Claudia Muschio, 28 anni, nata a Brescia da genitori pugliesi, dal 2020 fa parte dell’ ensemble della Staatsoper Stuttgart ed è la prima cantante italiana nella storia del teatro chiamata a far parte della compagnia. A Stuttgart la giovane cantante ha conquistato la stima del pubblico grazie alle sue belle interpretazioni di ruoli come Susanna, Nannetta, Pamina, Zerlina, Adina e della parte di soprano nello spettacolo teatrale La Fest su musiche di autori barocchi. Tra un paio di settimane farà il suo debutto come Amina della Sonnambula, una tappa molto importante nella sua carriera. Abbiamo incontrato Claudia, che dal punto di vista umano è una persona simpaticissima e cordiale, in un locale del centro di una Stuttgart messa sottosopra dall’ arrivo di migliaia di tifosi arrivati per le partite degli Europei di calcio.
– Allora Claudia, vogliamo fare un bilancio dei tuoi anni passati qui a Stuttgart?
“Devo dire prima di tutto che sono contentissima di avere fatto questa scelta. La cosa più bella che vorrei mettere in evidenza è il fatto di essere entrata in un teatro che non solo investe molto sui giovani cantanti, ma li inserisce all’ interno di un percorso formativo programmato sulle loro caratteristiche, scegliendo attentamente i ruoli da assegnare loro. Dal punto di vista umano, poi, la Staatsoper Stuttgart è un luogo di lavoro ideale per l’ atmosfera familiare che si respira: c’ è amicizia e rispetto, ognuno di noi va ad assistere alle produzioni dei colleghi. Una caratteristica che non appartiene a tutti i teatri, come mi hanno confermato diverse persone del nostro ambiente”.
– È stato difficile abituarsi alle regie molto, diciamo così particolari che sono tipiche del teatro in Germania?
“Guarda, per un cantante italiano in effetti la prima reazione è di disorientamento. Ma poi, se si entra all’ interno dei meccanismi e si capiscono le ragioni che stanno alla base di certe scelte, la cosa può diventare molto interessante. Per esempio, so che questa produzione di Sonnambula a te è sempre piaciuta poco, ma a me ha fatto scoprire nuovi aspetti del personaggio di Amina: Jossi Wieler e Sergio Morabito ne hanno fatto una ragazza in preda a disturbi mentali, spinta dalla madre a sistemarsi sposando un ragazzo ricco. Si può discutere, si può non essere d’ accordo, ma questa è una scelta non banale”
– Ecco, adesso mi hai dato una chiave per capire questa regia. Ti ringrazio!
“Figurati! (ride)”.
– Parliamo adesso della vita in Germania: ti trovi bene qui?
“Benissimo. Ho voluto imparare bene la lingua, e così ho avuto modo di capire bene la mentalità del paese. Ancora non riesco ad abituarmi a certe cose, tipo ad esempio il fatto che alla domenica è tutto chiuso e la città è semideserta, ma per me a Stuttgart si vive bene sia dal punto di vista lavorativo che dei rapporti umani. Sono anche riuscita a prendere la patente facendo gli esami in tedesco, e questa è una cosa di cui vado particolarmente fiera.”
– E la cucina?
“Apprezzo quella tedesca, ma mi piace cucinare all’ italiana. Soprattutto, lo sai bene, ho una vera e propria passione per la pasticceria e le mie torte sono apprezzatissime dai colleghi”.
– Torniamo a parlare di musica. Qual è stato il ruolo che ti ha dato più soddisfazioni?
“La mia Adina qui ha avuto un grande successo di pubblico, come anche la parte di Nannetta. Ma sono particolarmente orgogliosa di aver interpretato Pamina. Una cantante italiana che affronta un ruolo in tedesco in un teatro tedesco non è una cosa di tutti i giorni, e di questo sono particolarmente contenta. Spero di potere affrontare altre parti in tedesco nei prossimi anni, per esempio mi piacerebbe molto essere Sophie nel Rosenkavalier.”
– Sarebbe un ruolo molto adatto a te, sono d’ accordo. A che altri personaggi stai pensando?
“Mi piacerebbe molto fare Norina, e il teatro ne ha in repertorio un bell’ allestimento. Poi magari Lucia ed Elvira, perché nel belcanto mi sento molto a mio agio. Tra i sogni per il futuro, magari fra qualche anno, sicuramente Violetta. Intanto, l’ anno prossimo canterò per la prima volta il ruolo di Gilda, e di questo sono molto contenta”.
– Fra i direttori con cui hai lavorato, quali sono quelli da cui hai imparato di più?
“Sicuramente Carlo Rizzi, col quale ho fatto il mio debutto al Rossini Opera Festival di Pesaro ne L’ Equivoco stravagante, un maestro di lunga esperienza con idee musicali molto precise da cui ho imparato tantissimo. Qui a Stuttgart senz’ altro Vlad Iftinca, che lavora come coach e direttore d’ orchestra ed è un musicista dal curriculum incredibile (ha lavorato per anni con James Levine al Met), profondo conoscitore delle voci. Poi Michele Spotti, che mi ha diretta nell’ Elisir, sicuramente anche il nostro Generalmusikdirektor Cornelius Meister anche se non ho avuto molte occasioni di lavorare con lui”.
– Pensi di restare a lungo qui in Germania?
“Come andrà il futuro, non si sa. Posso solo dire che qui mi trovo molto bene e per il momento mi piace abitare a Stuttgart”.
– Chiudiamo con una domanda frivola. I tuoi capelli lunghissimi attraggono subito l’ attenzione: quanto tempo ci metti ad asciugarli quando li lavi?
“(risata) Mi sono fatta crescere i capelli quando ero ancora una bambina, soprattutto perché ero molto attratta dal personaggio di Sissi nei film con Romy Schneider e da tutte le figure femminili dell’ Ottocento. Probabimente questo ha influito anche sulla mia decisione di diventare una cantante. Comunque, se proprio ci tieni a saperlo, per asciugarli ci metto circa mezz’ ora”.
– Bene Claudia, grazie e ci vediamo alla Sonnambula. Toi toi toi!
“Toi toi toiii!”