Kaifeng, Auditorium della Music School of Henan University: Progetto “Esperto straniero di alto livello”
Orchestra e Coro della Music School of Henan University (Cina)
Direttore Salvatore Dell’Atti
Maestro del Coro Wang Li
Soprano Xu Mingli
Tenore Zhu Qiheng
Erhu Xu Hongzhan
AA.VV. (musiche del XIII-XVI secolo) Tradizionale, Tarantella del Seicento;G. F. Haendel: “Lascia ch’io pianga”; J. B. Lully: “Marche pour la cérémonie des Turcs”; W. A. Mozart,: Ave Verum Corpus (K 618); J. B. Rameau: Danse du Grand Calumet de la Paix; E. Morricone: Gabriel’s Oboe;E. Di Capua-A. Mazzucchi,:”O sole mio”.
Kaifeng, 31 maggio 2024
Provate ad immaginare un concerto di musiche europee (dalla fine del XIII secolo alla musica contemporanea), conclusosi con O sole mio, eseguito da un’orchestra ed un coro di studenti e docenti dell’Henan University, e sentire cantare qualcuno anche dal pubblico con gioia smisurata: «Che bella cosa na jurnata ‘e sole / N’aria serena dopo na tempesta / Pe’ ll’aria fresca pare già na festa […] ‘O sole mio Sta ‘n fronte a te». Accanto al classico organico orchestrale occidentale vi erano altri strumenti: [a corde pizzicate simili alla cetra (guzheng), al liuto (pipa e Yueqin), al violino (erhu), al flauto traverso (dizi), ecc.] un’esecuzione colorata e luminosa tanto da restituire all’ascoltatore un ricco arcobaleno di colori e nuances: una percezione pienamente caleidoscopica. È accaduto il 31 maggio scorso presso il gremitissimo Auditorium della Music School of Henan University a Kaifeng (provincia dell’Henan), una delle capitali storiche nel periodo della dinastia Song e il concerto è stato trasmesso in tutta la Cina. Fuori non era na jurnata ‘e sole ma dentro si percepiva quel calore che fa rima con cuore: un autentico crogiolo di bellezza, amicizia e umanità. A dirigere il concerto il maestro Salvatore Dell’Atti – direttore d’orchestra, compositore, musicologo italiano, docente presso il Conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia – invitato a tenere conferenze e concerti con un progetto internazionale coordinato dal prof. Chen Wenge dell’Università di Henan. Si è trattato di una full immersion di iniziative (24-31 maggio 2024) in cui protagonista era la cultura e la musica della tradizione italiana: La musica popolare in Italia (con la partecipazione online del prof. Vincenzo Caporaletti dell’Università di Macerata), Puccini e il melodramma, L’improvvisazione nella musica barocca con particolare riferimento ai compositori italiani ed una Masterclass di Composizione per gli studenti dei bienni e docenti in cui sono stati presentati ed analizzati lavori di compositori contemporanei di aerea europea ed italiana. Il prof. Dell’Atti, invitato a presentare alcuni suoi lavori, ha organizzato l’evento come un autentico laboratorio entrando in dettagli tecnici-compositivi, commentando e proponendo suggerimenti ai lavori dei giovani compositori. Di particolare rilievo il pomeriggio del 30 presso l’Istituto Professionale della Musica di Xin Yang dove, dopo una bellissima performance di musiche e danze cinesi, sono seguiti gli interventi dei proff. Chen, Dell’Atti e Caporaletti (online): un’occasione in cui ogni studioso ha illustrato nuovi spunti di ricerca musicologica sul tema della musica popolare e per il prof. marchigiano occasione per esporre il suo studio sulle “musiche audiotattili”. Ritornando al concerto, si è trattato di un autentico successo: le compagini corale-orchestrale si esprimevano nella lingua «del bel paese là dove ‘l sì suona», il maestro ha valorizzato le ‘diversità’ avvicinandosi il più possibile al modo di fare musica in Cina. Il programma si riallacciava ai contenuti delle conferenze; per la musica popolare si segnala l’esecuzione di Bedda ci dormi, esempio di brano della tradizione salentina, a cura di musicisti cinesi e del solista Zhu Qiheng che, oltre a cantare in dialetto, è riuscito ad esprimere con sentimento l’amore di un uomo che chiede all’amata di alzarsi per farlo entrare poiché è fuori a sospirare d’amore per lei. Non poteva mancare il ballo con la Tarantella del Seicento in cui, negli interventi in alternatim tra la delicatezza degli strumenti a corde a quelli a fiato, sembrava cogliere i movimenti coreutici del ballo in coppia. Inoltre si segnalano l’ispirata interpretazione del soprano Xu Mingli nell’aria Lascia ch’io pianga (da Rinaldo) e la Marche pour la cérémonie des Turcs (da Le bourgeois gentilhomme) ove l’orchestra ha evidenziato la solennità del brano alludendo alla marcia del Re Sole mentre la qualità degli interventi e l’equilibrio sonoro tra le famiglie orchestrali evidenziava una raffinata concertazione da parte del direttore. Il celebre Ave Verum Corpus ha confermato la bella prestazione del coro, accuratamente preparato dalla professoressa Wang Li, sottolineando, con una interessante vocalità, la bellezza del testo. Il risultato, grazie al rapporto simbiotico tra coro e orchestra creato dal direttore italiano, è stato quello di un’autentica pace interiore. Il tema della pace risuonava nella Danse du Grand Calumet de la Paix la cui briosa interpretazione ha ‘ipnotizzato’ il pubblico. Particolarmente toccante è stata l’esecuzione della solista Xu Hongzhan del brano Gabriel’s Oboe, noto al grande pubblico come colonna sonora del film Mission, in cui la scelta di far suonare il tema con l’erhu, anziché l’oboe, ha evidenziato maggiore cantabilità, più vicina alla voce umana. Anche l’orchestra, grazie alla guida sicura di Dell’Atti, restituiva una lettura della partitura dove si percepiva una vibrante e calorosa espressività. Il concerto, conclusosi con moltissimi applausi per tutti, ha visto un particolare fuori programma in quanto il direttore ha estratto dal taschino della giacca un flauto dolce sopranino interpretando con estrema delicatezza il Largo dal Concerto in do maggiore per flautino, archi e bc. RV 443 di Vivaldi che in tale contesto assumeva il carattere della “maraviglia” barocca della gloriosa scuola italiana.