Roma, Galleria Borghese
POESIA E PITTURA NEL SEICENTO. GIOVAN BATTISTA MARINO E LA MERAVIGLIOSA PASSIONE
Curata da Emilio Russo, Patrizia Tosini e Andrea Zezza
“Pittore, hai colori, hai la tela e il pennello; ma non perciò dipingi, se il merto ha più cervello” G.B. Marino
Roma, 18 Novembre 2024
Con la mostra “Poesia e Pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione”, la Galleria Borghese propone un raffinato viaggio che abbraccia le profonde connessioni tra poesia, pittura, sacro e profano, letteratura, arte e potere, immergendosi nel cuore del primo Seicento italiano. Dal 19 novembre 2024 al 9 febbraio 2025, questo inedito percorso espositivo guida i visitatori attraverso un dialogo tra i capolavori della pittura rinascimentale e barocca, da Tiziano a Tintoretto, da Correggio ai Carracci, da Rubens a Poussin, ispirandosi alla “meravigliosa” passione per la pittura del più grande poeta del Seicento, Giovan Battista Marino. Curata da Emilio Russo, Patrizia Tosini e Andrea Zezza, l’esposizione celebra l’età d’oro del Barocco, un periodo durante il quale il rapporto tra poesia e pittura raggiunse il suo apice. Giovan Battista Marino, autore di capolavori come “Adone” (1623) e “La Galeria” (1619), è protagonista di un viaggio artistico e letterario in cui poesia e pittura si fondono, sfidandosi reciprocamente e giocando con riflessi e rimandi simbolici. Marino, noto per la sua abilità di sedurre i lettori con immagini evocative, trasforma l’arte figurativa in versi poetici che descrivono opere reali e immaginarie, creando un continuo scambio tra immagine e parola. La mostra guida i visitatori attraverso questo intricato mondo di riflessi artistici, invitandoli a riscoprire le connessioni profonde tra le arti visive e la letteratura del Seicento. Il poeta, immerso nelle corti e nei circoli intellettuali più prestigiosi dell’epoca – dalla corte di Matteo di Capua a Napoli, alla corte papale di Clemente VIII Aldobrandini a Roma, fino alle corti genovesi di Giovan Carlo Doria e Giovan Vincenzo Imperiali e quella torinese di Carlo Emanuele I – riuscì a intrecciare relazioni con artisti di primo piano come il Cavalier d’Arpino, Bernardo Castello, Caravaggio, Agostino Carracci, Ludovico Cigoli e Palma il Giovane. La figura di Marino, costretto a lasciare l’Italia nel 1615 a causa delle persecuzioni dell’Inquisizione, è centrale nella mostra. Rifugiatosi a Parigi alla corte di Luigi XIII e Maria de’ Medici, Marino vi restò fino al 1623, stringendo rapporti con artisti come Nicolas Poussin, per il quale scrisse una lettera di presentazione destinata a Roma, una sorta di passaggio del testimone tra poesia e pittura che si rinnova nel contesto romano. Questo momento è simbolicamente significativo, in quanto sancisce l’incontro tra la parabola letteraria del poeta e il definitivo approdo del grande pittore francese a Roma, segnando una congiunzione tra le due arti. La Galleria Borghese, con la sua collezione unica di capolavori iniziata dal cardinale Scipione Borghese nei primi decenni del Seicento, offre il contesto ideale per rileggere la figura del poeta e il suo legame con le arti figurative. Le opere esposte, disposte in un allestimento che celebra la teatralità barocca, sono scelte per illustrare il dialogo continuo tra poesia e pittura: un dialogo che è stato non solo simbolico, ma anche profondamente pratico, influenzando la produzione artistica e letteraria del tempo. “La Galeria” di Marino è una testimonianza chiave di questo rapporto. Composta da 624 componimenti poetici, questa raccolta è divisa in sezioni dedicate a pitture, sculture, favole e storie, e rappresenta un omaggio alle arti figurative dell’epoca. Ogni componimento è un viaggio poetico, una descrizione che vuole tradurre l’immagine in parola, esaltando la bellezza delle opere, spesso presenti solo nella mente dell’autore, e trasformandole in un’esperienza estetica per il lettore. La mostra mette in luce proprio questa fusione creativa: un gioco continuo di rispecchiamenti tra testi poetici e opere d’arte che ben rappresenta l’ambizione barocca di superare i limiti di ogni singola forma artistica per raggiungere la “meraviglia”. L’allestimento scenografico della Galleria Borghese, fedele allo spirito barocco, accentua il senso di stupore e coinvolgimento estetico, immergendo il visitatore nell’universo artistico di Giovan Battista Marino. La “meravigliosa passione” di Marino per l’arte figurativa non era solo un esercizio intellettuale, ma un vero e proprio modo di vivere e sentire l’arte, in cui la poesia diveniva uno strumento per esaltare la pittura e la pittura si nutriva del linguaggio poetico per acquisire nuovi significati e profondità. La mostra è quindi non solo un omaggio a Marino, ma anche un’esplorazione del Barocco come epoca di meraviglia, in cui l’arte figurativa e la letteratura si compenetrano a vicenda. Attraverso il percorso espositivo, i visitatori possono osservare opere di artisti come Tiziano, Tintoretto, Rubens e Poussin, messe in relazione con i versi di Marino, in un dialogo che restituisce il senso di stupore e di bellezza tipico del Seicento. Ogni sala della mostra rappresenta un capitolo di questa narrazione intrecciata, una finestra aperta su un’epoca in cui l’arte non conosceva confini tra i generi e la poesia poteva diventare pittura, e viceversa. “Poesia e Pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione” è un invito a esplorare le meraviglie di un’epoca in cui le arti vivevano in simbiosi, e a riscoprire l’eredità di un poeta capace di elevare la parola al livello dell’immagine, creando un connubio inscindibile tra letteratura e arte figurativa. La Galleria Borghese, con la sua atmosfera unica e la sua straordinaria collezione, rappresenta il luogo perfetto per rivivere questa stagione d’oro dell’arte italiana, offrendo al pubblico un’occasione preziosa per entrare in contatto con la “meraviglia” barocca e con l’eredità di uno dei più grandi poeti e intellettuali del Seicento.