Airat Ichmouratov (b. 1973): “Piano Concerto – Viola Concerto n. 1”

Airat Ichmouratov (b. 1973): Piano Concerto, Op. 40 (2012 – 13, revised 2021). Piano part edited by Jean-Philippe Sylvestre To Jean-Philippe Sylvestre. Concerto No. 1, Op. 7 (2004, revised 2021) in G minor for Viola and Orchestra. Viola part edited by Elvira Misbakhova. Elvira Misbakhova (viola). Jean-Philippe Sylvestre (pianoforte). London Symphony Orchestra. Carmine Lauri (direttore). Natalia Lomeiko (direttore ospite). Registrazione: LSO St Luke’s, Londra 19-20 Aprile (Concerto per pianoforte), 5 maggio (Concerto per viola n. 1). T. Time: 75′ 53″. 1 CD CHANDOS CHSA 5281
Il Concerto n. 1 per viola e orchestra e il Concerto per pianoforte e orchestra del compositore russo, naturalizzato canadese Airat Ichmouratov, che non ha mai nascosto la sua preferenza per una scrittura ancorata al sistema tonale, costituiscono il programma di una recente proposta discografica della Chandos, come dimostrato anche da questi due lavori composti in tempi diversi, ma rivisti di recente. Il primo fu scritto, infatti, nel 2004 per la violista Elvira Misbakhova, che aveva chiesto a Ichmouratov, allora studente di direzione d’orchestra a Montreal, un concerto che avrebbe dovuto essere da lei eseguito in occasione del suo esame di dottorato e nel quale convivessero elementi virtuosistici e momenti lirici, mentre il secondo, composto nel 2012-2013, è rimasto per quasi una decina d’anni nel cassetto dal quale è stato tratto grazie al contributo del pianista Jean-Philippe Sylvestre il quale ha apportato alla parte del solista anche modifiche, necessarie soprattutto in considerazione del fatto che Ichmouratov è un clarinettista e non un pianista. In tre movimenti, entrambi i lavori si riallacciano alla grande tradizione tardo-romantica di questa forma e, pur segnalandosi per la bellezza di alcune melodie e per la ricca tavolozza orchestrale utilizzata da Ichmouratov, che sicuramente dimostra un’ottima padronanza dei mezzi espressivi, destano dubbi e perplessità sulla validità e l’interesse che possa suscitare una scrittura che nel 2023 appare alquanto anacronistica se non del tutto superata. All’ascolto, infatti, si ha l’impressione di trovarsi di fronte a composizioni che rivelano un solido mestiere, senza far gridare al capolavoro. Ottima comunque l’esecuzione da parte di Elvira Misbakhova che, come Sylvestre, ha dato anche lei il suo contributo alla parte solistica e che evidenzia una splendida e calda cavata nei passi maggiormente espressivi, come il secondo movimento del Concerto per viola, e una solida tecnica nei momenti virtuosistici. Stesso discorso va fatto anche per il pianista Jean-Philippe Sylvestre, anche lui dotato di una solida tecnica e di un tocco veramente espressivo. Ottima anche la prova della London Symphony Orchestra, ben diretta da Carmine Lauri nel Concerto per pianoforte e da Natalia Lomeiko in quello per viola