Venezia, Scuola Grande San Giovanni Evangelista: “Passione violoncello” col Quartetto Cambini-Paris e Marion Martineau

Venezia, Scuola Grande San Giovanni Evangelista, Festival “Passione violoncello”, 21 settembre-24 ottobre 2024
PASSIONE VIOLONCELLO”
Quatuor Cambini-Paris
Violini Julien Chauvin, Karine Crocquenoy
Viola Pierre-Éric Nimylowycz
Violoncello Atsushi Sakai
Altro violoncello Marion Martineau
Charles-Nicolas Baudiot: Quintette avec deux violoncelles no 1, op. 34; Auguste Franchomme: Romance pour violoncelle et quatuor à cordes, op. 10; Théodore Gouvy: Quintette avec deux violoncelles no 1 en mi mineur

Venezia, 21 settembre 2024
Anche quest’anno la Sala Capitolare della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista ha fatto da sontuosa cornice al concerto inaugurale del festival d’autunno – organizzato dal Palazzetto Bru Zane-Centre de Musique Romantique Française – divenuto ormai un’attesa consuetudine veneziana, che richiama un pubblico sempre più numeroso. L’attuale rassegna, Passione violoncello – apertasi il 21 settembre, per concludersi il 24 ottobre 2024 – è dedicata, come indica il titolo, non a un autore o a un periodo della storia musicale francese, bensì ad uno strumento: il violoncello. Considerato il portavoce, forse per eccellenza, della sensiblerie romantica, il violoncello raggiunge il culmine della propria evoluzione nell’Ottocento, coniugando l’affinamento tecnico, gradatamente raggiunto, a una vocazione espressiva incline al sentimento, grazie anche alla ricchezza avvolgente del timbro, che lo caratterizza. Valorizzato dai compositori dell’epoca, tra cui vari violoncellisti – che esplorano nelle pagine da loro scritte le potenzialità dello strumento, allargandone i confini tecnico-espressivi –, lo strumento si emancipa definitivamente dal tradizionale ruolo di accompagnamento.

È all’interno dei salotti che, nell’ottocento si sperimentano le formazioni strumentali più svariate. Grande entusiasmo – per quanto momentaneo – fu suscitato, in questi luoghi, dove si riuniva la mondanità, il quintetto con due violoncelli, dimostrando quanto il pubblico fosse attratto dal virtuosismo del violoncello principale, trattato come solista, cedendo nel contempo al fascino emanato dal suono prettamente romantico dello strumento. Fiorì, dunque, in Francia un ricco repertorio per questa formazione, ancora tutto da riscoprire, con buona pace di Schubert e del tuo celebre Quintetto.
Interpreti dei titoli in programma erano i solisti del Quartetto Cambini-Paris – che si dedica al repertorio musicale celebre, eseguito su strumenti d’epoca, e contemporaneamente alla riscoperta di compositori francesi dimenticati – composto da Julien Chauvin e Karine Crocquenoy (violini), Pierre-Éric Nimylowycz (viola), Atsushi Sakai (violoncello), ai quali si è unita, per l’occasione, Marion Martineau (altro violoncello) che, in duo con Atsushi Sakai, affronta un repertorio sei-settecentesco e contemporaneo.
Equilibrio, senso dell’insieme, eleganza e rotondità del suono, adeguatezza rispetto al codice estetico relativo ai pezzi proposti: queste le caratteristiche salienti della performace offerta dagli esecutori, le cui indubbie doti interpretative erano complementari ad una preparazione tecnica superlativa.
Questo si è colto nel quintetto di Bodiot – uno dei violoncellisti-compositori, cui si è fatto cenno – probabilmente pubblicato nel 1837, quando il maestro si ritirò dal Conservatorio di Parigi. Un’esecuzione, in cui il primo violino ha svolto egregiamente il proprio ruolo di solista, ma anche gli altri stumentisti hanno affrontato con bravura i passaggi virtuosistici, che l’autore loro affida.
Virtuosismo e cantabilità hanno caratterizzato Romance di Auguste Franchomme – primo violino dell’Opéra Italien –, che qui si confronta con un genere all’epoca di gran moda, partendo con una linea melodica chiara dal carattere pastorale, che privilegia i valori lunghi e ricorre alla ripetizione di certi ritmi (come il motivo semiminima puntata-croma-semiminima), per poi dare spazio al virtuosismo del violoncello principale e concludere con doppie corde ed espressivi arpeggi. Ottimo bilanciamento delle parti e inappuntabili interventi da parte dei singoli strumentisti, cui Gouvy richiede un impegno notevole, hanno caratterizzato l’esecuzione del quintetto di Gouvy, un lavoro, che guarda a Boccherini, Schubert, Onslow e forseconsiderato troppo “tedesco” all’epoca in cui nacque. Calorosissimo successo con numerose chiamate.