Teatro alla Scala, Stagione Lirica 2023/2024
“DON PASQUALE”
Dramma buffo in tre atti – Libretto di Giovanni Ruffini
Musica di Gaetano Donizetti
Don Pasquale AMBROGIO MAESTRI
Dottor Malatesta MATTIA OLIVIERI
Ernesto LAWRENCE BROWNLEE
Norina ANDREA CARROLL
Un notaro ANDREA PORTA
Direttore Evelino Pidò
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Maestro del coro Alberto Malazzi
Regia Davide Livermore
Scene Davide Livermore, Giò Forma
Costumi Gianluca Falaschi
Luci Nicolas Bovey
Video D-WOK
Produzione Teatro Alla Scala
Milano, 25 maggio 2024
Don Pasquale torna in Scala nel brillante allestimento di Davide Livermore e il suo collaudato team composto da Giò Forma per le scene e video design firmato D-WOK, con gli eleganti costumi di Gianluca Falaschi. Un Donizetti rivisitato con gusto ed intelligenza, immerso in un’inedita e suggestiva atmosfera cinematografica anni cinquanta già raccontata nel dettaglio nella nostra precedente recensione relativa al debutto di questa fortunata produzione, debuttata sei anni fa qui al Piermarini. Il cast è parzialmente comune al cartellone del 2018, annoverando nuove eccellenti voci nelle parti principali che contribuiscono a garantire ancora una volta anche l’alta qualità musicale dello spettacolo nel suo complesso. Ritroviamo un Ambrogio Maestri in grande spolvero nel ruolo del titolo, imponente nella vocalità ma soprattutto raffinato nel fraseggiare un protagonista dalle mille sfumature: la stizza, la malinconia, la ruvidità, l’ironia, l’ingenuità. In bilico costantemente tra il buffo e il drammatico, il baritono pavese tratteggia un Don Pasquale a tutto tondo, con inappuntabile musicalità e intelligenza interpretativa. Altro mattatore della scena è Mattia Olivieri, che nonostante l’eccellente prova precedente riesce oggi a superarsi dimostrando ulteriore maturità scenica e vocale. Un Malatesta istrionico e magnetico in grado di unire all’attitudine attoriale grande padronanza tecnica nell’emissione del suono, modulata su sapiente gestione del recitar cantando, con una resa del ruolo avvincente e a trecentosessanta gradi. Ottima anche la Norina di Andrea Carroll, sicura nelle colorature e sempre espressiva nel fraseggio. Civettuola e ben caratterizzata sin dalla cavatina “So anch’io la virtù magica”, si destreggia con disinvoltura nei pezzi chiusi più melodici, ma delinea con altrettanta personalità anche i recitativi più concitati nelle scene di confronto con Don Pasquale, pungente al punto giusto. L’Ernesto di Lawrence Brownlee ha voce anche fin troppo chiara per coprire tutti gli impervi e variegati passaggi richiesti dal ruolo, ma la sua grande esperienza in ambito belcantistico non può che stupire per eleganza e buon gusto. Sublime in particolare l’apporto del tenore americano nel romantico duetto “Tornami a dir che m’ami”, con preziose modulazioni a fil di voce. Inappuntabili gli interventi di Andrea Porta nel ruolo del Notaro, incisivo teatralmente ma mai sopra le righe. Composta la concertazione di Evelino Pidò, che con estrema attenzione guida un’Orchestra del Teatro Alla Scala in ottima forma e porta avanti lo sviluppo della partitura con attenta gestione della sinergia tra buca e palcoscenico. Una resa musicale che non spettina, ma efficace nel trasmettere nella giusta misura la brillantezza della partitura senza trascurarne le venature nostalgiche e più drammatiche. Efficaci gli apporti del Coro, istruito da Alberto Malazzi. Al termine successo di pubblico senza riserve, con ovazioni per Maestri e Oliveri. Foto Brescia & Amisano