Roma, Teatro Sala Umberto: “Il Giuocatore” secondo Roberto Valerio

Roma, Teatro Sala Umberto
IL GIUOCATORE
di Carlo Goldoni

adattamento e regia Roberto Valerio
con Alessandro Averone, Mimosa Campironi, Alvia Reale, Nicola Rignanese,  Massimo Grigò, Davide Lorino, Roberta RosignoliMario Valiani
scene e costumi Guido Fiorato
musiche originali Mimosa Campironi
luci Emiliano Pona
una produzione Teatri di Pistoia – Centro di Produzione Teatrale
Roma, 04 Aprile 2024
Carlo Goldoni, nel prologo della sua commedia “Il Giuocatore”, evidenzia la universalità dei caratteri rappresentati, affermando che ovunque essa fosse stata portata in scena, sembrava creata sul modello di personaggi riconosciuti come genuini. Questa dichiarazione riflette la profondità e l’accuratezza con cui Goldoni affronta i temi universali nell’opera teatrale, scritta nel 1750 e messa in scena nel 1751, durante l’ambiziosa sfida del drammaturgo di produrre 16 nuove commedie. Per Goldoni, questa sfida rappresentava un’improvvisazione audace, un superamento delle convenzioni per creare qualcosa di straordinario e indimenticabile. Il gioco, quindi, non era solo una questione di denaro per lui, ma un intricato sistema di vita. La sua familiarità con i tavoli da gioco d’azzardo e gli ambienti sotterranei dove si scommetteva e si perdeva fortuna era profonda e diretta. Attraverso questa opera, Goldoni mette abilmente in mostra i processi mentali del giocatore, svelando tutte le trappole e gli inganni nei quali esso inevitabilmente cade, coinvolgendo spesso anche coloro che lo circondano. Pur facendo ridere il pubblico, la commedia non trascura di far comprendere la pericolosità e la dipendenza insita nel gioco d’azzardo, equiparandola a qualsiasi altra forma di tossicodipendenza. Il giovane Florindo è imprigionato da un pericoloso vizio per il gioco d’azzardo. Nonostante le vittorie effimere, le perdite superano di gran lunga i guadagni. La sua ossessione lo conduce verso un baratro sempre più profondo, intrappolandolo nelle trame di giocatori disonesti che lo spremono senza pietà. Abbandonato sia dalla sua futura moglie, Rosaura, che dall’amante Beatrice, Florindo si trova sull’orlo della rovina finanziaria e personale. L’ultima speranza sembra essere il matrimonio di convenienza con la ricca ma antipatica Gandolfa. Solo l’intervento di Pantalone de’Bisognosi, padre di Rosaura e fratello di Gandolfa, può ancora salvarlo. La regia di Roberto Valerio mette in evidenza l’oscurità e le potenzialità distruttive del gioco d’azzardo e della follia. Goldoni, senza ambiguità, denuncia come Florindo abbia sacrificato tutto in nome di un’ossessione che non porta alcun beneficio, ma solo rovina e disperazione. La sua pazzia non è quella genuina, quella che porta a vedere il mondo in modo diverso e creativo, ma è una spirale autodistruttiva che lo allontana dall’essenza stessa della vita. L’adattamento di Roberto Valerio arricchisce ulteriormente e attualizza un’opera già intrinsecamente moderna, rendendola più accattivante per il pubblico contemporaneo. Inizialmente affascinati dalla leggerezza e dall’incanto della commedia, ci troviamo poi sommersi dalla profonda angoscia della tragedia. La narrazione si distingue per la sua freschezza e dinamicità, mantenendo un equilibrio delicato tra comicità e dramma senza scivolare né nell’eccesso farsesco né nell’oppressione del dramma. La dipendenza, l’ossessione per il gioco d’azzardo, la corruzione morale ma anche i sentimenti di passione, amicizia e speranza agiscono come catalizzatori per un turbine di emozioni in continua evoluzione. La particolare sensibilità del regista Valerio nei confronti degli interpreti e delle sfumature psicologiche dei personaggi consente una rinnovata espressione dei protagonisti e, di conseguenza, dell’intera opera. I personaggi principali si presentano con una forza e una profondità rinnovate, mentre quelli secondari, spesso ridotti a semplici stereotipi, reclamano spazio e autonomia accanto ai protagonisti, assumendo un ruolo più significativo. Le coordinate temporali vengono lasciate volutamente sfocate, poiché la rilevanza dei temi trattati supera l’importanza del contesto storico specifico, permettendo così alle interpretazioni degli attori, alla musica e alle soluzioni sceniche innovative di plasmare l’atmosfera della rappresentazione in modo coinvolgente e avvincente. Le luci di Emiliano Pona creano atmosfere suggestive ed al contempo quando necessita anche  claustrofobiche, mentre la scenografia di Guido Fiorato offre un ambiente portuale dinamico e versatile. Nella resa scenica di questa opera teatrale, emerge come elemento centrale una maestosa barca, concepita e realizzata con maestria dal brillante scenografo. Questa imponente imbarcazione non è solo un semplice elemento di sfondo, ma assume un ruolo simbolico di grande rilevanza, fungendo da metafora per il viaggio dei protagonisti attraverso le acque tempestose della vita. La presenza della barca evoca un senso di avventura e di destino inevitabile, trasportando i personaggi in un viaggio attraverso le loro esperienze e le loro disgrazie. Simboleggia il percorso che essi intraprendono, affrontando le sfide e le tribolazioni che incontrano lungo il cammino. Inoltre, la barca rappresenta anche il concetto di trasformazione e di cambiamento, poiché i protagonisti sono costretti a confrontarsi con le proprie debolezze e i propri demoni mentre navigano attraverso le acque tumultuose della vita. È un simbolo di speranza e di possibilità di redenzione, nonostante le avversità incontrate lungo il percorso. Le musiche originali e le canzoni di Mimosa Campironi contribuiscono a sottolineare le emozioni e i moti interiori dei personaggi, arricchendo l’esperienza teatrale con la loro intensità e profondità emotiva. Alessandro Averone, nel ruolo di Florindo, ha acquisito una grande esperienza interpretativa che spazia dal teatro alla televisione e al cinema. La sua interpretazione di Florindo è stata un tour de force emotivo e fisico, dimostrando un impegno totale nel dare vita al personaggio in modo autentico e coinvolgente. Mimosa Campironi, nel ruolo di Rosaura, si distingue come un’attrice poliedrica e talentuosa, conferendo al personaggio una forza e una sensibilità che lo rendono una controparte ideale per Florindo. Nicola Rignanese, nel ruolo di Pancrazio, offre una performance che rivela la profondità e la saggezza del personaggio, evitando la trappola della caricatura superficiale e stereotipata. Le interpretazioni dei personaggi  secondari sono tutte eccellenti e sfaccettate, grazie al contributo di Alvia Reale, Davide Lorino, Roberta Rosignoli, Massimo Grigò e Mario Valiani. Il pubblico presente al teatro, che ha riempito la sala, ha tributato applausi calorosi a tutti gli interpreti, dimostrando un’apprezzamento totale per la commedia e per le performance degli attori. Photocredit@IlariaCostanzo