Pompei, Parco Archeologico: “Riapre la Villa Imperiale e le case storiche”

Pompei Rivela i Suoi Segreti: Aperte la Villa Imperiale e le Case Storiche
Scoperte e restauri trasformano l’esperienza a Pompei dal 1° agosto 2024, mentre l’Antiquarium si rinnova.

Dall’1 agosto 2024, gli scavi archeologici di Pompei offriranno una nuova straordinaria opportunità ai visitatori e agli appassionati di storia antica: l’apertura della Villa Imperiale e delle Case di Trittolemo e del Marinaio. Questo avviene in concomitanza con la temporanea chiusura dell’Antiquarium per lavori di manutenzione e riallestimento di alcune sale espositive. La Villa Imperiale, nonostante non sia provato che fosse di proprietà imperiale, fu costruita abusivamente nell’ultimo decennio del I secolo a.C. e subì danni significativi a seguito del terremoto di Pompei del 62; fu poi completamente ristrutturata, ma poco dopo, probabilmente tra il 73 o il 74, venne riacquistata dal demanio e in parte distrutta per far posto a dei granai ed utilizzata anche come magazzino per i materiali di lavoro della città. La villa, esplorata già in epoca borbonica e poi nuovamente sepolta, fu scoperta nel 1943 a seguito dei bombardamenti dell’antiquarium che sorgeva proprio sopra la costruzione e scavata nuovamente nel 1947 da Amedeo Maiuri. Di grandi dimensioni, la Villa Imperiale custodisce uno dei maggiori esempi di pittura pompeiana sia in terzo stile, mantenuto durante i lavori di restauro, sia in quarto stile; originariamente su due piani, oggi ne rimane il portico, il triclinio, una diaeta, un oecus e parte del peristilio. L’oecus è di forma rettangolare, alto otto metri, lungo sette e largo sei ed è largamente decorato in terzo stile, mentre la parte alta e la volta sono affrescate in quarto stile, segno di possibile crollo a seguito del terremoto del 62; il pavimento, asportato durante il XVIII secolo, era probabilmente realizzato in marmo ed aveva una forma esagonale, così come dimostrato dalle impronte rimaste sul piano di calpestio. Le pareti sono decorate con uno zoccolo rosso porfido, seguito da una breve striscia in nero e poi un’ampia zona centrale che presenta al centro un affresco a tema mitologico, diviso dal resto della parete da colonne, alla cui base è decorato con fregi con putti e psichi; le scene mitologiche delle edicole centrali raffigurano rispettivamente Dedalo ed Icaro, il più bello ritrovato a Pompei, che ritrae Icaro al suolo aiutato da una ninfa e Dedalo in volo, Teseo ed il Minotauro, con il mostro battuto e l’eroe circondato da fanciulli, con due ninfe che assistono alla scena, e Teseo che abbandona Arianna a Nasso, l’unico a non essersi perfettamente conservato. La parte superiore invece è in quarto stile, a fondo nero, con raffigurazioni dionisiache. A completare le decorazioni sei pinakes che raffigurano poeti, tra cui Saffo e Alceo. La diaeta presenta uno zoccolo decorato con forme geometriche, seguito poi da un pannello bianco, nel quale sono raffigurati elementi architettonici come pyrgotoi e thymiateria; la parte superiore infine, sempre in bianco, è ornata con candelabri e colonne. Il triclinio, illuminato da una finestra a tre fori che si affaccia sul giardino, presenta dei pannelli in rosso, con al centro un’edicola decorata, di cui solo quella del lato ovest è rimasta parzialmente conservata: si tratta della raffigurazione di un satiro e di una menade, in un santuario dedicato a Pan; la parte superiore, costruita dopo il terremoto del 62, è colorata in giallo. Il peristilio è decorato con uno zoccolo nero e con pareti in rosso con bande bianche, nel quale sono raffigurati quadri del ciclo tebano, adornati con cariatidi e festoni, ma anche da medaglioni e tavolette asportate durante l’esplorazione borbonica. Il portico è formato dai resti di quarantatré colonne, realizzate in mattoni e ricoperte da stucco bianco, in modo tale da creare le scanalature, le quali circondano un giardino che prima dell’eruzione aveva una vista sul mare. Parallelamente, la Casa del Marinaio e la Casa di Trittolemo aprono i loro cancelli ai visitatori. La Casa del Marinaio, risalente alla fine del II secolo a.C., mostra un interessante mix di zone residenziali e commerciali. I suoi spazi, organizzati attorno a un grande atrio, sono decorati con mosaici in bianco e nero e comprendono un piccolo complesso termale. Il nome della casa deriva dal suggestivo mosaico rappresentante sei prore di navi, simbolo del rifugio sicuro che la casa offriva. La Casa di Trittolemo, situata vicino alla Basilica e al Foro, si distingue per i suoi preziosi affreschi e mosaici, tra cui spicca quello di Trittolemo che riceve un cesto di spighe da Persefone. Questa dimora, costruita nel II secolo a.C. e rinnovata profondamente nel I secolo a.C., si apre sul fondo del cortile con un pavimento a mosaico di rara bellezza, che aggiunge un ulteriore livello di eleganza alla struttura. Nonostante la chiusura temporanea dell’Antiquarium, il bookshop al piano superiore rimarrà aperto, garantendo così continuità nel servizio. Inoltre, il percorso “Pompei per tutti” rimarrà accessibile grazie all’uso dell’ascensore, assicurando così l’accessibilità a tutti i visitatori. Questa riorganizzazione offre una nuova prospettiva sull’antica città di Pompei, arricchendo l’esperienza dei visitatori con la scoperta di spazi finora meno esplorati e rivelando nuovi dettagli sulla vita quotidiana e sull’architettura romana.