Roma, Sala Umberto: “Bidibibodibiboo”

Roma, Sala Umberto
BIDIBIBODIBIBOO

con Francesco Alberici, Maria Ariis, Salvatore Aronica, Andrea Narsi, Daniele Turconi 
aiuto regia Ermelinda Nasuto

scene Alessandro Ratti
luci Daniele Passeri
tecnica Fabio Clemente, Eva Bruno
si ringraziano Alessandra Ventrella, Davide Sinigaglia e Ileana Frontini
una coproduzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione , CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa 
con il sostegno di La Corte Ospitale
Testo creato nel corso dell’Ecole des Maîtres 2020/21 diretta da Davide Carnevali. Finalista alla 56° edizione del Premio Riccione per il Teatro.
Drammaturgia e Regia Francesco Alberici
Roma, 15 Ottobre 2024
La Sala Umberto si accende di umorismo nero e delicatezza con Bidibibodibiboo, un’opera di notevole impatto emotivo e di elevato valore drammaturgico. Il testo e la regia portano la firma di Francesco Alberici, figura di spicco per la sua ironia tagliente e per la capacità di mettere in scena, con uno sguardo lucido e impietoso, la cruda realtà del mondo del lavoro contemporaneo. Alberici, vincitore del Premio Ubu 2021 come Miglior attore/performer under 35 e protagonista della serie web Educazione Cinica, si conferma una delle voci più autorevoli e affilate del panorama teatrale italiano. Con una combinazione di grande tenerezza e dissacrante ironia, Bidibibodibiboo, richiama ironicamente una formula magica, quasi a suggerire la speranza ingenua di poter risolvere magicamente le difficoltà e le ingiustizie del mondo del lavoro, contrastando così il clima di alienazione e impotenza che il protagonista si trova a vivere ed esplorando le scelte, le rinunce, i sogni e le paure di una generazione alle prese con un mondo del lavoro spietato e alienante. La trama si concentra sulla figura di un giovane impiegato assunto a tempo indeterminato in una grande azienda, che ben presto si ritrova intrappolato in una spirale persecutoria, vittima di un superiore che lo sospinge verso il baratro della disperazione. Attraverso una narrazione essenziale ma incredibilmente penetrante, il pubblico è trascinato nel tormento, nell’angoscia e, infine, nella liberazione del protagonista, in un crescendo di tensione emotiva che non lascia spazio a compromessi. La messa in scena, realizzata in coproduzione con SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, CSS Teatro stabile del Friuli Venezia Giulia, Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano e il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, è un perfetto equilibrio tra testo, regia e scenografia. Le scene, curate da Alessandro Ratti, riescono a dare forma al clima claustrofobico dell’ufficio, attraverso un uso minimalista degli spazi che amplifica il senso di alienazione del protagonista. Gli ambienti spogli e quasi spersonalizzati accentuano la sensazione di trovarsi in un luogo dove l’individuo è destinato a perdere la propria identità, sommerso da una gerarchia anonima e opprimente. Questa scelta scenografica evoca soluzioni adottate nel teatro di Pinter o nel teatro dell’assurdo, dove la scena minimale diventa funzionale a sottolineare l’estraneità e la vulnerabilità dei personaggi. Le luci disegnate da Daniele Passeri sono parte integrante del linguaggio scenico, contribuendo a sottolineare le emozioni dei personaggi e alternando momenti di opprimente oscurità a lampi di luce abbagliante, quasi a voler rappresentare gli attacchi e i momenti di consapevolezza del protagonista. Il disegno luci si fa così dispositivo drammaturgico, amplificando la narrazione e rendendo palpabile la tensione emotiva. Questo uso sapiente delle luci è riconducibile a pratiche consolidate del teatro contemporaneo, dove il linguaggio visivo è impiegato per enfatizzare i conflitti interiori, come nelle produzioni di Robert Wilson, in cui l’illuminazione è fondamentale per la costruzione dell’atmosfera e della psicologia dei personaggi. Il lavoro tecnico è stato affidato a Fabio Clemente ed Eva Bruno, che hanno saputo valorizzare ogni sfumatura della messa in scena, trasformando ciascun elemento scenografico in un autentico supporto narrativo. La recitazione del cast, composto da Francesco Alberici, Maria Ariis, Salvatore Aronica, Andrea Narsi e Daniele Turconi, si distingue per la capacità di rendere con grande verosimiglianza la tensione e l’alienazione che pervadono la vita lavorativa del protagonista. Gli attori dosano sapientemente i toni dell’ironia e quelli della tragedia, creando un equilibrio che contribuisce alla profondità del messaggio dello spettacolo. Le interpretazioni si mantengono tutte di buon livello e mostrano un’attenzione particolare ai dettagli emotivi, offrendo una rappresentazione convincente della condizione di alienazione, non solo come dramma individuale, ma anche come riflesso di una condizione collettiva. Questo approccio rievoca il teatro di stampo brechtiano, in cui l’ensemble diventa strumento per rappresentare non solo il dramma del singolo, ma anche una problematica universale e condivisa. Il testo di Bidibibodibiboo è stato creato nel corso dell’Ecole des Maîtres 2020/21 diretta da Davide Carnevali ed è stato finalista alla 56a edizione del Premio Riccione per il Teatro. La giuria del Premio ha elogiato l’opera per la sua efficacia e per la composizione calibrata, capace di raccontare la discesa agli inferi del protagonista con asciutta verosimiglianza ed estrema potenza comunicativa. Alberici, con questo testo, offre un ritratto al vetriolo del mondo del lavoro moderno, dove la precarietà non è soltanto una condizione contrattuale, ma una ferita aperta nell’animo di un’intera generazione. Il pubblico ha accolto lo spettacolo con entusiasmo, tributando lunghi applausi agli attori e alla produzione, segno di un apprezzamento sincero per la qualità della rappresentazione. @photocreditFrancescoCapitani