Roma, Palazzo Altemps: “Variabile Altemps”

Roma, Palazzo Altemps
VARIABILE ALTEMPS

Dal 4 ottobre al 17 novembre 2024
Gabriele Gianni è un artista e regista italiano nato nel 1978, che ha sviluppato una carriera multidisciplinare, lavorando con intelligenza artificiale, video installazioni, realtà aumentata e documentari. Il suo lavoro si concentra sulla rilettura e reinterpretazione delle opere d’arte classiche, creando nuovi percorsi attraverso l’uso delle tecnologie avanzate. Gianni è stato particolarmente attivo nel combinare i codici dell’intelligenza artificiale (AI) con le opere del passato, in un continuo dialogo tra storia e innovazione, come si vede nel progetto “Variabile Altemps” e nel precedente “Artificial Creation”. “Variabile Altemps”, in particolare, rappresenta una sintesi perfetta del suo approccio. Presentata  al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps, questa installazione utilizza l’AI per ripensare le antiche collezioni archeologiche, immaginando come potrebbero evolversi nel tempo. Qui, volti scolpiti nella pietra sembrano emergere e svanire in un flusso incessante di creazione e distruzione, accompagnati da suoni arcaici creati dal compositore Mario Salvucci. Il progetto, idealmente successivo a “Artificial Creation”, mostra come Gianni interpreti la tecnologia non solo come uno strumento tecnico, ma come un mezzo per scoprire nuovi significati nelle opere classiche. Il confronto tra arte classica e AI è centrale nel lavoro di Gianni. Proprio come nel Rinascimento gli artisti utilizzavano matematica e geometria per creare capolavori simbolici, Gianni applica i processi matematici generati dagli algoritmi dell’intelligenza artificiale per esplorare e ricostruire frammenti del passato. Nell’ambito di “Variabile Altemps”, ha sviluppato due modelli di AI: uno ricostruisce parti mancanti delle antiche statue, aggiungendo dettagli ai volti frammentati, mentre l’altro accelera il processo di deterioramento della pietra, mostrando la forma scultorea nel suo continuo cambiamento. Questa interazione tra creazione e disfacimento non è casuale, ma profondamente radicata nell’idea che la bellezza classica possa essere reinterpretata e proiettata verso il futuro. Gianni ha iniziato a esplorare il legame tra AI e arte con il progetto “Artificial Creation”, presentato al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2023, commissionato dalla Fondazione Carla Fendi. In quell’opera, ha utilizzato l’AI per creare una narrazione visiva in cui il digitale e il classico si incontrano. All’interno di uno spazio rinascimentale, l’intelligenza artificiale generava un dialogo tra la forma umana e la sua rappresentazione, riflettendo sulla capacità dell’AI di produrre immagini e suoni che sembrano naturali, pur essendo il frutto di algoritmi complessi. In questa installazione, Gianni ha esplorato come i pattern creati dall’AI possano rispecchiare i processi mentali umani, creando connessioni inaspettate tra passato e presente. Questa riflessione si amplia ulteriormente nel concetto di “connessione” tra arte classica e AI. Gianni vede nell’intelligenza artificiale un “collaboratore” che aiuta a comprendere e reinterpretare l’umanità attraverso nuove tecnologie. Proprio come nel Rinascimento l’uso della matematica e della geometria ha permesso agli artisti di superare i limiti della rappresentazione visiva, l’AI oggi consente di ridefinire il nostro rapporto con le opere d’arte antiche, fornendo nuove prospettive e stimoli creativi. L’intelligenza artificiale, per Gianni, è sia uno strumento che genera curiosità, sia una lente attraverso cui esplorare l’essenza delle opere. Un esempio di questa interazione è l’uso dell’AI per ricreare proporzioni rinascimentali “all’infinito“. L’artista vede nella tecnologia un modo per capire meglio le opere del passato, ma anche per sovvertire i pattern stabiliti, trovando bellezza nell’errore e nell’imprevedibilità degli algoritmi. La sua visione non è quella di un semplice strumento meccanico, ma di una tecnologia che può aprire nuovi orizzonti creativi, senza però automatizzare completamente il processo artistico. In effetti, Gianni considera l’interazione tra l’artista e l’AI come una continua ricerca di equilibrio tra il controllo umano e la generazione automatica di contenuti. Palazzo Altemps, uno dei quattro siti del Museo Nazionale Romano, rappresenta una cornice ideale per il dialogo tra arte classica e tecnologie contemporanee. Situato nel cuore di Roma, il palazzo è un capolavoro dell’architettura rinascimentale, edificato alla fine del XV secolo e arricchito da secoli di storia e cultura. Al suo interno, ospita una vasta collezione di sculture antiche appartenenti a famiglie nobiliari romane, tra cui gli Altemps e i Ludovisi, alcune delle quali sono tra i più importanti capolavori della scultura greca e romana. La bellezza e la maestosità degli ambienti di Palazzo Altemps, con i suoi soffitti affrescati, cortili monumentali e stanze decorate con materiali pregiati, creano un ambiente profondamente suggestivo, che richiama l’idea di una Roma classica intrisa di storia e arte.  Questo rapporto tra l’antico e il contemporaneo è amplificato nelle installazioni di Gabriele Gianni, come “Variabile Altemps”, che trasforma la ricca collezione del museo in una narrazione dinamica grazie all’intelligenza artificiale. Le sculture classiche, che da secoli sono simboli di perfezione e stabilità, diventano parte di un flusso incessante di creazione e distruzione.  In questo contesto, Palazzo Altemps non è semplicemente lo sfondo per l’installazione, ma diventa parte integrante dell’esperienza immersiva. Il contrasto tra l’immutabilità delle sculture e la fluidità delle installazioni di Gianni evoca una riflessione profonda sul rapporto tra l’arte classica, percepita come eterna e immutabile, e la tecnologia contemporanea, che è in continua evoluzione. In questo modo, Palazzo Altemps non è solo un luogo che conserva il passato, ma diventa un laboratorio sperimentale dove il passato viene riscritto e reinterpretato attraverso il potere dell’intelligenza artificiale. Le sue stanze ricche di storia si fondono con la contemporaneità, creando un’esperienza che invita il pubblico a ripensare la relazione tra antico e moderno, tra l’immutabile e il mutevole. Questo dialogo tra spazio, storia e tecnologia rende “Variabile Altemps” non solo un’esplorazione estetica, ma una profonda riflessione filosofica sull’arte e il tempo.  Attraverso l’uso dell’AI, egli riesce a reinterpretare le opere classiche, offrendo nuove prospettive su temi antichi e creando installazioni immersive che interrogano il ruolo dell’arte e della tecnologia nella nostra comprensione del mondo. Le sue opere, come “Variabile Altemps” e “Artificial Creation”, non solo celebrano l’arte classica, ma ne ridefiniscono i contorni, proiettandola verso un futuro in cui la tecnologia e l’umanità collaborano per creare nuove forme di bellezza. @photocreditgabrielegianni