Il Teatro del Maggio riprende la programmazione operistica con La cenerentola, ossia la bontà in trionfo, di Gioachino Rossini. La prima è in cartellone il 20 settembre alle ore 20 e le repliche il 22 ( alle ore 15.30), poi il 24 e 27 settembre alle ore 20. Sul Podio dell’Orchestra e del Coro del Maggio, Gianluca Capuano. La regia è di Manu Lalli. Il direttore del Coro è Lorenzo Fratini. Nella parte di Cenerentola/Angelina, il mezzosoprano Teresa Iervolino, con lei Patrick Kabongo (Don Ramiro), William Hernandez (Dandini), Marco Filippo Romano (Don Magnifico), Maria Laura Iacobellis (Clorinda), Aleksandra Meteleva (Tisbe), Matteo D’Apolito (Alidoro). La prova generale del 17 settembre alle ore 20 grazie a Unicoop Firenze è aperta gratuitamente al pubblico di giovani fino ai 30 anni. L’allestimento, l’ultima volta visto al Maggio nel 2018 per le celebrazioni del 150enario dalla morte del Compositore, nasce dalla messa in scena ridotta del 2017 ideata per il pubblico dei giovani e giovanissimi, sempre di Manu Lalli per Venti Lucenti, e poi ampliato per “i grandi” ancora nel giugno 2017 a Palazzo Pitti. Nella versione di Lalli piena di spirito e fascino, si ricompongono con efficacia narrativa molti dei tratti favolistici della trama liberamente tratta da Perrault e che Rossini aveva tuttavia messo in secondo piano a favore invece di elementi comici e realistici. Si giova delle magnifiche scene dipinte e gli elementi architettonici di Roberta Lazzeri e dai costumi fantasiosi ed eloquenti di Gianna Poli. Le luci sono di Vincenzo Apicella, riprese da Valerio Tiberi. A sottolineare i tratti fiabeschi inoltre non mancano grazie a Manu Lalli le fate che danzano, la pioggia di stelline brillanti e la zucca che si trasformerà in carrozza per portare Angelina alla festa dove incontrerà il principe. Nella fiaba rossiniana la matrigna è sostituita dallo spassosissimo don Magnifico, “intendente dei bicchier e presidente al vendemmiar”; Cenerentola non perde la scarpetta, ma è il furbo Alidoro a organizzare la festa che le farà incontrare il principe, inscenando un falso incidente per permettere a lei di essere riconosciuta. Il lieto fine è assicurato, con una punta di malizia, dalla novella sposa che rivolgendosi al patrigno e alle sorellastre canta “sarà mia vendetta il lor perdono”.