Amy Beach (1867-1944):Dreaming Op. 15 NO. 3; Romance Op. 23; Sonata Op. 34; Invocation Op. 55; Lento espressivo Op. 125. Matteo Amadasi (viola). Katia Spluga (pianoforte). Registrazione 21-22 giugno 2022 presso la Recording Hall Griffa e Figli (Milano). T. Time: 53′ 09″. 1 CD Stradivarius STR 37259
Talento purissimo, Amy Beach è considerata un esempio di femminismo in un mondo come quello della musica, nel quale si pensava che la donna potesse essere una brava virtuosa, ma non una compositrice. Eppure la sua storia personale sembrerebbe contraddire questa immagine di emancipazione femminile, in quanto Amy Beach, nata nel 1867 Amy Marcy Cheney in un villaggio del New Hampshire, decise di firmarsi con il nome e cognome del marito in seguito al matrimonio, avvenuto 1885, con Henry Harris Aubrey Beach, un chirurgo più anziano di lei di ben 24 anni. Questi, convinto che la sua giovane sposa avrebbe dovuto essere dedita alla famiglia, le chiese di non esibirsi più come pianista e di dedicarsi, per quanto riguardava la musica, esclusivamente alla composizione. Amy Beach, che, fin da quando aveva 4 anni aveva manifestato la sua predisposizione per la composizione scrivendo alcuni valzer per pianoforte, iniziò a studiarla da autodidatta traducendo i trattati di Berlioz e di Gevaert e proprio in questo ambito divenne un simbolo di emancipazione femminile. Nonostante nella storia della musica si possano annoverare, infatti, sin dal Rinascimento molte donne che si erano distinte nella composizione, resisteva, alla fine dell’Ottocento, negli ambienti musicali una certa diffidenza verso le loro capacità creative. Oggi appare sorprendente e fuori luogo quanto affermato, in un’intervista rilasciata nel 1892 a un giornalista di Boston, da Antonin Dvořák secondo il quale “Le donne… non hanno il potere creativo”. A contraddire questa tesi, purtroppo rivelatrice di un’assurda mentalità maschilista, proprio in quell’anno, Amy Beach coglieva uno dei suoi successi più clamorosi, come compositrice, con la sua Messa in mi bemolle maggiore che fu la prima composizione scritta da una donna ad essere eseguita dalla Handel e Haydn Society Orchestra. In realtà le doti creative non mancarono mai a Amy Beach che compose circa 300 lavori principalmente per pianoforte, ma anche per complessi da camera, come la Sonata per violino e pianoforte, che, in programma in questo CD in un arrangiamento realizzato da Matteo Amadasi, fu da lei composta nel 1896 ed eseguita in duo con il violinista Franz Kneisel in uno dei rari concerti che diede dopo il suo matrimonio. Nel 1900 si sarebbe esibita, inoltre, come solista nel suo Concerto per pianoforte orchestra con la Boston Symphony Orchestra, ma fu dopo la morte del marito nel mese di giugno del 1910 e della madre qualche mese dopo che Amy Beach, per superare la crisi indotta dalla solitudine nella quale di colpo si era trovata a vivere, ritornò alla sua attività concertistica facendo conoscere la sua produzione in Europa dove si esibì fino al 1914, quando decise di ritornare in America in seguito alla scoppio della Prima Guerra Mondiale. Negli Stati Uniti, oltre a diventare un punto di riferimento per i giovani musicisti, ottenne numerosi riconoscimenti, come la commissione di una composizione, Panama Hymn, in occasione dell’apertura, nel 1915, del canale di Panama e la Laurea Honoris Causa conferitale nel 1928 dall’Università de New Hampshire. Nel 1940, però, fu costretta ad abbandonare la sua attività musicale a causa di problemi cardiaci che la condussero alla morte quattro anni dopo a New York. In questo CD è proposto, in arrangiamenti per viola e pianoforte curati da Matteo Amadasi, alcune sue significative composizioni e in particolar modo Dreaming Op. 15 NO. 3, Romance Op. 23,Sonata Op. 34, Invocation Op. 55 e Lento espressivo Op. 125 che rivelano le influenze di Skrjabin, Wagner e Debussy in una scrittura raffinata che, a volte, però, appare un po’ magniloquente. Eccellente l’esecuzione da parte del duo formato da Matteo Amadasi (viola) e da Katia Spluga (pianoforte) che si integrano perfettamente senza che l’uno prevalga l’altra, ma lasciando ben definiti i ruoli. Tra i brani più belli per il lirismo, esaltato dalla calda ed espressiva cavata di Amadasi, va senza dubbio segnalato Invocation, nel quale il pianoforte ora accompagna mantenendosi sullo sfondo ora dà vita a brevi sezioni sempre di carattere espressivo eseguite con un bel tocco da Katia Spluga. Si tratta di un bel CD che permette di divulgare una produzione di una compositrice di un certo interesse, purtroppo dimenticata.