Novara, Teatro Carlo Coccias, stagione lirica 2024
“LA RONDINE”
Commedia lirica in tre atti su libretto di Giuseppe Adami
Musica di Giacomo Puccini
Magda VALENTINA VARRIALE
Lisette NOFAR YACOBI
Ruggero GALEANO SALAS
Prunier ENRICO CASARI
Rambaldo MARCELLO ROSIELLO
Périchaud/Un maggiordomo DANIELE CUSARI
Gobin SEBASTIANO CICCIARELLA
Crébillon/Rabbonie GIUSEPPE SERRELI
Ivette/Georgette VITTORIA LICOSTINI
Bianca/Lolette FRANCESCA MERCURIALI
Suzy/Gabrielle CATERINA DALLAERRE
Orchestra Filarmonica Italiana
Coro Sinfonico di Milano
Direttore Jordi Bernàcer
Regia Stefano Vizioli
Coreografie Pierluigi Vanelli
Scene Cristian Taraborrelli
Costumi Angela Buscemi
Light designer Vincenzo Raponi
Novara, Teatro Coccia, 29 settembre 2024
Prima rappresentazione novarese per “La rondine” di Puccini che in oltre un secolo di vita non era mai giunta sul palcoscenico del Coccia. Un clima di debutti che riguardava quasi totalmente anche il cast con la sola eccezione del Ruggero di Galeano Salas già interprete del ruolo a Verona.
Proprio in collaborazione con il Filarmonico veronese nasce questa produzione – realizzata nei laboratori novaresi ormai una splendida realtà produttiva – che arriva ora a Novara perdendo purtroppo molti degli elementi di punta delle recite veronesi ma riuscendo comunque a farsi apprezzare.
Lo spettacolo di Stefano Vizioli è di sobria eleganza. La vicenda è trasporta agli anni 50 del Novecento per quanto riguarda i costumi mentre l’immaginario delle scene tra Modigliani e Man Ray parla il linguaggio delle avanguardie parigine degli anni dieci e venti che sono poi il contesto in cui l’opera nasce. Scene essenziali, uso raffinato del colore – con numerosi effetti di bianco e nero dal gusto optical – ottimo lavoro di recitazione sugli attori. Vizioli lavora di cesello riuscendo a dare unità alle anime a volte contrastanti che agitano la vicenda, in particolar modo si apprezza il lavoro sulla coppia Prunier- Lisette con il loro gioco umoristico che allenta gli eccessi un po’ retorici delle parti più melodrammatiche. Bravi i ballerini nel rendere i tratti violenti e brutali delle dance apache per cui era noto Bullier, locale alquanto malfamato al tempo. Il terzo atto ci porto in un alberghetto di terz’ordine, lontano da ogni lusso ma ben coerente con le difficoltà economiche della coppia la cui attrattiva è data solamente dalla passione degli amanti.
La parte musicale conta soprattutto su un musicista raffinato come Jordi Bernàcer capace di far rendere al meglio una compagine di serio professionismo ma non di livello assoluto come Orchestra Filarmonica Italiana. Direttore di solidissima esperienza pucciniana valorizza la qualità della scrittura, evidenziando al meglio la modernità di un linguaggio che sa ormai non solo integrare le più avanzate esperienze europee ma comincia a guardare interesse verso le nuove realtà della musica di consumo d’oltre-oceano. Bernàcer lavora di cesello sui pesi sonori, sui contrasti ritmici ed espressivi della partitura dandone una lettura estremamente equilibrata ed efficacie. Buona la prova del Coro Sinfonico di Milano nell’impegnativo secondo atto. Il cast è nel complesso valido, senza convincere però pienamente. Valentina Varriale (Magda) è un soprano lirico dalla voce ricca di armonici e assai valida sul piano tecnico. Parte un po’ prudente – forse il tono svagato e leggero del primo atto forse non le è del tutto congeniale – ma la sua prova va in crescendo e nel terzo mostra considerevoli doti espressive e talento drammatico. Delle varie anime di Magda – parte assai complessa proprio per questa stratificazione espressiva – la Varriale spicca nel lato più drammatico e intenso del personaggio
Galeano Salas era l’unico con una certa esperienza nel ruolo avendolo già cantato a Verona. Salas è un cantante dal timbro delicato e dall’emissione morbida ed elegante. Gli acuti sono sicuri e l’ottima musicalità gli permette di esaltare il lato più lirico del personaggio. Sul piano espressivo è forse un po’ monocorde ma bisogna ammettere che il personaggio non concede molto al riguardo almeno fino al finale dove trova una bella intensità espressiva.
Nofar Yacobi (Lisette) è un soprano “soubrette” dalla voce non grande ma brillante e sicura e scenicamente è attrice convincente mostrando la giusta brillantezza e verve comica. Il canto è facile e preciso, sicuro su tutta la gamma. Solo il volume la penalizza un po’ nei pezzi d’insieme. Prova alterna per il Prunier di Enrico Casari. Ottimo attore e interprete sensibile coglie bene tutte le sfumature del personaggio ma la voce ci è parsa un po’ anonima come timbro e soprattutto carente di quel canto elegantemente svagato che dovrebbe caratterizzare il personaggio. Marcello Rosiello ha una buona autorevolezza negli interventi di Rambaldo che – eseguendosi la versione tradizionale – si riducono a poca cosa. Ben centrate le parti di fianco con particolare rilievo del trio femminile ma merita una menziona anche la sonora voce di basso di Daniele Cusari. Buona presenza di pubblico anche se la sala non era gremita. Calorosissimo successo di pubblico per tutti gli interpreti.