Roma, Museo Nazionale Romano / Palazzo delle Esposizioni: “Materiae: Javier Marin”

Roma, Terme di Diocleziano / Palazzo delle Esposizioni
MATERIAE di JAVIER MARIN
a cura di Laura González Flores
“Io parto dall’idea che il materiale sia un protagonista dell’opera, non solo una soluzione tecnica. Perché ogni materiale ha una sua storia e un suo linguaggio”. JAVIER MARIN

Nel cuore di Roma si celebra un evento di eccezionale rilievo culturale: le opere di Javier Marín, rinomato artista messicano, sono protagoniste di due mostre simultanee ospitate dal Palazzo delle Esposizioni e dal Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Il progetto espositivo, intitolato “Materiae“, si inserisce con impeto nelle celebrazioni dei 150 anni dei rapporti diplomatici tra Italia e Messico, offrendo al pubblico un’esperienza straordinaria nel mondo dell’arte contemporanea. Il titolo della mostra non è solo un nome suggestivo, ma un’esplorazione profonda dell’essenza umana attraverso la materia. Marin frammenta e ricompone l’elemento antropomorfo, rivelando il mistero delle trasformazioni fisiche oltre che spirituali. Il corpo umano diventa un “corpo materico”, esprimendo una visione del mondo integrata e riflessiva. La materia non è solo substrato, ma parte indissociabile dell’immagine stessa, portando significato e comunicazione, e creando un dialogo visivo e concettuale tra artista e spettatore. Javier Marín, nato nel 1962 a Uruapan, Messico, ha consolidato una carriera artistica di oltre trent’anni caratterizzata da un profondo dialogo tra tradizione e innovazione. Scultore, disegnatore e pittore, Marín ha sempre omaggiato la cultura e la storia dell’arte italiana, mescolando abilmente temi di ispirazione preispanica con forme e linguaggi propri del manierismo toscano e del barocco romano. Questa fusione di influenze si riflette nelle sue opere, che incarnano una visione unica e vibrante del mondo. La mostra si dispiega in due prestigiose sedi romane: al Palazzo delle Esposizioni Roma e al Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano. Ogni sede offre una prospettiva unica sul percorso artistico di Marín, esplorando il suo processo creativo dalla preparazione dei disegni fino alla trasformazione in sculture monumentali e arazzi che catturano l’immaginazione. Al Palazzo delle Esposizioni, il visitatore è immerso nella produzione più recente di Marín, caratterizzata dall’uso innovativo delle tecnologie contemporanee e dal tema della sostenibilità ambientale. Qui sono esposte 35 opere realizzate principalmente in resina poliestere amaranto, un materiale che Marín utilizza con maestria mescolandolo con elementi organici come semi di amaranto, terra, tabacco, carne secca e petali di fiori. Questa scelta non solo enfatizza la sostenibilità ma conferisce alle opere di Marín una vivacità e una profondità cromatiche uniche nel loro genere. Nel suggestivo scenario delle Terme di Diocleziano, la mostra offre una panoramica antologica del lavoro di Javier Marín, esplorando un arco temporale che abbraccia l’evoluzione del suo stile dagli anni Novanta fino ai giorni nostri. Circa cinquanta opere di medie e grandi dimensioni sono selezionate per raccontare il percorso artistico dello scultore, mettendo in luce le tematiche centrali che animano la sua poetica. Al centro della poetica di Javier Marín si trova il corpo umano, una costante di riflessione e sperimentazione. Le sue sculture, che rappresentano figure maschili e femminili nude, imponenti, disarticolate, contorte e lacerate, esplorano la corporeità umana in tutta la sua complessità emotiva e fisica. Le opere di Marín non solo dialogano con l’arte antica e con i maestri del passato come Michelangelo, Cellini e Rodin, ma rielaborano questi influssi attraverso un linguaggio personale che integra tradizione e innovazione.  I soggetti scultorei dell’artista sono vere e proprie presenze che richiedono spazio e attraggono per la loro condizione di corpi contorti, sospesi, esenti dal rispondere alle leggi della fisica e della gravità. Uno spasimo violento pare agitare profondamente le loro forme, mentre i loro volti sono straziati da un tormento silenzioso. Questa rappresentazione di angoscia e struggimento trova eco nella firma stilistica dell’artista, che consacra la resa del movimento come propria cifra espressiva. L’energia pulsante che infonde vita alle figure le anima in pose contorte, avviluppate in audaci avvitamenti. In questa rappresentazione, le figure umane assumono una nuova dimensione ontologica, sfidando le convenzioni spaziali e materiali per esplorare il limite tra realtà e immaginazione. La loro condizione contorta e sospesa invita a riflettere sulla natura della forma e della percezione, suggerendo una metamorfosi simbolica che supera la semplice fisicità per abbracciare un’esistenza più profonda e astratta. La varietà e la raffinatezza dei materiali utilizzati da Marín – bronzo, terracotta, resina e altri – evidenziano la sua straordinaria versatilità tecnica e concettuale. La preferenza per la resina poliestere, normalmente destinata a usi industriali, arricchita con elementi organici (carne secca, petali di fiori, semi di amaranto), non solo conferisce un aspetto materico unico alle sue opere ma testimonia anche la sua ricerca di una dimensione temporale e simbolica nelle sculture. La mostra “Materiae” non è solo un’occasione per esplorare l’universo creativo di Javier Marín ma rappresenta anche un ponte culturale tra Italia e Messico, sostenuto dal Ministero della Cultura italiano, dalla Direzione Generale Musei, dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’ Azienda Speciale Palaexpo, con il patrocinio dell’ Ambasciata del Messico in Italia e la collaborazione di istituzioni come la Fondazione Javier Marín e la Galleria Terreno Baldio Arte.  Attraverso le sue sculture evocative e le sue riflessioni sulla condizione umana, Marín invita il pubblico a esplorare le profondità dell’arte contemporanea, lasciandosi affascinare dall’intensità narrativa delle sue opere e dalla complessità delle sue espressioni artistiche. Questa mostra non solo celebra il passato ma getta le basi per il futuro dell’arte, stimolando la riflessione critica e il dialogo interculturale, elementi essenziali per la costruzione di ponti di comprensione tra le nazioni e per il perpetuarsi della bellezza e dell’ispirazione che solo l’arte può suscitare. Da non perdere.