Amici della Musica di Padova: Alexander Gadjiev in concerto

Padova, Auditorium C. Pollini, Stagione Amici della Musica di Padova 2024/25
“Un pianoforte per Padova”
Pianoforte  Alexander Gadjiev
György Ligeti: Musica ricercata n. 1 e 2; John Corigliano: Fantasia su un Ostinato;
Ludwig van Beethoven: Allegretto dalla Sinfonia n. 7 (trascr. F. Liszt)Franz Liszt:
Funérailles S. 173/7; Frédéryck Chopin: Preludi op. 28 n. 23, 22, 18, 13, 10, 2; Aleksandr Skrjabin: Sonata n. 9 “Messa Nera”;Ludwig van Beethoven: Variazioni op. 35
Padova,  08 ottobre 2024
La 68°stagione degli Amici della Musica di Padova si è aperta con il ritorno di Alexander Gadjiev, pianista tra i più talentuosi della sua generazione, che ha offerto al pubblico una performance di straordinaria intensità e sensibilità interpretativa. L’interprete a soli ventinove anni possiede già un curriculum straordinario: vincitore di numerosi concorsi e premi (tra tutti il secondo Premio conquistato al XVIII Concorso Chopin), vanta una carriera  internazionale. Alexander Gadjiev si distingue nel panorama pianistico internazionale non solo per la sua tecnica impeccabile, maScri anche per una profonda sensibilità artistica che lo rende un interprete unico. Il suo approccio al repertorio è caratterizzato da una ricerca continua del significato musicale, che si traduce in esecuzioni capaci di coniugare un virtuosismo di altissimo livello con una notevole profondità espressiva. Un altro punto di forza di Gadjiev è la sua capacità di affrontare con pari maestria tanto il grande repertorio classico quanto le opere meno eseguite. La sua lettura di autori come Chopin, Liszt o Scriabin è al tempo stesso rispettosa delle tradizioni e innovativa, capace di offrire una visione personale senza mai perdere di vista il cuore della partitura. Nel primo tempo l’interprete sembra quasi prenderci per mano per condurci in una dimensione che prende forma poco a poco. Seguendo un filo logico concettuale sapientemente costruito, si parte dalla ricorsività di un singolo suono per arrivare, con un continuo crescendo e senza soluzione di continuità, all’esplosione, forse dolorosa, che si risolve in un tripudio sia armonico che sonoro.
L’esecuzione di Musica Ricercata n. 1 e 2 di György Ligeti è una vera immersione nell’essenza minimalista e sperimentale della musica del compositore ungherese. Gadjiev si confronta con due dei pezzi più intriganti del repertorio pianistico del XX secolo, dando vita a un’interpretazione carica di tensione e precisione. Il primo brano, costruito quasi interamente su un’unica nota (la “A”) è una sfida di controllo e dinamica. Nel secondo pezzo, dove il materiale melodico si espande con l’introduzione di intervalli più complessi e un ritmo più serrato, Gadjiev riesce a mettere in risalto le qualità timbriche e ritmiche del brano, rendendo omaggio allo spirito di ricerca sonora di Ligeti. La Fantasia su un Ostinato di John Corigliano è un’opera che affonda le sue radici nella modernità musicale, proponendo un dialogo costante tra ripetizione e variazione. Alexander Gadjev ne ha offerto una lettura profonda e coinvolgente, portando alla luce tutte le sfumature di questa composizione complessa. Il brano è ispirato al secondo movimento della Settima Sinfonia di Beethoven, costruendo l’intera opera su un ostinato ripetuto, una linea ipnotica e minimale che Gadjev riesce magistralmente a catturare.  L’Allegretto dalla Settima Sinfonia di Ludwig van Beethoven, nella magistrale trascrizione per pianoforte di Franz Liszt, è un’opera carica di solennità e pathos. Nell’interpretazione del pianista emerge una sensibilità rara, capace di coniugare la monumentalità della sinfonia originale con la trasparenza e l’intimità richieste dalla trascrizione lisztiana. L’interpretazione di Funérailles di Franz Liszt è un viaggio intenso e profondamente emozionale che coglie a pieno il carattere funebre e maestoso del pezzo. La composizione, una delle più celebri tra le Harmonies Poétiques et Religieuses, è un omaggio al crollo degli ideali rivoluzionari del 1848. Fin dall’inizio, con quei rintocchi di campana sommessi e scuri che aprono il brano, il pianista riesce a creare un’atmosfera di solenne gravità, conducendoci poi dalle sezioni più liriche e meditative a quelle più drammatiche e tumultuose, senza mai perdere la coerenza emotiva del discorso musicale. La seconda parte del concerto si apre con una selezione dei Preludi op. 28 di Chopin (n. 23, 22, 18, 13, 10, 2). Ogni Preludio è un piccolo universo musicale, e Gadjev riesce a esplorarli con una sensibilità che lascia il segno, dimostrando non solo una grande padronanza tecnica ma anche una profonda comprensione dell’universo musicale di Chopin. La Sonata n. 9 “Messa Nera”, composta da Aleksandr Skrjabin nel 1912-13, è una delle opere più enigmatiche e visionarie del repertorio pianistico. L’interprete ne ha offerto una lettura magnetica, esaltandone il carattere oscuro e mistico che permea l’intera composizione. La complessità armonica e le ardite progressioni cromatiche della Messa Nera vengono esplorate con grande attenzione ai dettagli, senza mai perdere il senso di un filo narrativo che si dipana in un crescendo di tensione spirituale. L’esplorazione degli intervalli dissonanti e l’intensità emotiva con cui il pianista esegue le sezioni più turbolente risultano in un viaggio quasi ipnotico verso l’ignoto. Le Variazioni op. 35 di Ludwig van Beethoven, basate sul tema del quarto movimento della sinfonia Eroica, rappresentano una delle vette della produzione beethoveniana per pianoforte, sia per la complessità formale che per l’audace sperimentazione armonica. Il tema, introdotto con rigore, è reso con una maestosità che richiama la solennità beethoveniana; Gadjiev riesce a infondere vitalità ad ogni variazione, tratteggiando con grande eleganza i contrasti dinamici e ritmici. Particolarmente efficace è l’uso del rubato, che Gadjiev gestisce con un senso di libertà mai arbitrario, ma sempre al servizio della narrazione musicale. Le sezioni più brillanti e tecnicamente impegnative sono eseguite con una tale fluidità che quasi nascondono la loro difficoltà, pur mantenendo una tensione drammatica che cattura l’ascoltatore. La fuga finale, il climax dell’opera, è articolata con chiarezza e precisione e il pianista riesce a mantenere una trasparenza nelle voci che consente di apprezzare pienamente l’abilità contrappuntistica di Beethoven. Il pubblico padovano ha accolto con entusiasmo la performance di Alexander Gadjiev, tributandogli lunghi applausi e richieste di bis, a cui il pianista ha generosamente risposto con quattro brani di Chopin, tra cui due mazurke e la Polacca in la bemolle maggiore op. 53, dimostrando, bisogna ammetterlo, anche una grande resistenza fisica. Una serata memorabile, che resterà impressa nella memoria di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di assistervi.