Penultima opera di Vincenzo Bellini, e unica di argomento storico, “Beatrice di Tenda” è una tragedia lirica in due atti composta tra il gennaio e il marzo del 1833 con il librettista Felice Romani. La genesi rapida ma tribolata e gli aspri scontri tra compositore e librettista probabilmente contribuirono a sancirne l’insuccesso alla stagione di Carnevale della Fenice di Venezia, nonostante la presenza del celebre soprano Giuditta Pasta nei panni della protagonista. Eppure, i valori assoluti della vicenda (amore, fede, vendetta) e la drammaturgia musicale della partitura belliniana ne fanno una delle opere più mature e complesse del compositore catanese. L’Opera Carlo Felice di Genova, nell’ambito di “Genova capitale del Medioevo 2024”, la ripropone al pubblico in coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia; a dar vita alla vicenda un cast di tutto rispetto (Angela Meade nei panni della protagonista, Carmela Remigio in quelli della rivale Agnese Del Maino e Matteo Olivieri come Filippo Maria Visconti, marito di entrambe) diretto dalla bacchetta di Riccardo Minasi. La regia è affidata a Italo Nunziata, le scene a Emanuele Sinisi, i costumi ad Alessio Rosati.
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