Es ist das Heil uns kommen her BWV9, è la seconda delle 2 cantate che sono giunte a noi per la sesta domenica dopo la Trinità, realizzata in un ben precisato momento tra il 1732 e il 1735, su un testo che verosimilmente era già stato predisposto per questa domenica nel 1724, nella seconda annata di Cantate che è stata denominata “Cantate su Corale”. L’opera poi non era stata realizzata perché Bach si trovava a Kothen, assentandosi così da Lipsia. Siamo quindi nuovamente a trattare di una Cantata su Corale, in questo caso quello che da il nome alla Cantata, Es ist das Heil uns kommen her (1524) di Paul Speratus (1489-1551) di cui vengono testualmente proposte la prima e la dodicesima strofa, rispettivamente nei nr.1 e 7 , mentre i brani centrali sono di autore anonimo che vi ha liberamente trasfuso buona parte delle altre strofe del Corale. I riferimenti simbolici non mancano, conformemente al punto di partenza tratto dal Vangelo di Matteo (cap.5 vers.20-26):” Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Dio ha dato una legge, ma la sua debole creature è incapace di osservarla”. La pagina iniziale (Nr.1) è un mottetto concertato su “cantus firmus”e non si limita a prendere in considerazione quanto il lied di Speratus espone “E’ venuta a noi la salvezza per mezzo della grazia e della pura bontà”, ma sottilmente insinua 2 figurazioni tratte dagli incipit di altri 2 Corali, qui coordinati in modo di essere l’uno la risposta dell’altro:”Ich ruf zu dir, Herr Jesu Christ” (Ti invoco Signore Gesù Cristo) di Johann Agricola, esposto dal flauto e “Vom Himmel hoch” dal Continuo. Decisamente anomala la presenza di 3 recitativi tutti affidati al basso che con tono declamatorio esprimono concetti degni di un sermone, con uno stile esplicativo ed esortativo. Due arie “spezzano” il corso “predicatorio: la prima, bipartita, per tenore (Nr.3), concertata con un violino che sfrutta con sapienti sincopi l’inconsueto ritmo di 12/6; la seconda aria, tripartita (Nr.5) è un duetto tra soprano e contralto, con flauto traverso e oboe d’amore in canone tra loro, così come le voci che sono trattate sotto il segno di un canone, diverso da quello degli strumenti. Si configura così un doppio canone, che pur nel rigore dell’espressione contrappuntistica, conserva inalterate le qualità spiccatamente melodiche del discorso.
Nr.1 – Coro
E’ venuta a noi la salvezza
per mezzo della grazia e della pura bontà.
Le opere non possono più aiutarci
né possono proteggerci.
La fede vuole contemplare solo Gesù Cristo
che ha fatto tanto per noi,
lui è il nostro mediatore.
Nr.2 – Recitativo (Basso)
Dio ci ha dato la legge, ma noi siamo
troppo deboli per riuscire ad osservarla.
Ci siamo lasciati andare al peccato,
nessuno può essere chiamato giusto;
lo spirito resta incollato alla carne
a cui non osa opporsi.
Dovremmo seguire la legge
e per essa vedere come in uno specchio
la malvagità della nostra natura;
eppure non la cambiamo.
Nessuno è capace da se stesso
di abbandonare la perversione del peccato,
anche impegnandosi con tutte le sue forze.
Nr.3 – Aria (Tenore)
Eravamo caduti troppo in basso,
l’abisso ci inghiottiva completamente.
Le profondità già preannunciavano la morte,
e in un tale pericolo
nessuna mano poteva soccorrerci.
Nr.4 – Recitativo (Basso)
Ma la legge doveva compiersi;
perciò la salvezza è venuta sulla terra,
il Figlio stesso dell’Altissimo l’ha adempiuta
placando la rabbia del Padre.
Per mezzo della sua morte innocente
ci ha fatto guadagnare il soccorso.
Chi ripone ora la sua fiducia in lui
e si basa sulla sua sofferenza
non sarà perduto.
Il Cielo è destinato
a chi possiede la vera fede
e tiene Gesù stretto tra le sue braccia.
Nr.5 – Aria/Duetto (Soprano, Contralto)
Signore, invece che alle buone opere,
guarda alla forza della fede nel cuore,
tieni conto solo della fede.
Solo la fede ci giustifica,
tutto il resto appare troppo inconsistente
per poterci salvare.
Nr.6 – Recitativo (Basso)
Quando tramite la legge riconosciamo
il peccato, la nostra coscienza si abbatte;
ma la nostra consolazione
è che nel Vangelo
noi ritroviamo subito
la serenità e la gioia:
ciò rafforza la nostra fede.
Attendiamo l’ora
che Dio nella sua bontà
ci ha riservato,
e che, nella sua saggezza,
ci tiene ancora nascosta.
Eppure ci accontentiamo,
egli sa quando sarà il momento
e non usa l’inganno con noi;
possiamo affidarci
e confidare in lui solo.
Nr.7 – Corale
Anche se sembra assente,
non aver paura;
quando è più insieme a noi,
tanto più non si manifesta.
Considera certa la sua parola
e se il tuo cuore sa dire solo no,
non disperare.
Traduzione Emanuele Antonacci