Verona, Teatro Nuovo, rassegna “Il Grande Teatro” 2024
“Gl’INNAMORATI”
Commedia in tre atti di Carlo Goldoni nell’adattamento di Angela Demattè
Fabrizio, vecchio cittadino GASPARE DEL VECCHIO
Eugenia, nipote di Fabrizio ELISA GRILLI
Flamminia, nipote di Fabrizio e vedova OTTAVIA SANFILIPPO
Fulgenzio, cittadino amante di Eugenia CRISTIANO PAROLIN
Clorinda, cognata di Fulgenzio FRANCESCA SARTORE
Roberto, gentiluomo LEONARDO TOSINI
Ridolfo, amico di Fabrizio GIANLUCA BOZZALE
Lisetta, cameriera in casa di Fabrizio EUGENIA SPINELLI
Succianespole, vecchio servitore di Fabrizio RICCARDO GAMBA
Regia Andrea Chiodi
Scene Guido Buganza
Costumi Ilaria Ariemme
Musiche Daniele D’angelo
Cura del movimento Marco Angelilli
Luci Nicola Pozzerle
Verona, 30 gennaio 2024“
Gl’Innamorati” di Carlo Goldoni rappresenta un altro degli affascinanti dipinti affascinanti che il celebre drammaturgo veneziano ci ha lasciato sulla società, ormai quanto mai decadente, del XVIII secolo – non a caso anche qui emergono le difficoltà economiche mascherate da voler sempre e comunque “apparire”. Questa commedia del 1759 mette al centro la complicata relazione amorosa tra Eugenia e Fulgenzio, un rapporto intriso di impulsività, gelosia che, ovviamente portano a continue incompreioni, equivoci. Attorno al loro interagire, fatto di liti, con quasi scontato allontanamenti ma che poi, per forza dell’amore che comunque anima questo rapporto, ruotano gli altri personaggi, condizionati dall’incedere di questa relazione che genera una serie di equivoci e situazioni imbarazzanti che, ovviamente, arrivano a un lieto fine in un climax rasserenante. Non è forse il Goldoni più ispirato, i personaggi in se non ci appaiono particolarmente originali e con delle caratterizzazioni originali. Troviamo il “solito” Fabrizio, cittadino milanese (città dove è ambientata la commedia), collezionista d’arte ma, ovviamente, in situazione economica precaria, due ragazze, le sorelle Eugenia e Flamminia, caratterialmente agli antipodi, una cameriera, Lisetta, sempre attenta e partecipe a quello che avviene attorno a lei e così via gli altri personaggi che appaiono un po’ dipinti in punta di penna, senza dei contorni di grande rilievo. Venendo ora a parlare di questo allestimento, aldilà della gradevolezza dell’impianto scenico firmato da Guido Buganza e dei “verdeggianti” ed eleganti costumi sobriamente settecenteschi di Ilaria Ariemme, lo scrivente non sa che dire se non porsi una serie di “punti di domanda”…?.. Che strada interpretativa ha voluto prendere il regista Andrea Chiodi?..Si parte dalla musica, con un omaggio contemporaneo a Milano (con la celebre canzone “innamorati a Milano” ), per concludere con l’altrettanto nota “La voglia, la pazzia” nella celebrata interpretazione di Ornella Vanoni. La regia poi ci presenta oggetti contemporanei: un’aspirapolvere, cuffie wireless, qualche sigaretta..aggiungiamoci anche un po’ di nudo (l’iniziale seno nudo di Eugenia) e qualche ammiccamento sessuale nel corso della commedia, ma poi? Ecco l’altra domanda. Cosa succede, dove si va? A nostro parere succede ben poco, lo spettacolo si incanala in un incedere caratterizzato da una teatralità fatta di svenimenti o gesti platealmente eccessivi, “convulsivi” o, per contrasto staticità, silenzi, o il vagare in scena in un modo che appare senza un gran senso. L’insieme di tutti questi elementi porta a un senso di noia che si fa sempre più marcato con il procedere dello spettacolo. Un senso di tedio al quale, purtroppo, ha contribuito una compagnia volonterosa di attori che ci sono parsi, un po’ come i loro costumi, monocromatici, con delle vocalità piuttosto incolori. Va bene che oggi il concetto di recitazione voglia essere “naturale”, in linea con il parlare quotidiano, crediamo però che l’attore dovrebbe fa mostra di una certa proiezione timbrica, per raggiungere ogni angolo, o quasi, del teatro. Qui si spesso si faticava a capire il testo già a partire dalla quinta fila di platea. Un fatto, questo, confermato confrontandoci e ascoltando i commenti del pubblico (fatto di numerosi abbonati) che, alla fine dello spettacolo non ci è parso particolarmente caloroso visto che ha salutato il cast con sbrigativi applausi di cortesia. Si replica fino a domenica 4 febbraio.