Roma, Teatro Argentina: “Diari d’amore” regia di Nanni Moretti

Roma, Teatro Argentina
DIARI D’AMORE
due commedie di Natalia Ginzburg
regia di Nanni Moretti
con Valerio Binasco, Daria Deflorian, Alessia Giuliani, Arianna Pozzoli, Giorgia Senesi
scene Sergio Tramonti

luci Pasquale Mari
costumi Silvia Segoloni
produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Carnezzeria, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, Châteauvallon-Liberté scène nationale, TNP Théâtre National Populaire à Villeurbanne
La Criée – Théâtre National de Marseille, Maison de la Culture d’Amiens in collaborazione con Carrozzerie n.o.t
coordinamento Aldo Miguel Grompone
Roma, 28 Maggio 2024
Nanni Moretti esordisce come regista teatrale con “Diari d’amore,” un dittico che raccoglie due commedie di Natalia Ginzburg: “Dialogo” e “Fragola e Panna”. Attraverso una narrazione ironica, Moretti esplora nuclei familiari disarmonici e intimità domestiche ormai rassegnate, dove il conflitto si trasforma in indifferenza, rivelando la futilità di personaggi emotivamente e moralmente inetti. Ginzburg, con maestria, gioca con i valori cardine della società borghese come il matrimonio, la fedeltà, la maternità e l’amicizia, trattandoli con una leggerezza che ne svela tutte le fragilità. Questa delicatezza diventa una lente di ingrandimento, trasformando in commedia eventi che, nella vita dei protagonisti, sarebbero altrimenti tragici. Al contempo, rappresenta una critica incisiva di una società apatica, che non partecipa realmente e rimuove ogni residuo di senso di colpa. La scelta di Moretti di portare in scena il “teatro delle chiacchiere” di Ginzburg ci pone di fronte a uno specchio che riflette la nostra inadeguatezza e la nostra indifferenza di fronte alla complessità e alle tragedie della vita. “Fragola e Panna,” scritta nel 1966, un anno dopo “Ti ho sposato per allegria,” presenta una protagonista che ha già vissuto un matrimonio fallimentare e vede la sua felicità confinata al ricordo di un gelato lontano nel tempo. Quattro anni più tardi, con “Dialogo,” Ginzburg cattura i cambiamenti sociali dell’Italia di quegli anni, presentando una protagonista che esprime apertamente le proprie insoddisfazioni matrimoniali e critica il marito, affrontando con coraggio svolte esistenziali. Entrambi i testi si chiudono con epiloghi amari, suggerendo che, nonostante il passare del tempo, il cinismo maschile continua a prevalere nelle relazioni sentimentali e nella vita di coppia. In “Dialoghi,” la scenografia di Sergio Tramonti mette al centro un letto matrimoniale, con una finestra chiusa alle spalle e uno spazio arboreo ai lati. Qui Marta (Alessia Giuliani) tenta di comunicare con il marito Francesco (Valerio Binasco), mentre discutono di Michele, un amico scrittore, assente ma centrale nelle loro tensioni coniugali. Tutto si svolge in quel letto: i movimenti inquieti di Francesco, le preoccupazioni di Marta per la figlia, e una quotidianità sospesa che non esplode, ma viene vissuta passivamente. In “Fragola e Panna,” la scena è dominata da due divani separati e una parete che riflette una fredda giornata invernale. Al centro, Barbara (Arianna Pozzoli), una giovane diciottenne, cerca aiuto dall’avvocato Cesare (Valerio Binasco). Viene accolta dalla serva Tosca (Daria Deflorian), mentre la padrona di casa, Flaminia (Alessia Giuliani), vive solitaria e consapevole dei tradimenti del marito. Barbara, fuggita da un marito violento, si rivela nel primo atto, mentre nel secondo è Cesare a dominare la scena, affrontando la questione di Barbara. La narrazione speculare mostra relazioni spezzate e congelate nel tempo. Queste due opere, riunite in “Diari d’amore,” offrono una riflessione sugli amori in crisi nell’intimità domestica. Riproposti da Moretti, i testi di Ginzburg rivelano la potenza del suo teatro, caratterizzato da un linguaggio secco e un ritmo vivace di battute. “Diari d’amore” emerge come un delicato documento storico, definito dai liceali del Gobetti un allestimento corretto, omogeneo, elegante e un po’ datato. Il pubblico ride amaramente, forse per la disperazione di personaggi discutibili, ma viene inevitabilmente spinto alla riflessione, anche a causa della drammatica attualità di opere scritte oltre cinquant’anni fa. Tutto appare chiaro, nitido ed evidente, svolgendosi nella rassicurante cornice domestica, luogo in cui si consumano le peggiori tragedie, spesso senza sfociare in violenza fisica. Per Moretti, la regia diventa uno strumento per enfatizzare questa problematica ordinaria, ma ancora estremamente attuale, illuminando con precisione le dinamiche familiari e le sofferenze emotive che vi si celano. Photocredit @LuigiDePalma