti Briganti a individuare il ritratto e a cederne a Longhi il diritto di pubblicazione. In una lettera del 2 luglio 1963, Longhi riconosceva il contributo di Briganti, ma alla fine pubblicò il dipinto senza menzionare il collega, concentrandosi piuttosto sul restauro eseguito da Alfredo De Sanctis. Si conosce l’esistenza di un secondo ritratto di Maffeo Barberini, conservato in una collezione privata di una nobile famiglia fiorentina e attribuito solo di recente a Caravaggio. Questo secondo ritratto, precedentemente considerato opera di Scipione Pulzone, continua a suscitare dibattiti tra gli studiosi, mentre l’attribuzione dell’opera esposta a Roma ha trovato consenso unanime tra i principali esperti di Caravaggio, tra cui Gianni Papi, Alessandro Zuccari, Keith Christiansen, Sebastian Schütze, Francesca Cappelletti e Rossella Vodret. L’importanza del “Ritratto di Maffeo Barberini” non si limita al suo valore iconografico, ma risiede anche nel suo ruolo nella produzione ritrattistica di Caravaggio. Longhi lo descrisse come una chiave di volta per la comprensione dell’opera del maestro, rivelando il potere dell’artista di cogliere la complessità psicologica del soggetto. Caravaggio affronta il tema del potere con la stessa intensità e realismo che caratterizzano i suoi dipinti religiosi. Il volto di Barberini è scolpito dalla luce caravaggesca, che sottolinea i lineamenti fieri e determinati del futuro papa. Questa luce, che nei dipinti religiosi di Caravaggio illumina i martiri e i santi, qui si posa su un uomo del potere terreno, rivelandone il carisma e la forza interiore. Maffeo Barberini, che sarebbe divenuto papa Urbano VIII, fu una figura di grande rilievo nella Roma barocca, promotore di importanti trasformazioni artistiche e architettoniche nella città. Nel ritratto di Caravaggio, Barberini appare in abito clericale scuro, immerso in uno sfondo essenziale che mette in risalto la forza espressiva del suo volto. Caravaggio, con il suo straordinario talento per la resa psicologica dei personaggi, riesce a far emergere non solo la fisicità del soggetto, ma anche l’intelligenza e l’ambizione che lo caratterizzavano. Le Gallerie Nazionali di Arte Antica hanno inoltre deciso di arricchire l’esposizione con un ciclo di conferenze e incontri dedicati alla figura di Maffeo Barberini e al contesto storico dell’opera, offrendo così al pubblico l’occasione di riflettere sul rapporto tra arte e potere nella Roma del Seicento. Non è solo l’unicità del prestito a rendere questo evento eccezionale, ma anche la possibilità di riflettere sul ruolo delle collezioni private e sulla loro influenza nella storia dell’arte. Questo ritratto, rimasto celato al pubblico per decenni, viene oggi restituito alla comunità grazie alla disponibilità del collezionista, sollevando interrogativi sulla fruizione del patrimonio artistico e sull’equilibrio tra proprietà privata e bene comune, un tema che ha suscitato l’interesse di molti critici, tra cui lo stesso Longhi. La possibilità di mostrare un’opera di tale importanza al pubblico rappresenta un momento di crescita collettiva e di arricchimento culturale. L’evento costituisce, dunque, non solo una mostra, ma anche un’occasione di dialogo culturale e di riscoperta. La possibilità di ammirare un’opera così significativa offre un’opportunità unica di approfondire la conoscenza dell’arte di Caravaggio attraverso la lente della sua produzione ritrattistica, un aspetto spesso oscurato dalle sue opere più drammatiche e celebri. Il “Ritratto di monsignor Maffeo Barberini” consente di esplorare la capacità di Caravaggio di immortalare la complessità dell’animo umano, di rappresentare il potere e l’ambizione, e di farlo attraverso l’uso magistrale della luce e dell’ombra, cifra inconfondibile del suo stile. L’esposizione anticipa, infine, una grande mostra dedicata a Caravaggio che si terrà al museo romano a partire da marzo 2025, consolidando ulteriormente il ruolo delle Gallerie Nazionali di Arte Antica come centro di riferimento per lo studio e la divulgazione dell’opera del maestro lombardo.