Milano, Teatro alla Scala: “L’histoire de Manon” (cast alternativo)

Milano, Teatro alla Scala, stagione d’opera e balletto 2023/24
“L’HISTOIRE DE MANON”
Balletto in tre atti basato sul romanzo Manon Lescaut dell’ Abbé Prévost.
Coreografia di Kenneth MacMillan
Musica Jules Massenet arrangiamento e orchestrazione di Martin Yates
Manon MYRIAM OULD-BRAHAM
Des Grieux CLAUDIO COVIELLO

Lescaut NICOLA DEL FREO
Monsieur G.M. MASSIMO GARON
L’amante di Lescaut MARTINA ARDUINO
Madame FRANCESCA PODINI
Il carceriere GABRIELE CORRADO
Il capo dei mendicanti VALERIO LUNADEI
Solisti, Corpo di ballo e Orchestra del Teatro alla Scala di Milano
Direttore Paul Connelly
Scene e costumi Nicholas Geōrgiadīs
Milano, 10 luglio 2024
Come avevamo promesso, dopo la serata del 10 luglio siamo tornati al Teatro alla Scala per assistere al debutto della seconda artista ospite, Myriam Ould-Braham, al fianco di Claudio Coviello. Non ripetiamo quanto già detto nella scorsa occasione (qui trovate la nostra recensione), ma ci soffermiamo su questa serata. Myriam Ould-Braham, quantaduenne, è appena andata in pensione dall’Opera di Parigi, teatro nel quale era étoile. Salutata con applausi al suo entrare in palcoscenico, la grande esperienza è stata visibile dalle prime scene, fatta di movenze di grande ricchezza espressiva. Nonostante la grande difficoltà di poter rendere visibile la complessità dei repentini cambi nell’animo di questo personaggio, la sua lettura ci è sembrata abbastanza chiara: si mostra nelle prime scene come un’educanda all’apparenza scanzonata e un po’ civettuola, per poi virare verso movenze o più sinuose quando è nelle grazie di Monsieur G.M. o più romantiche quando è con De Grieux, dove le braccia sono state fondamentali: un lavoro sottile che speriamo non sia passato inosservato.
Il primo atto ha giocato qualche piccolo scherzo a Claudio Coviello, dovuto, crediamo, all’emozione del debutto, per fortuna senza danni. Ciononostante, la grande capacità di Coviello nell’entrare in questo tipo di parti dal punto di vista recitativo non viene mai a mancare, avendo infatti poi danzato un secondo e terzo atto meraviglioso, tecnicamente ineccepibile, con una bellissima intesa con la sua partner e un passo a due talmente emozionante che è valso un applauso a scena aperta quando ancora non era concluso. Per quanto riguarda Nicola Del Freo, anche in questa serata il fratello di Manon, confermiamo quanto abbiamo già detto nella scorsa occasione. Vogliamo invece ora soffermarci un attimo su Martina Arduino, sul cui ruolo avevamo taciuto. Si tratta di un ruolo più secondario, ma nonostante l’assenza di profondità psicologica dà modo alla ballerina di brillare con giochi di braccia sinuosi, sguardi maliziosi e divertenti, e piccole mossette, divenendo così quasi una seconda protagonista del secondo atto. Concludiamo spendendo qualche parola sulla musica, che è composta da un collage di brani di Massenet senza coinvolgere una nota dell’opera lirica omonima del compositore. È questo un modus operandi che si riallaccia alla strada aperta da Cranko: un’operazione analoga fu infatti praticata per Onegin con la musica di Ciajkovskij. Resta però da notare come la selezione operata dal musicista Leighton Lucas, già ballerino dei Ballet Russes di Djagilev, sia veramente intonata ai passi e alle emozioni messe in scena: l’orchestrazione di Martin Yates l’ha poi ulteriormente valorizzata, e la direzione di Paul Connely ha restituito tutto ciò con sensibilità. Prossime repliche: 16, 17 e 18 luglio. Quelle del 16 e 18 vedranno di nuovo la coppia Myriam Ould-Braham e Claudio Coviello. Foto Brescia & Amisano