Auditorium RAI “Arturo Toscanini”, di Torino.
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI
Direttore Andrés Orozco-Estrada
Soprano Giuliana Gianfaldoni
Mezzosoprano Cecilia Molinari
Giovanni Battista Pergolesi: Stabat Mater per soprano, contralto, archi e basso continuo; Ludwig van Beethoven: Sinfonia n.6 in FA Maggiore op.68 “Pastorale”.
Torino, 29 marzo 2024
Due capolavori adattissimi alla data: Pergolesi con lo Stabat mater per il Venerdì Santo, Beethoven e la sua Sinfonia Pastorale per l’inizio della Primavera. Il maestro venezuelano Andrés Orozco-Estrada dà, di ambedue le opere, un’interpretazioni assolutamente personale ed eccentrica. L’impressione è che egli affronti le partiture con istintiva immediatezza, entusiasmo e sincera semplicità, ignorando le sfumature e sfruttando al meglio lo splendore del suono dell’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI che, ulteriormente galvanizzata dal suo approccio, dipinge paesaggi di estrema chiarezza. Nel caso dello Stabat di Pergolesi l’approccio ci rivela squarci inattesi, mentre con Beethoven, rischia di arenarsi nella banalità più scontata. Nello Stabat Mater i violini si appropriano delle melodie e dialogano con inesausta fantasia col basso continuo di contrabbasso violoncelli e viole. Un solo clavicembalo, che grazie all’equilibrio fonico trovato con estrema abilità dal Direttore, risuona eccezionalmente ben udibile in sala, li sostiene nell’accompagnamento. Le alternanze piano – forte, i contrasti accentuati dei tempi e gli spiccati ritmi puntati con insistite appoggiature, mordenti e trilli, eseguiti senza timidezza e riserve di sorta, danno ad un’esecuzione, quasi teatrale, grande vivacità e brillantezza. Esperienza inattesa e ancora da noi inascoltata in un’opera sacra che dovrebbe descrivere i dolori della Passione. Si aggiunga a questi rilievi l’insistito ed esplicito ritmo danzante del tre ottavi di Eja, Mater, fons amoris e del quattro quarti di Inflammatus et accensus e ci troviamo in una contrada del tutto sorprendente ed inaudita. Un accompagnamento strumentale di tal vivacità rischiava di penalizzare l’apporto delle voci del soprano Giuliana Gianfaldoni e del mezzo Cecilia Molinari, così come poteva venir oscurato lo straziante racconto del dolore della Madre del Crocifisso. Il rischio è stato superato dalla qualità e dalla tecnica di ambedue le soliste che hanno dato saldezza alla loro prova. Eccellente, di grande eleganza e discrezione, il virtuosismo di Giuliana Gianfaldoni che con un timbro brillante si fa perdonare qualche intemperanza nei sol sopra il rigo, nota estrema ma molto ricorrente nella sua parte. Cecilia Molinari, con struggente timbro contraltile, ben si rapporta con la collega più acuta. Anch’essa sfoggia ornamenti e trilli di gran classe, inseriti in un contesto di spiegata cantabilità. Il buon successo che le ha meritatamente premiate ha chiuso felicemente la prima parte del concerto.
L’orchestra arricchita di legni, ottoni e timpani, si è poi catapultata, anche qui senza esitazioni, nella sinfonia beethoveniana. L’approccio istintivo di Andrés Orozco-Estrada manifesta qui alcuni limiti. L’Orchestra suona certamente al suo meglio e dimostra una grande empatia con le intenzioni musicali del direttore, anche per la chiarezza e l’intellegibilità perentoria del gesto. Tutto viene illustrato con un’esposizione didascalica: ruscelli e uccellini, tuoni e fulmini, gli intrattenimenti delle scampagnate e i timori per il temporale. Tutto troppo semplice ed esplicito, senza zone d’ombra e chiaroscuri, una banalità che rischia la noia. Si prevede in anticipo quanto succederà, nessuna sorpresa. Suoni e fraseggi tirati a lucido che brillano senza angoli ombreggiati e oscuri. Forse non è proprio questo il modo di proporre una sinfonia del “tormentato” ed introverso musicista di Bonn. Grandi gli entusiasmi finali sul palco. Il Direttore che reiteratamente ringrazia e viene, a sua volta, ringraziato dagli orchestrali è conferma dell’intesa che fortunatamente si è stabilita tra la nuova Guida Stabile e i leggii. Ci conferma inoltre la grande perizia professionale di un Maestro che non per nulla è richiesto da tutte le grandi istituzioni musicali, non solo europee. Possiamo perciò essere garantiti che l’ottimo livello dell’OSN RAI non solo sarà mantenuto in futuro, ma potrà essere ulteriormente implementato. Il pubblico, abbastanza numeroso per questo Straordinario Concerto di Pasqua, dato in unica serata, ha manifestato, pure esso, con sonori applausi, la propria soddisfazione. Il concerto è disponibile alla visione su RaiPlay