Le Cantate di Johann Sebastian Bach: sedicesima domenica dopo la Trinità

Christus, der ist mein Leben BWV 95 eseguita la prima volta a Lipsia il 12 settembre 1723 è la seconda delle quattro Cantate bachiane per la sedicesima domenica dopo la Trinità. Opera stupenda ed imprevedibile che Bah avvia arditamente  con la citazione di due Corali, frapponendo fra l’uno e l’altro un recitativo che prosegue nell’accompagnamento obbligato, i disegni  esposti nella frase iniziale del brano. Le citazioni sono ancora una volta la conseguenza di una perfetta padronanza  di una analogia e e similitudine  fra i vari passi della  delle scritture e la proposta della liturgia. Il Corale  che da il titolo all’opera  “Cristo, tu sei la mia vita e morie è il mio premio” si addice all’episodio di Luca che già abbiamo citato nella precedente  Cantata, e poiché la prima strofa del Corale termina con la parola “Con gioia me ne vado”, risulta pressoché diretto il richiamo a un altro Corale  “Mit Fried und Freud” che altro non è se non la versione tedesca ad opera di Martin Lutero  del “Canticus Simenonis” , cioè del Magnificat. Così tutto l’episodio  riceve giustificazione da un trascorrere per analogie da un testo all’altro. La bellissima aria tripartita del tenore (Nr.5) prepara al “passaggio estremo”: “Ah, suona presto, ora benedetta, l’ultimo rintocco della campana!” con un improvvisa ed eloquente  deviazione dalle leggi del simbolismo, Bach si compiace di organizzare una pagina, ne è veicolo il tenore, nella quale il descrittivismo è l’anima  vincente, lo strumento docile della poesia. Il pizzicato degli archi scandisce il tempo che viene poi fermato da un artificio elegantissimo, un effetto d’eco di 2 oboi d’amore. In precedenza erano state poste le premesse per il distacco dal mondo con la trasformazione in aria (Nr.3) del Corale “Voglio dirti addio, falso e perfido mondo, anche qui inserendo nel tessuto orchestrale la parte obbligata di 2 oboi d’amore. E ancora, naturalmente, è un Corale a chiudere la meditazione sulla morte  e sulla liberazione da quella che il fedele potrà ottenere.
Nr.1 – Corale e recitativo (Tenore)
Cristo, tu sei la mia vita,
morire è il mio premio;
a te mi abbandono,
con gioia me ne vado.
Con gioia,
sì, con cuore lieto
voglio partire da quaggiù.
E se oggi stesso mi fosse detto: tu devi!
sarei docile e pronto a far sì che
questo povero corpo, queste membra scarnificate,
il vestito di ogni mortale,
torni alla terra
e riposi nel suo seno.
Il mio canto funebre è già pronto:
ah, che possa cantarlo oggi!
Con pace e gioia me ne vado,
secondo la volontà di Dio,
consolàti sono il mio cuore e la mia mente,
calmi e sereni.
Dio me lo aveva promesso:
la morte è diventata il mio sonno.
Nr.2 – Recitativo (Soprano)
Addio, mondo crudele!
Ormai non ho più niente a che fare con te;
la mia dimora è gia pronta,
posso riposare in pace
più di quanto ero presso di te,
lungo le rive dei fiumi di Babilonia,
ad ingoiare il sale della lussuria,
nei tuoi giardini del piacere dove
non poter cogliere che le mele di Sodoma.
No, no! Ora posso dichiarare con coraggio:
Nr.3 – Corale (Soprano)
Voglio dirti addio,
falso e perfido mondo,
la tua vita di peccato
non può piacermi.
La buona dimora nel Paradiso,
lassù è la mia aspirazione.
Dio ricompenserà per l’eternità
chi lo ha servito quaggiù.
Nr.4 – Recitativo (Tenore)
Ah, possa venire presto il momento
in cui vedrò la morte,
fine di tutte le sofferenze,
impadronirsi delle mie membra;
è lei che vorrei per il mio corpo
e nella sua attesa contare tutte le ore.
Nr.5 – Aria (Tenore)
Ah, suona presto, ora benedetta,
l’ultimo rintocco della campana!
Vieni, vieni, ti tendo la mano,
vieni, metti fine alla mia sofferenza,
giorno tanto desiderato della morte!
Nr.6 – Recitativo (Basso)
Poichè so
e credo fermamente
che dalla mia tomba
avrò un accesso sicuro al Padre.
La mia morte non è che un sonno
grazie al quale il corpo, liberato dalle
preoccupazioni,
giunge al riposo.
Come il pastore cerca la pecora smarrita,
così Gesù saprebbe trovarmi, poiché
lui è il mio capo e io una delle sue membra!
Per questo ora posso, con spirito gioioso,
fondare la mia beata resurrezione sul mio Salvatore.
Nr.7 – Corale
Poichè so
e credo fermamente
che dalla mia tomba
avrò un accesso sicuro al Padre.
La mia morte non è che un sonno
grazie al quale il corpo, liberato dalle
preoccupazioni,
giunge al riposo.
Come il pastore cerca la pecora smarrita,
così Gesù saprebbe trovarmi, poiché
lui è il mio capo e io una delle sue membra!
Per questo ora posso, con spirito gioioso,
fondare la mia beata resurrezione sul mio Salvatore.
Traduzione Emanuele Antonacci