“Les Cloches du soir”, “ Nocturne”, “Le Vase brisé”, “Roses et Papillons”, “Le Mariage des roses”, !L’Émir de Bengador”, “Ninon”, “Lied”, “Robin Gray”, “S’il est un charmant gazon”, “Aimer”, “Six Duos” (“La Chanson du vannier”, “L’Ange gardien”, “Aux petits enfants”, “La Vierge à la crèche”, “Les Danses de Lormont”, “Soleil”, “L’Ange et l’Enfant”, “Passez ! passez toujours !”, “Souvenance”, “Pour les victimes”, “Paris”, “Patria”, “Les Trois Exilés”, “ À cette terre où l’on ploie sa tente”, “Le Sylphe”, “La Procession”. Tassis Christoyannis (baritono), Véronique Gens (soprano), Jeff Cohen (piano), Enrico Graziani (violoncello). Registrazione: Venezia, Palazzetto Bru Zane, 16-19 aprile e 4-5 ottobre 2021. 2 CD Fondazione Palazzetto Bru Zane BZ2003
Il 2022 è stato il bicentenario della nascita di César Franck, compositore vallone nato a Liegi nel 1822 e protagonista per lunghi anni della vita musicale parigina fino alla morte avvenuta nella capitale francese nel 1890. La fondazione Palazzetto Bru Zane, sempre attenta alle vicende della musica, francese non poteva ignorare l’occasione mettendo in cantiere una serie di omaggi al compositore belga. Se il lavoro principale è stata la registrazione integrale della sua maggior opera lirica “Hulda” la volontà di fornire una visione più completa dell’arte di Franck ha portato anche a questa registrazione integrale delle composizioni vocali da camera genere in cui il compositore si è impegnato nel corso di tutta la sua carriera artistica (i brani si datano tra il 1843 e il 1889) seppur con una produzione nel complesso limitata di titoli.
Il genere era imprescindibile per un compositore dell’epoca, però bisogna ammettere che raramente qui ritroviamo le migliori qualità di Franck mentre un solito mestiere spesso copre un’ispirazione un po’ carente tra brani di pura occasione e spirito salottiero un po’ di maniera.
Il programma presenta un buon numero di composizioni solistiche più i sei duetti del 1888 e non si fatica a riconoscere una serie di elementi comuni: una buona facilità melodica anche se a tratti di maniera, una preferenza per forme strofiche che a lungo andare tendono a divenire ripetitive, un gusto per brani melanconici e dolenti, un pianismo che alterna notevole originalità – impressionanti gli effetti già impressionisti di “L’ange et l’enfant” in cui già sembra di ascoltare Debussy ma la composizione è del 1846 – a momenti di maniera al limite della ripetitività.
La scelta dei testi non sempre aiuta. Franck era nota per essere abbastanza onnivoro e al fianco di notevoli lavori di Dumas, Hugo – molto rappresentato – Prudhomme, Chateaubriand, si alternano tanti minori o minimi con addirittura l’insolita testa di mettere in musica un discorso patriottico in prosa. Questi è “Paris” su testo di un anonimo barone e si tratta di una delle composizioni ispirate a Franck dalla disfatta nella guerra franco-prussiana. E’ un brano di pura occasione in cui la retorica del momento prevale su qualunque ispirazione. Frutto della stessa esperienza ma più sincero è ispirato è “Patrie” su testo di Victor Hugo.
Composizioni d’occasione si ritrovano per altro in tutta la produzione di Franck con risultati molto variabili. Ci è piaciuto per sincerità e intensità “Pour les victimes” una sorta di piccolo requiem composto per la raccolta fondi a favore delle vittime dell’incendio dell’Opéra-Comique del 1887 mentre altrove si è al limite dell’inascoltabile come la marcetta intrisa di retorica bonapartista di “Les trois exilés” per altro anche lungo nella sua totale ripetitività.
I sei duetti presentano una certa ripetitività soprattutto sul piano formale con andamenti strofici a due voci praticamente privi di contrasti. Si nota una volontà di realizzare composizioni facilmente destinabili all’esecuzione privata ma di certo un po’ poveri sul piano formale.
Jeff Cohen, grande conoscitore di questo repertorio e spesso impegnato in questo tipo di registrazioni, accompagna il canto con tocco elegante e perfetto senso dello stile esaltando i brani dove la scrittura pianistica è migliore e facendo il possibile per rendere al meglio quelli più ordinari. Tassys Christoyannis è abituale presenza delle incisioni della Fondazione con un repertorio che spazia dal classicismo settecentesco alla musica del primo Novecento. E’ anche un interprete esperto delle mélodies da camera – per la stessa etichetta ha già inciso il corpus completo delle mélodies di Reynaldo Hahn sempre con l’accompagnamento di Cohen. Pronuncia francese perfetta, capacità di un canto espressivo sembra legato alla parola e ai suoi valori musicale, rende – quanto possibile – ogni sfumatura delle composizioni – si ascolti il tono sinistro della mezzavoce conclusiva di “L’ange et l’enfant” – e rende almeno con gusto ed eleganza i brani più convenzionali. La tessitura non impone difficoltà di sorta così che la voce può svilupparsi sicura senza compromissioni di un timbro nel complesso assai piacevole.
Véronique Gens è stata presa principalmente per i Sei duetti dove però vista la banalità delle composizioni non ha molto spazio per brillare. Gli resta l’esecuzione della prima versione “S’il est un charmant gazon” (1847?) d’una leggerezza festosa e brillante – che si perderà nel rifacimento del 1857 – e in cui la Gens riesce a ricavarsi un piccolo momento per farsi ammirare.