Bologna, Comunale Nouveau: “Don Giovanni”

Bologna, Comunale Nouveau, Stagione dOpera 2024
DON GIOVANNI
Dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo da Ponte
Musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Don Giovanni VINCENZO NIZZARDO
Il Commendatore ABRAMO ROSALEN
Donna Anna VALENTINA VARRIALE
Don Ottavio ANIBAL MANCINI
Donna Elvira ALESSIA MEREPEZA
Leporello FRANCESCO LEONE
Masetto NICOLÒ DONINI
Zerlina LETIZIA BERTOLDI
Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna
Direttore Martijn Dendievel
Maestro del Coro Gea Garatti Ansini
Regia e scene Alessandro Talevi
Costumi Stefania Scaraggi
Luci Teresa Nagel
Video Marco Grassivaro
Maestro al Fortepiano Anna Dang Anh Nga Bosacchi
Nuova produzione del Teatro Comunale di Bologna
Bologna, 31 maggio 2024
Trilogia parte due dopo le Nozze colme d’idee dello scorso anno: per Dendievel-Talevi è la volta del Don Giovanni. La sfida del regista è doppiamente audace: alte le aspettative e sue le scene, le stesse delle Nozze, un intrico di moduli variamente componibili con gran numero di porte e finestre. Alessandro Talevi lascia qualche perplessità come regista al tavolino: quando, per esempio, inventa un portale spazio-temporale grazie al quale Don Giovanni può sedurre donne di tutte le epoche, e mettere così nei pasticci Stefania Scaraggi coi costumi. Ma esalta come regista sul palcoscenico (là dove forse un regista dovrebbe stare): quando, per esempio, il padrone decide di vestire i panni del servo e scopre che puzzano. Ecco, quel minuscolo gesto rivela un uomo che sa fare del teatro. E rivela invece il sempre più raro sano e saggio professionismo laccortezza di far scendere il gelo fra i contadinelli festanti allarrivo di Don Giovanni, giustificando così il suo dire: Seguitate a stare allegramente, seguitate a suonar, o buona gente. In generale, forse, il lavoro della regia dovrebbe concentrarsi su queste questioni capillari, più che su quelle capitali della struttura drammatica, dellarchitettura fondamentale di unopera. Per quanto ardito, si può tentare un parallelismo in questo senso con la direzione di Martijn Dendievel: fresca e vibrante, dal piglio teatrale vigoroso, in generale più attenta al dettaglio che al panorama. Il che non è affatto un male, se un fraseggio eccentrico illumina angoli negletti. E poi è un piacere seguire il suo gesto loquace e puntuale: come molti giovani direttori, Dendievel dirige moltissimo e, come pochi giovani direttori, si sente. Protagonista  è Vincenzo Nizzardo, un Don Giovanni dal bel timbro luminoso e morbido, schietto ed elegante, che fa molto bene anche sulla scena pur senza essere un incantatore. Il suo Leporello, Francesco Leone, è un simpatico Charlot, ma tuttaltro che muto: la voce è più scura di quella del padrone ma sempre brillante di gioventù, qualità graditissima per ruoli come questi. Il Commendatore, nello spettacolo una sorta di Francesco Giuseppe beone e basettone, è invece granitico e sonoro nella voce di Abramo Rosalem. La Donna Anna di Valentina Varriale sembrava un poaffilata ad inizio recita, ma ha guadagnato man mano rotondità e morbidezza fino ad un Non mi dir dal magnifico legato. Da subito piena, voluminosa e voluttuosa, generosa di armonici è invece apparsa la voce di Alessia Merepeza, Donna Elvira. Il raffinato e femmineo Don Ottavio è l’immancabile sconfitto di ogni Don Giovanni, nonostante il bel timbro e leleganza sfumata della voce di Anibal Mancini fugge “imbarazzata” alle lunghe fioriture della sua seconda aria. La coppia popolana:  Letizia Bertoldi è la vispa Zerlina, brillante e sagace, come il suo solido Masetto, Nicolò Donini, col quale ha una bella complicità scenica. Resta ora il Così fan tutte, a chiudere questa trilogia che resterà senzaltro fra gli esiti migliori dellera Nouveau.