Milano, MTM Teatro Litta: “Ricino”

Milano, MTM – Teatro Litta, Stagione 2023/24
RICINO”
di Antonio Mocciola e Pasquale Marrazzo
con: Antonio D’Avino, Diego Sommaripa, Vincenzo Coppola
Regia, scene e suono Pasquale Marrazzo
Disegno luci Emanuele Iovino
Costumi Lucia La Polla
Produzione Noi Film

Milano, 6 febbraio 2024
Spesso, quando ci rechiamo a vedere uno spettacolo, conoscere in precedenza l’autore o la tematica crea delle involontarie aspettative, con cui poi dobbiamo fare i conti nel momento di scrivere la critica. Il tema di “Ricino“ è tra i più interessanti nell’ambito degli studi sul fascismo: il rapporto tra regime e sessualità, in particolar modo la persecuzione degli omosessuali da parte della dittatura, è un argomento che ancora propone margini di interpretazione e chiavi di lettura spesso interessanti. Lo spettacolo di Antonio Mocciola e Pasquale Marrazzo, tuttavia, rimane al di qua della dimensione di interesse, limitandosi a proporre la storia di uno strano triangolo amoroso (lui-lui-il poliziotto dell’OVRA che li perseguita) sviluppato in una drammaturgia deboluccia, che si vorrebbe cinematografica, ma finisce con l’essere più credibilmente televisiva. Non sappiamo nemmeno se ci troviamo di fronte a un’effettiva storia unitaria, quanto, piuttosto, a una serie di flash, episodi intervallati dall’onnipresente musica extradiegetica, il cui tono è sempre quello alla lunga stucchevole dello small talking, del commento superficiale, che si vorrebbe rimandasse a un più profondo non detto, ma che di fatto rimane quello che è. L’assenza assoluta di pretesa documentaria, apprezzabile nel caso ci fosse proposta una densa e solida struttura drammaturgica, in questo caso fa sentire il suo peso, giacché avrebbe potuto conferire perlomeno qualche coordinata spazio-temporale in più per coinvolgere lo spettatore. Qui, invece, in fin dei conti, capiamo che si tratta del ventennio solo per alcuni riferimenti interni e citazioni, ma che rimangono tali, senza toccare corde più profonde, perché annegate nell’ameno mare di sentimenti più o meno ordinari che il testo esprime, e che l’impianto scenico non implementa esteticamente – la regia di Marrazzo è manierata, piena di gestualità “telefonate “, la scena si regge fondamentalmente su due soli elementi (un piano inclinato e una serie di panni bianchi appesi), peraltro utilizzati poco e in maniera convenzionale. Lo spettacolo, dunque, si regge unicamente sull’apporto dei tre interpreti: Antonio d’Avino, Diego Sommariva e Vincenzo Coppola, tre interpreti senza dubbio di talento, coinvolti e in grado di trasmettere tutto quello che si può trarre dal testo, senza tuttavia eccedere in qualcosa che ci avrebbe potuto far gridare al miracolo; l’attività dei tre è senz’altro ben calibrata sui colori dei personaggi che interpretano, ma, detto fuori dei denti, più di un guizzo attoriale sarebbe stato necessario per sottrarre il pubblico allo scivolare lentamente dalla noia al torpore. Repliche alla Sala Assoli di Napoli  dal 19 al 21 aprile 2024. Foto Giovanna Marrazzo