Napoli, Teatro di San Carlo
Direttore | Dan Ettinger
Violino | Gabriele Pieranunzi
Violoncello | Pierluigi Sanarica
Inaugurazione Stagione di Concerti 2024/25
Programma
Robert Schumann, Sinfonia n. 4 in re minore, op. 120
Johannes Brahms, Doppio concerto per violino, violoncello e orchestra in la minore, op. 102
Orchestra del Teatro di San Carlo
La stagione sinfonica 2024/2025 del Teatro San Carlo di Napoli si apre nel segno del Romanticismo musicale, incarnando le vette espressive di un’epoca che ha saputo trasfigurare il tumulto interiore in linguaggio orchestrale. Questo evento inaugurale, previsto per domenica 24 Novembre sotto la direzione dell’eminente maestro Dan Ettinger, vedrà l’Orchestra del Lirico partenopeo impegnata in un programma che celebra due colonne portanti del repertorio romantico: Robert Schumann e Johannes Brahms. La serata sarà ulteriormente impreziosita dalla presenza di due acclamati solisti, figure di riferimento del panorama musicale contemporaneo, Gabriele Pieranunzi al violino e Pierluigi Sanarica al violoncello, che offriranno una lettura personale e intimamente partecipata di due opere di grande intensità lirica. L’apertura sarà affidata alla Sinfonia n. 4 in re minore, op. 120 di Schumann, un’opera che, nella sua dimensione di sperimentazione e arditezza formale, incarna il dinamismo di un’estetica in costante tensione verso l’innovazione. Composta nell’estate del 1841, nel cosiddetto “anno sinfonico” del compositore, questa sinfonia testimonia il fervore creativo di Schumann, il quale, in una stagione particolarmente prolifica, cercava di ridefinire il linguaggio orchestrale secondo canoni di organicità e unitarietà tematica. La prima esecuzione al Gewandhaus di Lipsia, però, non ottenne il favore del pubblico, forse per l’audacia delle soluzioni adottate, percepite come eccessivamente ardite per il gusto dell’epoca. Tuttavia, nel 1852 Schumann decise di rielaborare profondamente la partitura, creando una versione che ne valorizza appieno la coerenza interna e la continuità dei materiali tematici. La peculiarità della Sinfonia n. 4 risiede infatti nella concezione unitaria della forma: i quattro movimenti sono concepiti come sezioni di un organismo unico, in cui la transizione tra una parte e l’altra avviene senza soluzione di continuità, in un fluire ininterrotto di idee musicali che, pur mutando nel carattere, mantengono una radice comune. Questo principio di unità ciclica non solo riflette il desiderio di Schumann di superare la frammentazione tipica delle sinfonie classiche, ma esprime anche una visione filosofica più ampia, legata all’idea romantica di un cosmo coerente e organico, in cui ogni parte è intimamente connessa al tutto. Attraverso l’uso di leitmotiv che si ripresentano e si trasformano, Schumann crea un tessuto musicale in cui l’ascoltatore viene condotto per mano lungo un percorso emozionale che evolve costantemente, pur restando fedele a se stesso. A seguire, il programma prevede il Doppio concerto per violino, violoncello e orchestra in la minore, op. 102 di Johannes Brahms, l’ultima opera sinfonica del compositore, scritta nel 1887. In questo lavoro, Brahms si rivolge al passato, riprendendo la forma barocca del Concerto grosso, ma la piega alle esigenze del linguaggio romantico, fondendo l’antico e il moderno in una sintesi perfettamente equilibrata. Il Doppio concerto è infatti un’opera che gioca sul dialogo, non solo tra i due strumenti solisti, ma anche tra questi e l’orchestra. Il violino e il violoncello si alternano, si rincorrono, si sovrappongono, dando vita a un tessuto musicale di straordinaria complessità, in cui ogni voce mantiene la propria individualità pur contribuendo all’insieme. Il recupero della forma concertistica barocca da parte di Brahms non è mero esercizio di stile, ma risponde a un’esigenza poetica profonda: quella di stabilire un ponte tra passato e presente, tra la tradizione e la sua rielaborazione contemporanea. Il Doppio concerto si presenta così come un esempio di neoclassicismo romantico, in cui la forma classica viene rivestita di nuove potenzialità espressive. Nei tre movimenti dell’opera, si passa da momenti di lirismo intimo, in cui il violino e il violoncello sembrano quasi cantare all’unisono, a sezioni di grande energia ritmica, in cui la scrittura orchestrale si fa densa e articolata, creando un clima di tensione drammatica che culmina nel brillante finale. Questa serata inaugurale non è solo un omaggio al Romanticismo musicale, ma rappresenta anche un tributo alla memoria di Giulia Romito, una figura di spicco nel mondo del teatro lirico partenopeo, scomparsa prematuramente all’età di 44 anni. Giulia Romito, giornalista e addetta stampa del Teatro San Carlo, è stata una presenza costante e instancabile nel dietro le quinte del teatro, contribuendo con la sua passione e il suo impegno a rendere accessibile e comprensibile la grande musica a un pubblico sempre più vasto. Dedicarle questa stagione sinfonica è un modo per onorarne la memoria e per ricordare l’importanza di coloro che, pur non essendo sotto i riflettori, contribuiscono in maniera determinante al successo di ogni rappresentazione. Sul podio, Dan Ettinger saprà certamente valorizzare le peculiarità di un programma tanto impegnativo quanto affascinante. La sua direzione, caratterizzata da una perfetta fusione di rigore tecnico e passione emotiva, è garanzia di un’interpretazione che saprà rendere giustizia alla complessità delle partiture in programma. L’Orchestra del Lirico napoletano, sotto la sua guida, si conferma una delle più raffinate formazioni del panorama musicale italiano, capace di affrontare con maestria le sfide poste da opere di grande spessore come quelle di Schumann e Brahms. I solisti della serata, Gabriele Pieranunzi e Pierluigi Sanarica, sono musicisti di straordinaria sensibilità e talento, in grado di affrontare il repertorio romantico con un’intensità interpretativa che ne valorizza ogni sfumatura. Pieranunzi, violino concertante dell’orchestra, è rinomato per il suo approccio virtuosistico, ma al tempo stesso profondamente espressivo, capace di dar voce alle emozioni più intime delle opere che interpreta. Sanarica, primo violoncello, è un artista che unisce una tecnica impeccabile a una capacità di comunicare attraverso il suono che rende ogni sua esecuzione un momento di autentica poesia. In un mondo sempre più frammentato e complesso, la musica rappresenta un linguaggio universale, capace di superare le barriere culturali e di parlare direttamente all’animo umano. Il programma proposto, con le sue profonde implicazioni emotive e intellettuali, invita il pubblico a lasciarsi trasportare dalla bellezza e a riscoprire, attraverso l’arte, quel senso di unità e di armonia che sembra spesso sfuggirci nella vita quotidiana.