Milano, Teatro alla Scala: “La Bayadère”

Miilano, Teatro alla Scala, Stagione lirica e di balletti 2023/24
“LA BAYADÈRE”
Balletto in tre atti su Libretto di Marius Petipa e Sergej Kudekov.
Coreografia Rudolf Nureyev da Marius Petipa
Musica Ludwig Minkus con orchestrazione di John Lanchbery
Nikiya VIRNA TOPPI
Solor NICOLA DEL FREO
Gamzatti GAIA ANDREANÒ
Lo Schiavo GABRIELE CORRADO
L’Idolo d’oro DOMENICO DI CRISTO
Danza “Manou” BENEDETTA MONTEFIORE
Tre ombre soliste AGNESE DI CLEMENTE, CATERINA BIANCHI, ASIA MATTEAZZI
Solisti, Corpo di ballo e Orchestra del Teatro alla Scala di Milano
Direttore Kevin Rhodes
Scene e Costumi Luisa Spinatelli
Luci Marco Filibeck
Milano, 11 giugno 2024
Torna in Scala Bayadère con la coreografia di Nureyev. L’ultima volta che è andata in scena, l’organizzazione soffriva dei fastidiosi effetti della pandemia, come posticipi di date e ballerine-ombre ridotte al minimo a causa della diffusione del contagio nel corpo di ballo. Oggi, per fortuna, tutto ciò evoca solo brutti ricordi – anche se, a dire il vero, sostituiti da un’odierna situazione geopolitica non confortante. Difatti, ricordiamo di aver visto in quell’occasione una serata da tutto esaurito con l’allora étoile ospite Svetlana Zakharova, sparita in seguito a queste tensioni internazionali; e con Jacopo Tissi, appena nominato principal a Mosca, e poi dovuto fuggire all’Ovest, peregrinando per troppo tempo senza una compagnia (con effetti negativi sulle sue capacità, almeno a nostro giudizio). Fatto curioso, considerato il contesto in cui nacque la coreografia di Nureyev, che trafugò gli spartiti di Minkus, all’epoca blindati dalla Cortina di Ferro di una cadente Unione Sovietica sulla via del tramonto. Ad ogni modo, per quanto riguarda la coreografia di Nureyev, essa fu rappresentata qui in Scala per la prima volta due anni fa, rompendo una sorta di esclusiva che l’Opera di Parigi aveva. Sulla sua costruzione estetica, non ripetiamo quanto già detto e rimandiamo alle considerazioni fatte all’epoca nell’approfondimento disponibile a questo link. Concentriamoci sulla serata a cui abbiamo assistito. Siamo tornati in occasione di un Invito alla Scala per giovani e Anziani. Si tratta di importanti spettacoli dedicati soprattutto alle scolaresche, con  un cast alternativo a quello della prima. Auguriamoci che qualcuno dei giovani spettatori possa poi interessarsi di danza. Successe anche per chi vi scrive: nell’aprile del 2001 assistette per la prima volta a un balletto, la Carmen di Roland Petit, che fu galeotta. Questa Bayadère ha visto come protagonisti Virna Toppi e Nicola Del Freo. Virna Toppi torna proprio in questa serata al repertorio classico dopo la maternità e un graduale reinserimento. Tutto è andato bene tecnicamente, anche il delicato pezzo di Nikiya del secondo atto (per cui ci permettiamo un piccolo appunto sul costume, non proprio tra i migliori disegnati per questo ruolo). A latere, possiamo solo sottolineare una resa forse un po’ troppo scarna delle braccia di Toppi, che in balletti come questi aggiungono un tocco di poesia alla rappresentazione. Riguardo a Nicola Del Freo non possiamo che registrare il meritato successo del suo Solor a suon di “bravo” alla fine dei suoi pezzi solistici. Notiamo, in questo ultimo periodo (come abbiamo già riscontrato in Coppelia, o nel Gala Fracci, in cui aveva strappato applausi a scena aperta), un quid in più, un qualcosa di risolto nella sua presenza in scena, più sciolta ma controllata, e giocata sull’esecuzione brillante dei movimenti e sulla cura nella loro chiusura. Ad maiora! Gaia Andreanò è stata una Gamzatti sufficientemente pulita tecnicamente, ma un po’ meno convincente da un punto di vista espressivo (ad esempio, nei fouettés finali del II atto – ben compiuti, e seguiti con partecipazione dal pubblico – non sappiamo se fosse impassibile per questioni legate al personaggio, o se si stesse divertendo, essendo quella la sua festa di fidanzamento, ma tutto ciò trasparisse poco). Gabriele Corrado, danzatore veterano del palco scaligero, ha condotto in maniera sostenuta ed elegante il passo a due dello schiavo con Nikiya, mentre Domenico di Cristo si conferma solista di valore nella sua variazione dell’idolo d’oro, seppur non perfettissimo nei difficili atterraggi dei pas de chat en tournant. Molto graziosa Benedetta Montefiore nella Danza “Manou”. Non sempre impeccabili, infine, sono invece state le tre ombre soliste. Lo spettacolo è stato molto applaudito ed apprezzato, con commenti favorevoli in sala su Del Freo. Prossime repliche  il 13, 14, 17, 18 e 21 giugno. Il 12 e 14 giugno prevedono come artista ospite Kimin Kim, ottimo danzatore che abbiamo visto protagonista in un Gala dedicato a Nureyev agli Arcimboldi lo scorso anno. La Bayadére rappresenta uno dei suoi cavalli di battaglia, dove mette in luce  la grande forza nei salti e nei giri. Foto Brescia & Amisano