Roma, Teatro dell’Opera: “Peter Grimes”

Roma, Teatro dell’Opera di Roma Stagione 2023/2024
PETER GRIMES
Musica di Benjamin Britten
Opera in un prologo e tre atti
Libretto di Montagu Slater dal poema The Borough di George Crabbe
Peter Grimes ALLAN CLAYTON
Ellen Orford SOPHIE BEVAN
Capitan Balstrode SIMON KEENLYSIDE
Swallow CLIVE BAYLEY
Ned Keene JACQUES IMBRAILO
Auntie CATHERINE WYN-ROGERS
Mrs. Sedley CLARE PRESLAND
Bob Boles JOHN GRAHAM-HALL
First niece JENNIFER FRANCE
Second niece NATALIA LABOURDETTE
Rev. Horace Adams JAMES GILCHRIST
Hobson STEPHEN RICHARDSON
A fisherman DANIELE MASSIMI
Fisher-woman MICHELA NARDELLA
A lawyer LEONARDO TRINCIARELLI

Maestro del Coro Ciro Visco
Scene Michael Levine
Costumi Luis F. Carvalho
Luci Peter Mumford
Coreografia Kim Brandstrup
Video Justin Nardella
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma
Roma, 17 Ottobre 2024
Il nuovo allestimento di Peter Grimes, capolavoro di Benjamin Britten, riporta in scena una delle opere più intense del repertorio lirico, questa volta attraverso la visione registica di Deborah Warner. La coproduzione, realizzata insieme al Teatro Real di Madrid, l’Opéra national de Paris e il Teatro dell’Opera di Roma, è sostenuta dalla direzione musicale del Maestro Michele Mariotti, che riesce a evidenziare ogni sfumatura emotiva e orchestrale della partitura britteniana, guidando con sapienza l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Il pubblico italiano, sempre più legato alla musica di Britten, ha accolto con entusiasmo questo nuovo allestimento, fatto di contrasti e grande intensità narrativa, premiandolo con calorosi applausi durante la serata d’apertura. L’allestimento firmato da Deborah Warner approda al Costanzi dopo essere stato presentato a Madrid nel maggio 2021 e successivamente a Londra nel 2022. Ambientato in una città della costa sud-orientale dell’Inghilterra contemporanea, l’opera dipinge un paesaggio sociale fatto di degrado e impoverimento, dove ignoranza ed estremismo nazionalista sono il motore di una comunità spietata e vendicativa. Questo microcosmo soffocante si accanisce contro Peter Grimes, figura solitaria e controversa, riducendolo a capro espiatorio delle proprie frustrazioni. La Warner mantiene la vicenda universale nella sua forza comunicativa, dando forma a una storia di emarginazione e solitudine che attraversa il tempo, e riesce a caratterizzare ogni personaggio con una precisione meticolosa. Le scene di Michael Levine sono volutamente spoglie e cupe, in sintonia con il contesto desolato dell’ambientazione: pochi elementi scenografici – come cassette, reti da pescatore e rifiuti – evocano la decadenza di una città costiera. In secondo piano, un pannello dalle tonalità neutre si trasfigura assumendo nuovi significati grazie al sapiente gioco di luci orchestrato da Peter Mumford. Le sue illuminazioni evocative riescono a plasmare l’immensità del mare, l’oscurità profonda del cielo e quel senso di minaccia imminente che pervade l’atmosfera, trasformando lo spazio scenico in un luogo di emozioni potenti. Il prologo è dominato dall’immagine potente di una barca sospesa sopra Grimes, intrappolato in una rete e circondato da figure sinistre che impugnano torce, una rappresentazione simbolica dell’inquisizione cui viene sottoposto il protagonista. Il progressivo deteriorarsi della mente di Grimes è preannunciato dalla figura di un trapezista che si getta nel vuoto, come un presagio del tragico epilogo. La direzione di Michele Mariotti è impeccabile, capace di cogliere la complessità della musica di Britten, con i suoi richiami naturalistici e i momenti di struggente lirismo. L’orchestra si muove con precisione e intensità sotto la sua guida, regalando una straordinaria resa degli interludi marini, in particolare quello dedicato alla tempesta, che riesce a evocare con forza tutta la furia della natura e il tumulto interiore del protagonista. Allan Clayton, che aveva già vestito i panni di Peter Grimes nelle precedenti rappresentazioni, offre un’interpretazione di rara intensità. Il suo Grimes è un uomo segnato, tormentato dalle proprie colpe e dal rifiuto di una comunità ostile. Vocalmente, Clayton si rifà all’approccio originale di Peter Pears, restituendo un personaggio dalle sfumature delicate, capace di alternare momenti di grande potenza a passaggi di toccante fragilità. La sua interpretazione di “Now the Great Bear and Pleiades” è ricca di poesia e vulnerabilità, mentre nella scena della pazzia del terzo atto Clayton riesce a esprimere tutto il dolore e la disconnessione dalla realtà di un uomo ormai sull’orlo del baratro. Sophie Bevan (Ellen Orford) è convincente sia vocalmente che scenicamente: la sua voce limpida e ben proiettata riesce a esprimere tutta la compassione e la determinazione del personaggio, nonostante alcuni centri risultino occasionalmente scuriti. Simon Keenlyside offre una solida interpretazione del Capitano Balstrode, figura che rappresenta un barlume di umanità in un contesto altrimenti implacabile. Tra gli altri interpreti, Catherine Wyn-Rogers e Clare Presland risultano efficaci nei ruoli rispettivi di Auntie e Mrs Sedley, mentre John Graham-Hall è convincente come il fanatico Bob Boles. Ottima la resa del Coro del Teatro dell’Opera di Roma, preparato da Ciro Visco, che riesce a restituire tutta la tensione e la violenza emotiva della comunità, facendosi vero antagonista del protagonista. L’allestimento della Warner, sostenuto dalla potente direzione di Mariotti, conferma la capacità del Teatro dell’Opera di Roma di proporre produzioni di altissimo livello, capaci di emozionare e far riflettere. La storia di Peter Grimes, con la sua tragica umanità, continua a parlare al pubblico di oggi, ricordando quanto sia facile, ancora oggi, essere risucchiati dal giudizio di una società pronta a condannare ciò che non comprende. La serata si conclude con applausi scroscianti, segno del forte impatto emotivo di una rappresentazione che rimarrà a lungo nella memoria degli spettatori. @protocredit Fabrizio Sansoni