Roma, Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, Sala Santa Cecilia
“LES ÉTOILES”
Gala internazionale di danza
Direzione artistica Daniele Cipriani
Con: Bakhtiyar Adamzhan (Opera di Astana), Sergio Bernal (Sergio Bernal Dance Company), Alessandro Frola (Hamburg Ballet John Neumeier), Claudia García Carriera (già Ballet Nacional de Cuba), Dani Hernández (Ballet Nacional de Cuba), Isaac Hernández (già English National Ballet), Catherine Hurlin (American Ballet Theatre), Maia Makhateli (Het Nationale Ballet), Roman Mejia (New York City Ballet), Leroy Mokgatle (Staatsballet Berlin), Giada Rossi (Compañia Nacional de Danza, Madrid), Daniil Simkin (American Ballet Theatre), Madoka Sugai (Hamburg Ballet John Neumeier), con la partecipazione di Lutz Förster (già Tanztheater Wuppertal Pina Bausch)
Produzione Daniele Cipriani Entertainment
Roma, 15 marzo 2024
Les étoiles, il gala presentato da Daniele Cipriani, ritrova il suo fascino ogni anno, dopo numerose edizioni. Il pubblico accorre sempre con grande entusiasmo e si fida del gusto e della competenza di questo brillante manager di danza. Ma certo per lui non sarà facile coinvolgere gli artisti giusti ed affrontare di volta in volta una sfida nuova. L’operazione di quest’anno è all’insegna dell’inclusività, parola molto usata, ma non sempre in modo corretto. Ed il bello del gala è che nel farlo ci si riferisce a Petipa. Quanto splendore nella sua Bella addormentata, dove per festeggiare le nozze dei protagonisti convengono finanche i personaggi delle fiabe di Perrault. Nel suo linguaggio aulico, la danza classica parla di elevazione dalle passioni terrene, restando spesso però confinata nel mondo della fantasia e dell’irrealtà. Giada Rossi della Compañía Nacional de Danza di Madrid apre il gala nel “Pas de deux” dal III atto de La Bella Addormentata distinguendosi per precisione, eleganza, controllo e gradualità nei poissons, oltre che per il ricamo dei passi sulla musica. Il suo partner Alessandro Frola dall’Hamburg Ballet John Neumeier esegue con grande slancio il manège, senza dimenticare la pulizia delle braccia. Subito dopo, in “Obertura”, il famosissimo Sergio Bernal avvolto da un cono di luce ci trasporta da Versailles in una Spagna glamour, dove come un torero rivestito di paillettes indaga il movimento del corpo per poi traslarsi nello spazio. Ma l’inclusività non è solo abbracciare diversi Paesi. Nel “Pas de deux” dal II atto di Giselle, Claudia García Carriera e Dani Hernández del Ballet Nacional de Cuba ci ricordano la diversità dei vari stili di danza che contribuiscono ad arricchire la lingua della danza. Naturalmente non si tratta però di un pezzo di bravura, ma di un breve estratto da un capolavoro di risonanza storica, che speriamo serva all’ampio pubblico ad ammirarne per intero la poesia in altre occasioni. Grande intensità e delicati voli per Fernanda Oliveira ed Isaac Hernández dell’English National Ballet in No Man’s Land, pezzo che evoca il dolore della guerra a firma di un geniale Liam Scarlett, morto a soli 35 anni scontando il peso della crudeltà e delle dinamiche di potere. Un breve ritorno al luccichio dello smagliante “Pas de deux” dal III atto del Don Chisciotte danzato dal muscoloso e scattante Bakhtiyar Adamzhan dell’Opera di Astana in coppia con Maia Makhateli dell’Het Nationale Ballet di Amsterdam in gran forma nei virtuosismi. E poi un sogno danzante: il “Nocturne” su musica di Chopin e coreografia di Christian Spuck, dove con Alessandro Frola danza in punta Leroy Mokgatle, segnalandosi per la femminilità delle linee e dei movimenti. Un caso raro di ballerina “non binary”, che dimostra quanto la volontà possa fare finanche sulla natura. Conclude la prima parte del gala un commovente “The Man I Love” (da Nelken, 1982), danzato in omaggio a Pina Bausch nel quindicesimo anniversario della morte da Lutz Förster, che insegna agli altri interpreti maschili il linguaggio dei segni. Non meno importante è la seconda parte del gala, dove si passa dall’astrattismo al sinfonismo coreografico e alle sculture in danza, ricordando a tutti noi quanto la nobiltà della musica e del movimento corporeo accomuni i più diversi spettatori nella ricerca della bellezza pura. Foto Damiano Mongelli