Antoine Forqueray (1672-1745): Prélude Non Mesuré En Ré Mineur; Jean-Baptiste Forqueray (1699-1782): Première Suite en ré mineur; François Couperin (1668-1733): Troisième Livre De Pièces De Clavecin Ordre XVII (La Superbe ou la Forqueray); Antoine Forqueray: Suite pour trois violes, transcribed for solo harpsichord by Justin Taylor; Jacques Duphly (1715-1789): Troisième livre de pièces de clavecin (La Forqueray); Jean-Baptiste Forqueray: Cinquième suite en do mineur. Justin Taylor (clavicembalo). Registrazione: 13-16 marzo 2016 presso Notre Dame De Bon Secours (Parigi). T.Time: 79′ 15″. 1CD ALPHA CLASSICS ALPHA 247
Parenti serpenti, verrebbe da dire, citando il titolo di un famoso film di Mario Monicelli, per la Famille Forqueray, che, protagonista di un’originale proposta discografica dell’etichetta ALPHA CLASSICS, non si distinse certo per l’armonia e l’amore tra i suoi membri. Dei tanti musicisti, che compongono questa famiglia, soltanto due sono stati quelli che hanno raggiunto una certa fama: il violista Antoine Forqueray (1672-1745) e il figlio Jean-Baptiste Forqueray (1699-1782), pure lui violista, avuto con la clavicembalista Henriette-Angélique Houssu che Antoine aveva sposato nel 1697, ma dalla quale si sarebbe separato definitivamente nel 1710, nonostante i due coniugi condividessero il comune amore per la musica e la donna lo accompagnasse spesso al clavicembalo. Diventato giovanissimo Ordinaire de la chambre du Roi, Luigi XIV, rimasto impressionato dal suo virtuosismo nel suonare la viola da gamba tanto da chiedergli di insegnargli a suonarla, Antoine fu gelosissimo del figlio Jean-Baptiste che, vero e proprio enfant prodige, aveva suscitato l’entusiasmo del re in occasione di una sua esibizione all’età di cinque anni. Antoine, da parte sua, non solo fece rinchiudere il figlio quando aveva appena 15 anni nella prigione di Bicêtre, ma dieci anni dopo lo fece mandare in esilio con una Lettre de cachet. Grazie ad amicizie influenti, Jean-Baptiste sarebbe ritornato due anni dopo a Parigi, dove finalmente il suo talento fu riconosciuto tanto che egli si esibì con i più grandi musicisti dell’epoca e, alla fine, successe, nel 1742, al padre a corte. Morto il padre nel 1745, due anni dopo, Jean-Baptiste pubblicò cinque suite in due versioni, una per viola da gamba e basso continuo e l’altra per clavicembalo affermando nella prefazione che erano state composte dal suo “defunto padre”. In realtà quest’attribuzione al padre desta non poche perplessità innanzitutto perché molti dei brani sono dedicati a persone che, in realtà, facevano parte dell’entourage del figlio il quale, secondo quanto da lui stesso affermato, avrebbe composto solo alcuni pezzi e avrebbe aggiunto il basso alle composizioni che sarebbero state scritte dal padre per viola sola. Al di là delle intrinseche difficoltà inerenti alla loro attribuzione, questi brani illuminano una prassi piuttosto diffusa all’epoca, quella di disegnare ritratti musicali di personaggi secondo un procedimento tipico della musica francese del Seicento e del Settecento in base al quale le danze tipiche della suite diventavano un’occasione per descrivere personaggi e situazioni. Tra i ritratti troviamo musicisti celebri come Couperin, ultimo brano della Prima suite, Forqueray, forse un ricordo del padre scritto dal figlio Jean-Baptiste, e Rameau (primo brano della Quinta suite. A completare il ricco e anche molto bello programma sono, infine, due ritratti abbastanza famosi di Forqueray, usciti dalla penna di Jacques Duphly (1715 – 1789) e di François Couperin (1668-1733), e la Suite per tre viole di Antoine, trascritta per clavicembalo da Justin Taylor. In qualità di interprete, l’artista, su un clavicembalo costruito sul modello di un Ruckers-Hemsch costruito da Anthony Sidey e Frédéric Bal, perfetto per questo tipo di repertorio, si accosta a queste musiche con grande senso dello stile, rendendo al meglio i valori espressivi di queste pagine, alcune delle quali sono dei piccoli autentici gioielli come, del resto, buona parte delle composizioni francesi di questo periodo.