Paestum, Museo Archeologico Nazionale: “Paestum: dalla città romana a oggi”

Paestum, Museo Archeologico Nazionale
PAESTUM: DALLA CITTA’ ROMANA A OGGI
La riapertura della Sezione Romana a Paestum rappresenta un evento straordinario, un ponte tra presente e passato che getta nuova luce sulle radici di una città dalla storia complessa e stratificata. Il Parco Archeologico di Paestum, rinomato per le sue grandiose vestigia greche, si rivela nuovamente come un luogo in cui epoche differenti si sovrappongono e si intersecano, generando nuove narrazioni e identità. La Sezione Romana, finalmente restituita al pubblico, testimonia il passaggio del sito dal periodo lucano e greco a quello romano, quando Paestum cambiò volto, accogliendo una nuova popolazione, nuove architetture e nuovi costumi, in un processo di trasformazione che segnò profondamente la storia della città. A venticinque anni dal primo allestimento, ha aperto al pubblico la sezione “Paestum: dalla città romana a oggi” del Museo Archeologico Nazionale di Paestum, intitolata all’archeologo Mario Torelli. La mostra è un viaggio attraverso il tempo, dedicato al racconto della città dalla fondazione romana del 273 a.C. fino al Medioevo, esplorando la religiosità, gli spazi pubblici e privati, e la vita quotidiana attraverso reperti inediti. L’esposizione si sviluppa attraverso incisioni e acquerelli del Grand Tour provenienti dalla collezione della Fondazione Giambattista Vico, per concludersi con documenti e fotografie del XX secolo che illustrano gli scavi e gli studi ancora in corso, restituendo un legame immediato tra romanità e contemporaneità. Il taglio del nastro di questo importante traguardo per i Parchi Archeologici di Paestum e Velia è avvenuto venerdì 15 novembre 2024, alle ore 12. Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato figure di spicco del panorama culturale italiano: Massimo Osanna, Direttore Generale Musei; Tiziana D’Angelo, Direttrice dei Parchi Archeologici di Paestum e Velia; e Teresa Marino, Funzionario Archeologo dei Parchi. Ha concluso l’intervento Alfonsina Russo, Capo Dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale. A seguito della cerimonia, si è svolta la visita alla domus del mosaico di Nettuno, offrendo ai presenti l’opportunità di immergersi ulteriormente nelle testimonianze della romanità di Paestum. La Sezione Romana si trova all’interno del Museo Archeologico di Paestum e si distingue per l’accurata esposizione di reperti che documentano l’importante trasformazione della colonia a partire dal 273 a.C., quando Paestum entrò ufficialmente a far parte dell’orbita romana. Tra i reperti più significativi si annoverano frammenti di decorazioni architettoniche, statue, iscrizioni e oggetti di uso quotidiano, che delineano il profilo di una città pienamente integrata nella sfera romana. Paestum, un tempo conosciuta come Poseidonia, assunse un nuovo volto, romano, che si intrecciò con le tradizioni e la cultura greco-lucana, creando un esempio emblematico dell’integrazione culturale che ha caratterizzato la storia del sud della penisola italiana. Una delle caratteristiche più affascinanti della Sezione Romana è la narrazione della monumentalità pubblica e della vita privata, due dimensioni imprescindibili della città romana. Le nuove scoperte comprendono tratti della viabilità romana che attraversava Paestum, nonché i resti delle antiche domus, le abitazioni che raccontano il vissuto di una classe sociale composita, formata da proprietari terrieri di origine romana e popolazioni locali. I mosaici, con i loro motivi geometrici e dettagli floreali, evocano l’atmosfera delle dimore dell’epoca, suggerendo un’estetica del bello che permeava ogni angolo della casa. L’attenzione ai dettagli decorativi riflette il gusto romano per la simmetria e l’equilibrio, creando una continuità tra architettura e vita quotidiana. Di particolare rilevanza è la rappresentazione del foro, l’antica piazza principale che costituiva il cuore pulsante della Paestum romana. Qui, tra il II e il I secolo a.C., vennero edificati i principali edifici pubblici: la basilica, luogo in cui si amministrava la giustizia e si svolgevano le attività economiche, e il tempio, simbolo dell’integrazione delle divinità romane in un contesto già sacralizzato dalla presenza del pantheon greco. La ricostruzione del foro all’interno del museo è estremamente suggestiva, con pannelli illustrativi e modellini che permettono al visitatore di comprendere la trasformazione della topografia urbana e la centralità degli spazi pubblici nella vita della comunità. La riapertura della Sezione Romana è stata accompagnata da un lavoro minuzioso di restauro e riallestimento, che ha riportato alla luce i colori, le forme e la vivacità della città romana. I visitatori possono ammirare non solo i resti materiali, ma anche immergersi in una narrazione che restituisce la quotidianità dell’epoca, grazie all’ausilio di supporti multimediali che rendono l’esperienza più immersiva. Camminando tra le strade lastricate, è possibile intravedere le botteghe aperte lungo le vie principali e percepire l’eco delle voci che animavano il foro. Le ricostruzioni digitali offrono uno sguardo inedito sul modo in cui i Romani adattarono la città al loro stile di vita, con infrastrutture come le terme e le strade ben progettate che facevano di Paestum una città moderna e ben collegata. La nuova Sezione Romana rappresenta anche uno spunto di riflessione sull’importanza della conservazione del patrimonio archeologico e sulla responsabilità collettiva di tutelare la memoria storica. Ogni frammento, ogni iscrizione ci parla non solo di un passato lontano, ma anche della nostra identità culturale, offrendo una chiave di lettura del presente. Paestum non è solo una finestra sul mondo greco, con i suoi templi dorici maestosi e il santuario di Hera, ma è anche un racconto della romanità, del modo in cui Roma seppe assorbire e ridefinire le culture locali, dando vita a un tessuto sociale e culturale ricco e articolato. Come ha osservato Italo Calvino nelle sue “Città invisibili”, ogni città è fatta di stratificazioni, di storie che si sovrappongono e dialogano tra loro, ed è proprio questo dialogo incessante che rende i luoghi affascinanti e degni di essere esplorati e compresi. La Sezione Romana è un invito a scoprire quelle storie, a comprendere come la città, pur cambiando volto e nome, abbia mantenuto una continuità culturale e sociale che giunge fino a noi.  Con la riapertura della Sezione Romana, Paestum non è solo la culla dei templi dorici meglio conservati d’Italia, ma diventa anche una testimonianza eloquente del dialogo tra civiltà, del passaggio dalla cultura greca a quella romana, e di come questo passaggio abbia forgiato l’identità del territorio.