Franz Liszt “Der fischerknabe” (“Lieder aus Schiller” S.292); Hugo Wolf: “Auf ein altes bild”, “Begegnung”, “Verborgenheit” (“Mörike lieder”); Franz Schubert: “So laßt mich scheinen”, “Heiß mich nicht reden” (“Gesänge aus Wilhelm Meister” D. 877); Clara Schumann: “Sie liebten sich beide”, “Lorelei”, (“Sechs Lieder”), “Scherzo n. 2 op. 14”; Franz Schubert: “Erlkönig” D.328; “Der Tod und das Mädchen” D.531, “Kennst du das land” D.321; Henry Duparc: “L’invitation ou voyage”, “La vie antérieure”; Lili Boulanger: “Si tout ceci n’est qu’un pauvre rêve” (“Clairières dans le ciel”); Claude Debussy: “Reguillement” (“Cinques poèmes de Baudelaire”); Lili Boulanger: “Vous m’avez regardé”, (“Clairières dans le ciel”), “Cortège”; Claude Debussy: “Le jet d’eau”, La mort des amants” (“Cinques poèmes de Baudelaire”); Franz Liszt: “Comment, disaient-ils” S.276. Sandrine Piau (soprano), David Kadouch (pianoforte). Registrazione: Teldex Studio Berlin settembre 2022. 1 CD Alpha 911
Sandrine Piau è un soprano affermato ormai da molti anni con un repertorio che spazia dal prediletto barocco ai grandi titoli della tradizione lirica. Arriva ora – per il sempre stimolante catalogo Alfa – una nuova registrazione dedicata al repertorio cameristico francese e tedesco. La Piau è affiancata per l’occasione dal raffinato pianismo di David Kadouch non semplice accompagnatore ma autentico coprotagonista della registrazione.
Il programma diviso in due parti nettamente distinte – la prima dedicata ai lieder tedeschi, la seconda alle mélodies francesi – ruota attorno ad alcuni temi comuni che il programma sviluppa nelle sue varie declinazioni: Il viaggio come desiderio di fuga dalla realtà, viaggio verso un altrove prima spirituale che fisico, la persistenza del desiderio, l’imprescindibilità del destino di morte che su tutti aleggia implacabile.
Il programma si apre con “Der Fischerknabe” di Liszt che riassume perfettamente i caratteri del recital sia sul piano esecutivo con il sempre impegnativo pianismo lisztiano esaltato dal talento di Kadouch cui si affianca il canto purissimo e impeccabile della Piau – i lunghi anni di carriera non sembrano aver lasciato tracce significative sul materiale vocale – che mostra una dizione tedesca impeccabile e chiarissima sia su quello tematico con il comparire del tema della morta rapitrice implacabile.
I titoli tedeschi proposti sono piuttosto noti ma alcuni meritano qualche parola. Si apprezza la scelta di proporre integralmente i quattro lieder di Schubert sulle canzoni di Mignon da “Wilhelm Meisters Lehrjahre” di Goethe – il quarto “Langsam” è inserito in appendice ma si può comunque scegliere di ascoltarli di seguito. Una particolare attenzione merita “Kennst du das Land” brano notissimo ma di cui viene data un’esecuzione particolarmente riuscita. La ritmica pianistica di Kadouch crea un clima febbrile, un bisogno pulsante e irrefrenabile mentre la luminosa voce della Piau ha tutta la purezza fanciullesca di Mignon.
Tra i brani di Schubert colpisce per qualità interpretativa “Der Tod und das Mädchen” dove la Piau è semplicemente straordinaria nella capacità di diversificazione delle voci trovando una voce gelida, sbiancata, autenticamente spettrale nelle frasi della morte oltre a mostrare una sicurezza nel settore grave che non le conoscevamo. Urgenza espressiva e senso teatrale si ritrovano anche in “Erlkönig” solitamente affrontato da voci maschili e qui interpretato con finezza e senso teatrale.
Particolarmente interessante ascoltare subito di seguito “Lorelei” di Clara Schumann in cui appaiono palesi le influenze dello Schubert più drammatico su alcuni lavori della compositrice.
La scelta di chiudere la prima parte con “Kennst du das Land” trova piena ragione d’essere a confronto con il brano di apertura della sezione francese “L’Invitation au voyage” di Duparc su testo di Baudelaire accomunati dal desiderio di fuga verso una realtà altra, verso quel sogno di “Luxe, calme et volupté” del testo francese che il raffinato decadentismo della scrittura musicale esalta alle perfezioni. Atmosfere oniriche e sfuggenti anche per la successiva “La vie antérieure” sui versi forse più esotici e preziosi di Baudelaire e in cui la voce della Piau si muove con serica iridescenza. La parte più consistente della sezione femminile è divisa tra Claude Debussy e Lili Boulanger. I cicli proposti “Cinq poèmes de Baudelaire” per Debussy e “Clairières dans le ciel” su testi di Francis Jammes per la Boulanger non sono completi e soprattutto il ciclo di quest’ultima – di ascolto assai raro ma di apprezzabile qualità – avrebbe meritato un’esecuzione completa. La Boulanger mostra infatti notevole originalità e personalità mentre alcuni dei brani di Debussy – primo fra tutti “Recuillement” – appaiono assai più convenzionali.
Ancora Liszt – questa volta in francese – con “Comment, disaient-ils” su testo di Victor Hugo che chiude con uno squarcio di serenità un programma intenso e profondo. I brani cantati sono affiancati da due composizioni per pianoforte solo chiamate ad evidenziare i meriti di Kadouch, si tratta dell’impetuoso e trascinante “Secondo scherzo” di Clara Schumann e del distaccato e sorridente “Le cortège” della Boulanger.