Roma, Casa Museo Hendrik Christian Andersen:SALVARTI

Roma, Casa Museo Hendrik Christian Andersen
“SALVARTI”
Roma, 16 ottobre 2024
Il 16 ottobre 2024, la Casa Museo Hendrik Christian Andersen di Roma ha accolto l’anteprima della mostra “SalvArti. Dalle confische alle collezioni pubbliche”, un evento di grande significato simbolico e culturale. Questa esposizione, che sarà aperta fino al 21 novembre 2024, presenta una collezione di 25 opere d’arte contemporanea, tutte sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata e ora restituite alla collettività. Non si tratta soltanto di un’esposizione artistica, ma di un progetto di valenza civile che intende riaffermare la centralità del patrimonio culturale quale strumento di promozione della legalità e della coscienza collettiva. All’inaugurazione erano presenti figure istituzionali di rilievo, tra cui il Sottosegretario di Stato alla Cultura, On. Gianmarco Mazzi, e il Sottosegretario all’Interno, On. Wanda Ferro, oltre al Direttore dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati, Prefetto Maria Rosaria Laganà, e al Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, affiancato dall’Assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi. Durante i loro interventi, è emerso come la mostra SalvArti rappresenti il frutto di una collaborazione virtuosa tra diverse istituzioni, unite nello sforzo di restituire alla società un patrimonio artistico strappato alla criminalità. “La mostra SalvArti” – ha spiegato il Direttore generale Musei, Massimo Osanna – “rappresenta una prassi virtuosa, che va dalla valorizzazione del patrimonio culturale alla promozione della legalità, e si propone come un’opportunità di riflessione collettiva sui valori civici e sulla responsabilità sociale, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni”. L’iniziativa non si ferma a Roma: dopo la tappa nella capitale, la mostra si sposterà al Palazzo Reale di Milano (2 dicembre 2024 – 26 gennaio 2025) e al Palazzo della Cultura di Reggio Calabria (8 febbraio – 27 aprile 2025). Il progetto più ampio, denominato “Arte per la cultura della legalità”, è stato organizzato dalla Direzione generale Musei del Ministero della Cultura in collaborazione con l’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati, il Comune di Milano e la Città Metropolitana di Reggio Calabria, e vede il supporto del Ministero dell’Interno. Obiettivo principale è restituire alla collettività opere che per lungo tempo sono state invisibili, reinserendole in un contesto museale accessibile e sottolineando il ruolo determinante delle istituzioni coinvolte nel processo di recupero e verifica del loro valore artistico. Conclusa la tappa di Reggio Calabria, alcune delle opere confluiranno in istituti museali di prestigio come la Pinacoteca di Brera e Palazzo Citterio a Milano, la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea a Roma, e il Museo del Novecento a Napoli. In particolare, una selezione delle opere restituite tornerà al Palazzo della Cultura “P. Crupi” di Reggio Calabria, un simbolo del riscatto culturale e civile in un territorio da sempre impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata. La mostra offre al pubblico un articolato percorso nell’arte contemporanea, con opere di grafica, pittura, scultura, installazioni e fotografie, organizzate secondo criteri sia cronologici che tematici. Sono rappresentati movimenti come il gruppo “Novecento”, la Metafisica di Mario Sironi e Carlo Carrà, la Transavanguardia di Sandro Chia e la Nuova scuola Romana, fino a esperienze più sperimentali come il New Dada e l’arte murale di Keith Haring. Questa eterogeneità permette di cogliere la ricchezza dei linguaggi artistici che hanno attraversato la seconda metà del Novecento, toccando temi quali l’identità, la resistenza e la critica sociale. La visita a “SalvArti” è un viaggio che, oltre a coinvolgere gli occhi, interroga la coscienza. Le opere, ciascuna con una storia di recupero e riscatto, diventano simbolo di una riflessione più ampia sulla funzione dell’arte nella società: non mero ornamento, ma potente mezzo di denuncia e strumento di aggregazione civica. In questo senso, il progetto non è solo un’operazione culturale, ma un vero e proprio atto politico, che ribadisce il ruolo delle istituzioni e della cultura nella lotta contro la criminalità e nella costruzione di un futuro basato su valori di giustizia e partecipazione. Il significato più profondo di questa iniziativa risiede proprio nella restituzione alla collettività di ciò che è stato sottratto: non si tratta solo di opere d’arte, ma di pezzi di memoria e identità collettiva, che ora tornano a essere fruibili da tutti. In questo contesto, il linguaggio artistico assume una dimensione etica e politica, unendo passato e presente in un dialogo che coinvolge le istituzioni, gli artisti e il pubblico. “SalvArti” non è solo una mostra, ma un manifesto di resistenza culturale e di rinascita collettiva.