Roma, Teatro India: Uno straordinario “Boston Marriage”

Roma, Teatro India
BOSTON MARRIAGE
di David Mamet

traduzione Masolino D’Amico
regia Giorgio Sangati
con Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria

scene Alberto Nonnato
luci Cesare Agoni
costumi Gianluca Sbicca
musiche Giovanni Frison
assistente alla regia Michele Tonicello
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Biondo di Palermo
in accordo con Arcadia & Ricono Ltd
Roma, 06 Febbraio 2024
La brillante commedia di David Mamet, datata 1999 ed ambientata alla fine dell’Ottocento negli Stati Uniti, fa la sua affascinante comparsa sul palcoscenico del Teatro India di Roma, grazie alla regia sapiente del talentuoso Giorgio Sangati. Le eccezionali interpreti Maria Paiato e Mariangela Granelli, affiancate da Ludovica D’Auria, danno vita a un triangolo affascinante e complesso, in cui tra i vari sentimenti trattati, l’amore non è l’unico motore. Negli Stati Uniti, tra il XIX e il XX secolo, il termine “Boston Marriage” si imponeva per descrivere l’intima coabitazione tra donne, spesso caratterizzata da legami sentimentali, e contraddistinta da una notevole indipendenza economica dalle figure maschili. La trama, giocata su una sottile gioco di potere e interesse, svela le dinamiche relazionali con la stessa intensità dei matrimoni più convenzionali, arricchita da un tocco di pizzi, merletti e vivacità borghese. In un sontuoso interno di fine Ottocento si dipana un incontro tra due dame dall’apparenza signorile e una cameriera. Tuttavia, la raffinatezza delle prime si svela presto essere una maschera, poiché occasionalmente sfuggono loro qualche parolaccia e modo di dire volgare. La cameriera, maldestra e ignorante, sembra un elemento fuori posto in un contesto che ambisce a qualche forma di prestigio. Risalta subito come tra le due dame, la signorilità apparente nasconda retroscena più complessi. Una volta affiatate, ora si rivelano estranee l’una all’altra. La padrona di casa, Anna (Maria Paiato), ha trovato rifugio nell’agio materiale offertole da un ricco benefattore, di cui vorrebbe sfruttare la protezione per riavere con sé l’ex compagna Claire (Mariangela Granelli). Quest’ultima, giunta in visita, sembra aver mantenuto un legame più diretto con il mondo di prima. Il motivo della visita di Claire emerge, rivelando un intento audace. La donna chiede ad Anna l’utilizzo dell’appartamento per sedurre una giovane fanciulla. La padrona, pur reprimendo una certa delusione, alla fine accetta, ponendo però la condizione di assistere alla scena, nascosta nell’ombra. Claire inizialmente si sottrae, ma finisce per cedere al ricatto. Tuttavia, quando la giovane arriva, si scopre essere la figlia del mecenate che sostiene finanziariamente Anna. La situazione si complica, gettando un’inaspettata ombra sulla tranquillità della padrona di casa. L’inganno e la complicazione emergono in questo intreccio di relazioni, sottolineando la fragilità delle apparenze e la complessità delle dinamiche umane nell’interno di fine Ottocento. La drammaturgia, magistralmente curata da Masolino D’Amico attraverso la traduzione del testo di Mamet, pone la parola come fulcro gravitazionale dell’atto unico. Le parole e i dialoghi si dipanano come una ragnatela, tessendo la storia di un rapporto tra donne: inizialmente interrotto, poi ricondotto sulla retta via. Tradimenti e sequenze di incomprensioni vengono abilmente abbandonati, grazie all’intervento non di una freccia del Dio Amore, ma di una preziosa collana di smeraldi illegittimamente sottratta. In questo contesto teatrale, Mamet regala una trama intricata e avvincente, dove l’umorismo si intreccia con la profondità delle relazioni umane. La scenografia accogliente e raffinata, magistralmente concepita da Alberto Nonnato, introduce il pubblico in un sontuoso interno d’epoca. Un salotto avvolto da tessuti vellutati, con predominanza di tonalità come il rosso pompeiano e il rosa cipria, si dispiega come un quadro vivente di eleganza. Una singola, imponente finestra si affaccia su uno scenario grigio, simile a un set cinematografico, mentre la presenza di fari ben visibili e la scritta rossa “On Air” lampeggiante in alto concorrono a consolidare l’illusione di trovarsi di fronte alla riproduzione di una straordinaria rappresentazione teatrale. Le luci di Cesare Agoni  sono un trionfo di maestria scenica, orchestrando con fervore e meticolosità giochi di ombre che infondono alle scene un’aura di tridimensionalità e vivacità notevoli per nitidezza e precisione tecnica. Tra le interpreti è innegabile che Maria Paiato riesca a imporsi in modo indiscusso sulla scena. La sua presenza è dominante sia per il personaggio che interpreta, sia per le straordinarie performance che ci ha sempre regalato. Mariangela Granelli non si fa certo superare e contribuisce a bilanciare la dinamica con un linguaggio più radicato nella tradizione, ricco di sfumature ridondanti, ma allo stesso tempo dissacrante e sprezzante. Non è affatto scontato imbattersi in due interpreti capaci di elevare il dialogo a livelli di meta-linguaggio, con una conoscenza tecnica della recitazione così profonda. Ludovica D’ Auria, nel ruolo della cameriera scozzese Catherine, con maestria e grande professionalità, si fa valere come elemento di equilibrio in questa straordinaria coppia scenica. La sua abilità nel muoversi con agilità tra i dialoghi serrati delle colleghe conferisce al suo contributo una notevole rilevanza, aggiungendo una preziosa dinamica alla performance complessiva. Le evocative incursioni musicali di Giovanni Frison si rivelano estremamente suggestive, sapientemente dosate tra momenti di piena intensità e accenni più sottolineati, amplificando l’impatto emotivo delle scene e conferendo un’aura distintiva alla rappresentazione. In scena si dipana una storia di straordinaria attualità, un racconto che ci tocca da vicino. La tematica della parità di genere, insieme al diritto di vivere amori liberi e autentici, emerge con forza, rimarcando quanto ancora sia distante il traguardo di una piena uguaglianza. Il pubblico, partecipe e coinvolto, ha riempito il Teatro India con applausi scroscianti, tributando il meritato riconoscimento a tutte le protagoniste che con maestria e impegno hanno portato avanti questo potente messaggio scenico. Qui per le altre date.