Milano, Teatro alla Scala, stagione 2023/24
Spettacolo della Scuola di Ballo
“PRESENTAZIONE”
Ideata da Frédéric Olivieri
Musica Carl Czerny
Orchestrazione Knudage Riisager (Edizioni Boosey & Hawkes, rappresentante per l’Italia Edizioni Ricordi)
“WINTER”
Coreografia Demis Volpi, ripresa da Damiano Pettenella
Musica Antonio Vivaldi
Costumi Thomas Lampertz
Violino Francesco De Angelis
Interpreti: CHIARA FERRAIOLI, BRUNO GARIBALDI
“NEW SLEEP (DUET)”
Coreografia William Forsythe
Musica Thom Willems
Regia, luci e costumi William Forsythe, ripresa da Noah Gelber
Technical & lighting Supervisor Tanja Rühl
Sound Supervisor Marco Paderni
Interpreti BENEDETTA GIULIANO, ALFONSO GUERRIERO
“ALLEGRO BRILLANTE”
Coreografia George Balanchine © The George Balanchine Trust, ripresa da Patricia Neary
Musica Pëtr Il’ic Cajkovskij
Pianoforte Takahiro Yoshikawa
Coppia principale SIENNA BINGHAM, BRUNO GARIBALDI
Quattro Coppie FABIANA LANEVE, SERGIO NAPODANO, HARUNA NAGATAKE, FRANCESCO DELLA VALLE, HIMARI TAKAZAWA, FRANCESCO MEZZOLI, MARIA VITTORIA BANDINI, ENRICO FARINA
“LA STRADA (SUITE)”
Coreografia Mario Pistoni, ripresa da Guido Pistoni
Musica Nino Rota
Gelsomina LAURA FARINA
Il Matto DAVIDE ALPHANDERY
Coppia di sposi DAISY LIBERO, SERGIO NAPODANO
Zampanò MICK ZENI (partecipazione)
Orchestra del Teatro alla Scala di Milano
Direttore David Coleman
Milano, 18 maggio 2024
Come di consueto il cartellone del Teatro alla Scala ha proposto uno spettacolo con protagonista la Scuola di ballo della sua Accademia, ma quest’anno è andato in scena solo per una serata. Accompagnati dagli allievi dei corsi di musica, i giovani danzatori hanno prima sfilato nella Présentation sugli Études di Carl Czerny ideata da Frédéric Olivieri, direttore del Corpo di Ballo della Scala, in relazione al proprio corso ed età; poi, sono stati portati in scena vari pezzi, concludendo con una suite tratta dal balletto anni ‘50 ispirato a La Strada di Federico Fellini su musica di Nino Rota. Nella ripresa di Winter di Demis Volpi sono stati protagonisti Chiara Ferraioli e Bruno Garibaldi. In quella nel duetto di New Sleep di William Forsythe, Benedetta Giuliano e Alfonso Guerriero. Nell’Allegro Brillante di Balanchine, ripreso dalla onnipresente Patricia Neary, Sienna Bingham e di nuovo Bruno Garibaldi. Tutti validi allievi, che hanno dimostrato versatilità di stile, soprattutto da parte di Bruno Garibaldi, perché fin qui coinvolto in due diverse coreografie stilisticamente distanti. Dopo un intervallo, la serata è ripresa con una suite che ha ripercorso in breve il balletto La Strada coreografato da Mario Pistoni. Protagonista è Gelsomina, una ragazza fragile e gravemente indigente (nel film nientemeno che Giulietta Masina, alla prima del balletto Carla Fracci), interpretata qui molto bene da Laura Farina, la quale si lega suo malgrado a Zampanò, rozzo saltimbanco che ha visto ospite Mick Zeni, intento a portare in giro i suoi spettacoli circensi. In questo modo Gelsomina viene a contatto con le realtà più disparate, come una coppia di sposi, qui Daisy Libero e Sergio Napodano, che apre questo spettacolo con un tango, o con “il Matto”, Davide Alphandery. È proprio con quest’ultimo personaggio, nel loro passo a due, che la vicenda tocca le corde più profonde, pur apparendo di estrema giovialità – un obiettivo qui raggiunto da Farina e Alphandery. Per quanto riguarda la drammaturgia, bisogna comunque sottolineare che questa ripresa del balletto, ad opera del nipote di Pistoni, evita le scene più drammatiche (la morte del Matto, ad esempio), finendo oniricamente in maniera sospesa con i tre Pierrot, anche questi portati in scena con gran successo. Ma portare in scena lo spettacolo completo forse avrebbe giovato ancor di più a questi giovani danzatori, perché forse sono qualcosa più che allievi. Allievi lo sono di certo dal punto di vista tecnico, in vista delle sfide del repertorio che necessita una perizia virtuosistica massima. Danzatori hanno dimostrato di esserlo in questo spettacolo, e fanno pensare al fatto che in un passato neanche tanto lontano ragazzi di questa età erano già massimi protagonisti dei palcoscenici. Solo per fare pochissimi esempi, abbiamo in mente Giuseppina Bozzacchi, morta di vaiolo nel giorno del suo diciassettesimo compleanno, poco tempo dopo aver esordito con grande successo nel ruolo di Coppelia nella prima assoluta di questo balletto del 1870; ma anche una oggi poco nota Vittoria Peluso, conosciutissima nel ‘700, detta “la Pelusina”, che esordì bambina e concluse la propria carriera a soli sedici anni nella compagnia del grande Gasparo Angiolini. Tutto ciò non per dire che dovrebbe essere come in quel passato, ma che dare questo spazio sulle scene ai giovanissimi li arricchisce e li rende più consapevoli di ciò che devono affrontare in quanto danzatori. Concludiamo con la speranza di rivedere La Strada di nuovo in Scala nella sua versione integrale, perché manca da quasi vent’anni!