Niccolò Porpora: “Placida surge, Aurora” S232, “Salve Regina” S308, “Concerto per violoncello in Sol maggiore”, “Qualis avis cui perempta” S234. José Maria Lo Monaco (mezzosoprano), Stile Galante, Stefano Aresi (direttore). Registrazione: Seminario arcivescovile di Brescia, Settembre 2022. 1 CD GLOSSA GCD 923537.
Venezia nel XVIII secolo, una delle capitali europee della musica e uno dei centri maggiormente capaci di attrarre talenti musicali da tutta la penisola e non solo. Uno spazio importante nella vita musicale della città lagunare era occupato dai quattro “Ospedali Grandi”, istituzioni benefiche che si occupavano non solo della cura ai malati ma forse ancor più all’assistenza e alla formazione dei poveri. La vita di queste istituzione prevedeva ampio spazio al servizio liturgico caratterizzato da una vivace attività musicale che accompagnava questi eventi e che diventava strumento di formazione musicale per gli orfani assistiti.
L’importanza musicale degli Ospedali è confermata dal prestigio dei musicisti chiamati a operarvi, come detto non solo veneziani. Tra i forestieri una particolare importanza rivesti il napoletano Niccolò Porpora, rivale di Händel a Londra e tra i maggiori operisti della prima metà del secolo. Porpora collaborò con diverse istituzioni veneziane e in particolar modo con l’Ospedale dei Derelitti – il cosiddetto Ospedalleto che compare nel titolo dell’album – dove fu maestro di canto tra il 1742 e il 1747 e per cui compose un gran numero di composizioni sacre caratterizzate dallo stesso brillate virtuosismo che ritroviamo delle sue opere. Lo stile delle composizioni veneziane di Porpora è assai interessante perché se da un lato troviamo il gusto per il virtuosismo vocale e il senso melodico della scuola napoletana dall’altro notiamo l’adeguarsi a un gusto locale di sapore quasi vivaldiano ritrovabile ad esempio nella particolare brillantezza della scrittura strumentale.
La presente registrazione per l’etichetta spagnola Glossa Musica presenta due mottetti e un “Salve Regina” per contralto e orchestra. Si tratta di composizioni destinate ad Angiola Moro, la più talentuosa delle allieve veneziane di Porpora e la destinataria di molte delle musiche composte tra il 1744 e il 1746, anno della prematura scomparsa della cantante. I brani sono caratterizzati da sezioni brevi – solo “Quali avis cum perempta” presenza un andamento più ampio e disteso – e fortemente contrastanti con una predilezione per brani brillanti e di gusto galante e mondano, cui solo il testo richiama la destinazione liturgica degli stessi.
L’orchestra Stile Galante impegnata su strumenti originali è diretta da Stefano Aresi, fondatore e anima del complesso. Musicologo e filologo prima che direttore parte da un accurato studio critico di cui l’esecuzione musicale è una sorta di messa in prova. Si riscontra quindi una particolare cura per la resa sonora non solo strumentale ma anche spaziale. Il coinvolgimento della Stanford University mira proprio alla ricerca di ricreare la spazialità sonora per cui queste musiche furono concepite.
L’esecuzione non è però solo rigore filologico, anzi, l’orchestra si fa apprezzare per la bellezza del suono e per la qualità dell’intonazione, non così comune nelle esecuzioni con strumenti antichi. Aresi mostra inoltre notevole sensibilità nell’accompagnamento del canto esaltando l’ottima prova di José Maria Lo Monaco.
La cantante siciliana ha una lunga frequentazione con questo mondo musicale che emerge in un rigore stilistico pienamente interiorizzato e reso con assoluta naturalezza. La voce della Lo Monaco affascina per il colore caldo e morbido e per la bella omogeneità su tutta la gamma, ammirevole la gestione dei gravi su cui la tessitura batte con frequenza. Le colorature sono affrontate con naturalezza e la tenuta sul fiato le permette di reggere alcune lunghe frasi sostenute presenti nelle composizioni. L’impeccabile musicalità e l’eleganza nel fraseggio completano l’ottima prova complessiva. Le composizioni vocali sono integrate dal Concerto per violoncello in Sol maggiore in cui la formazione orchestrale ha l’occasione di sfoggiare tutte le proprie qualità.