Atene, Museo dell’Acropoli: “Civiltà antiche della Basilicata. Tesori ritrovati. XI-VI sec. a.C”

Atene, Museo dell’Acropoli
CIVILTA’ ANTICHE DELLA BASILICATA. TESORI RITROVATI. XI-VI SEC.A.C.
Nel cuore di Atene, nella splendida cornice del Museo dell’Acropoli, una mostra dal sapore antico racconta la storia della Basilicata e delle sue civiltà perdute. “Civiltà antiche della Basilicata. Tesori ritrovati. XI-VI sec. a.C.” è l’evento culturale che getta luce su una terra di confine, simbolo dell’incontro e della fusione di culture differenti. Aperta dal 18 ottobre 2024 fino al 26 gennaio 2025, l’esposizione permette al pubblico di scoprire tesori archeologici provenienti dalla Basilicata, regione situata nel cuore dell’antica Enotria, che per secoli ha rappresentato un crocevia tra il mondo italico e quello ellenico. La mostra, curata da Massimo Osanna e Annamaria Mauro, si sviluppa in tre sezioni principali e offre al visitatore un vero e proprio viaggio nel tempo. Le testimonianze esposte, mai presentate al grande pubblico prima d’ora, provengono dai musei più importanti della Basilicata: il Museo Nazionale della Siritide, il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto e il Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola” di Matera. Questi reperti, finora conservati nei depositi e restaurati appositamente per l’evento, raccontano la storia di comunità che tra la fine dell’Età del Bronzo e il VI secolo a.C. abitarono un territorio ricco e culturalmente dinamico. Il percorso espositivo è un’occasione per approfondire la conoscenza delle popolazioni italiche, come i Choni e gli Enotri, che occupavano il territorio della Basilicata tra il IX e il V secolo a.C., nonché per esplorare il ruolo dei contatti con il mondo greco. In mostra si possono ammirare oggetti di pregio, tra cui monili in bronzo e ambra, che testimoniano gli intensi scambi commerciali e culturali con le aree trans-adriatica, tirrenica ed egea. Questi artefatti non solo narrano di una terra ricca di risorse, ma anche di una società in cui la commistione culturale è stata fondamentale per la crescita e lo sviluppo della comunità locale. La storia della Basilicata antica è un racconto di interazione e coesistenza tra culture diverse, un territorio che ha visto il succedersi di genti italiche, coloni greci e, più tardi, l’influenza dei Lucani. La mostra cerca di rendere visibile questa complessità, attraverso un’esposizione che mette in luce non solo i manufatti materiali, ma anche i legami invisibili che univano le diverse comunità. Tra i pezzi di maggiore rilievo si trovano le ceramiche dipinte, tipiche dell’arte greca, che testimoniano l’assimilazione di tecniche e stili provenienti dal mondo ellenico. Non mancano inoltre armi, utensili e ornamenti che raccontano la vita quotidiana e le credenze delle popolazioni locali. Il valore simbolico di questa esposizione è stato sottolineato dal Direttore generale del Museo dell’Acropoli, Nikolaos Chr. Stampolidis, il quale ha evidenziato il carattere poetico dei reperti in mostra, descrivendoli come “oggetti che raccontano storie di vite passate, di sogni e credenze che ancora oggi risuonano attraverso i secoli“. Questa idea è stata ripresa anche da Massimo Osanna, che ha definito la Basilicata un “paesaggio dell’intreccio“, un luogo in cui la storia ha visto il continuo intersecarsi di culture diverse, dal mondo italico ai Greci della Magna Grecia. Durante la cerimonia di inaugurazione sono intervenuti diversi rappresentanti del mondo culturale e diplomatico, tra cui Filippo La Rosa, Vice Direttore generale per la Diplomazia pubblica e culturale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano, il quale ha definito la mostra “un potente strumento di diplomazia culturale“, in grado di rafforzare i legami storici e culturali tra Italia e Grecia. L’Ambasciatore d’Italia in Grecia, Paolo Cuculi, ha invece sottolineato l’importanza di queste iniziative per mantenere vivo il dialogo interculturale nel Mediterraneo, una regione che è stata il crogiolo di molte delle più grandi civiltà della storia. Annamaria Mauro, Direttrice dei Musei Nazionali di Matera, ha parlato dell’importanza di far conoscere il patrimonio della Basilicata a un pubblico internazionale, evidenziando come la mostra rappresenti un’opportunità unica per scoprire un territorio spesso trascurato dalla grande narrativa storica, ma che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle dinamiche mediterranee. I reperti esposti, secondo Mauro, testimoniano la ricchezza delle relazioni interculturali che si sono sviluppate lungo le coste del Mar Ionio e nel cuore dell’entroterra lucano, un’area che ha vissuto fasi alterne di conflitto e collaborazione, ma sempre con un profondo senso di apertura verso l’altro. Il valore culturale dei reperti esposti è amplificato dalla loro straordinaria varietà: si va dalle armi e dagli strumenti utilizzati nelle attività quotidiane, fino agli oggetti di culto e agli ornamenti personali che testimoniano il ruolo centrale della religione e delle credenze spirituali nelle comunità antiche. Particolarmente interessante è la sezione dedicata ai corredi funerari, che forniscono preziose informazioni sulla vita e la morte degli abitanti della Basilicata antica. La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano, la Direzione Regionale Musei Nazionali della Basilicata, il Museo Nazionale di Matera, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il sostegno dell’Ambasciata d’Italia in Grecia e dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene. Quest’ultimo, per tutta la durata dell’esposizione, ospiterà anche una selezione di venti reperti archeologici provenienti dalla Basilicata, offrendo così un’ulteriore prospettiva su una terra ricca di storia e di fascino. Questa cooperazione internazionale rappresenta un esempio di come la cultura possa agire da ponte tra nazioni, promuovendo la conoscenza reciproca e il rispetto tra popoli diversi. L’ingresso alla mostra è gratuito, offrendo a tutti l’opportunità di immergersi in un racconto affascinante di uomini e donne che hanno popolato queste terre migliaia di anni fa, in un contesto di profonda commistione culturale. Inoltre, il catalogo della mostra, disponibile in greco moderno, italiano e inglese, arricchisce l’esperienza con approfondimenti e analisi sui reperti esposti. Le visite guidate, a partire dal 22 ottobre, permetteranno ai visitatori di esplorare a fondo i tesori archeologici esposti, rendendo vivo il passato e le storie delle civiltà che hanno forgiato la storia del Mediterraneo. Un’occasione imperdibile per riscoprire la storia attraverso gli oggetti che ne sono stati testimoni silenziosi, e per comprendere come il dialogo tra le culture del passato possa ancora oggi insegnarci molto sul nostro presente.@photocreditMIC