Le cantate di Johann Sebastian Bach: quindicesima domenica dopo la Trinità

Was Gott tut, das ist wohlgetan BWV 99 esguita la prima volta a Lipsia il 17 settembre 1724, è la seconda delle tre Cantate bachiane destinate alla quindicesima domenica dopo la Trinità. L’incipit di questa partitura lo ritroviamo in altre 2 Cantate, la nr.98 e la nr.100. Una Cantata, per quanto riguarda il testo, sul lied del 1574 di  Samuel Rodigast (1649-1708) che ha per protagonista il flauto traverso (frequentemente adoperato durante l’estate del 1724) qui utilizzato in tutti i brani, ad esclusione dei 2 recitativi, in funzione solistica, concertante (aria nr.3), o di ripieno (Nr.6, Corale), concertante con l’oboe (Coro nr.1) e dialogante con lo stesso strumento nell’aria-duetto (Nr.5) con il solo basso continuo, come nell’aria precedente. il tono virtuosistico è particolarmente presente nell’aria tripartita del tenore (nr.3), una superba pagina, in cui si alternano espressioni dolenti, passaggi cromatici ascendenti e discendenti, per sottolineare la disperazione dell’anima, con rapidi passi che sembrano tradurre la gioia di trovare in Dio colui che cura ogni male. Spicca comunque il coro d’apertura (nr.1), un Mottetto su “cantus firmus” alla voce di soprano con un raddoppio da parte del Coro, una esposizione vocale di tipo “arcaico” che si alterna con inserti strumentali concertanti di grande modernità.
Nr.1 – Coro
Ciò che Dio fa, è ben fatto,
i suoi disegni restano giusti;
qualunque sia il corso del mio destino,
mi atterrò in silenzio al suo volere.
Egli è il mio Dio,
nella necessità
saprà soccorrermi;
non ho che da lasciarlo agire.
Nr.2 – Recitativo (Basso)
La sua parola di verità è forte
e non mi deluderà
perché non abbandona né perde
coloro che credono.
Sì, mi conduce sul cammino della vita,
il mio cuore è sereno e soddisfatto
dell’amore paterno e misericordioso di Dio
e sa essere paziente
quando l’avversità lo colpisce.
Dio che tutto può con le sue mani
allontana da me la disgrazia.
Nr.3 – Aria (Tenore)
Non tremare, anima angosciata,
se il calice della croce
ha un gusto tanto amaro!
Dio è medico saggio e autore di miracoli,
che non ti offrirebbe un veleno mortale,
anche se la sua dolcezza fosse nascosta.
Nr.4 – Recitativo (Contralto)
Ora, l’alleanza stretta per l’eternità
resta il fondamento della mia fede.
Essa parla con fiducia,
nella morte e nella vita:
Dio è la mia luce,
a lui voglio donarmi.
E anche se ogni giorno
porta con sé la sua pena,
una volta superata la sofferenza,
dopo aver abbastanza pianto,
verrà infine il tempo della redenzione,
quando si manifesterà la sincera lealtà di Dio.
Nr.5 – Aria-Duetto (Soprano, Contralto)
Quando le amare sofferenze della croce
combattono le debolezze della carne,
questo è un bene.
Chi nei suoi vani pensieri
considera la croce insopportabile,
non avrà in futuro alcun piacere.
Nr.6 – Corale
Ciò che Dio fa, è ben fatto,
a questo voglio attenermi.
Se anche fossi spinto sull’aspra via
del pericolo, della morte, della miseria,
allora Dio
come un padre
mi prenderà tra le sue braccia;
perciò a lui voglio affidarmi.
Traduzione Emanuele Antonacci