“Vita d’eroe” secondo Andrés Orozco-Estrada nuovo direttore principale dell’orchestra RAI

Auditorium RAI “Arturo Toscanini”, di Torino, stagione Sinfonica 2023-24.
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI
Direttore 
Andrés Orozco-Estrada
Wolfgang Amadeus Mozart: Sinfonia n.38 in Re Maggiore K.504 “Praga”, Richard Strauss: “Ein Heldenleben”, poema sinfonico op.40.
Torino, 19 gennaio 2024
L’avvio della serata è con la mozartiana sinfonia n.38 “sinfonia di Praga”, del 1786. Pezzo quantomai teatrale, contemporaneo infatti del trittico delle opere su testi di Da Ponte, che tanti apprezzamenti stavano ottenendo nella capitale boema. L’interpretazione non ci è parsa, purtroppo, perfettamente a fuoco. 4 contrabbassi, 6 violoncelli e 8 viole congiunti al raddoppio di corni, trombe, oboi e fagotti, appesantendo i bassi e scandendo i ritmi con il suono di timpani assai secchi, ci hanno fatto piombare in una faticosa stagnazione inerziale. Il suono, mancando di vivacità e di tridimensionalità, snervava le linee musicali relegandole ad una sfuocata, seppur rumorosa, piattezza. Arrancando si è tagliato il traguardo con gli immancabili applausi finali. Il pubblico abbondante, da tutto esaurito, era costituito sicuramente anche da molti neofiti, visti gli applausi fuori ordinanza a fine movimento, da cui gli abituali frequentatori dell’Auditorium RAI sanno astenersi. Il gigantesco Poema Sinfonico “Vita d’Eroe” op.40 di Richard Strauss, seconda parte della serata, grazie a tutt’altra ottica direttoriale, più consona al contesto, ha avuto un esito assolutamente positivo. L’esecuzione è stata preceduta da una coinvolgente presentazione, dal podio, da parte dello stesso direttore Andrés Orozco-Estrada, che vanta pure una recente nomina a Principale Conduttore dell’Orchestra sinfonica nazionale RAI. Microfono alla mano, in un ottimo italiano screziato dal nativo accento colombiano, ha illustrato la “trama” del poema. L’esposizione è stata corredata dall’esecuzione, da parte di alcuni dei primi leggii dell’orchestra, dei temi musicali identificanti situazioni e personaggi così da renderli riconoscibili nel corso dell’esecuzione complessiva. Credo si debba apprezzare, senza riserve, l’iniziativa. Finora si è fatto ben poco per istruire ed invogliare il potenziale neo-pubblico giovanile a frequentare le serate di classica, per cui, indipendentemente dagli esiti ottenuti, crediamo si debba comunque valutare positivamente e ringraziare per la nuova intrapresa sperando in ulteriori reiterazioni. Si è passati poi alla musica: il direttore, senza remore e senza tema di cadere in una tronfia esibizione muscolare, fa dispiegare all’OSN RAI al completo, un gran bel suono, potente e vibrante che, al giusto, si attenua e si intenerisce quando rappresenta i rapporti tra l’Eroe e la sua compagna, senza temere  le insidie di un romanticismo troppo mieloso. Allo stesso modo, ha salda la barra di un dignitoso virile patetismo nell’illustrare il finale smarrirsi delle forze e della volontà del protagonista. Magniloquenza, retorica smodata, romanticismo e patetismo di maniera sono sicuramente presenti, essendo il sale, ma pure il tossico, dei poemi sinfonici tardoromantici; l’entusiasmo di Orozco-Estrada, con la superiore valentia dell’OSN RAI, sanno comunque convertirle in un menù di portate entusiasmanti e ben digeribili. La prestazione dell’orchestra, come da tempo è fortunata consuetudine, risulta infatti superlativa e appassionante fino a coinvolgere inesorabilmente anche chi non ami specificamente questo tipo di musica. Da citazione obbligatoria sia il primo violino della serata, Alessandro Milani, che, per lunghi tratti, da solista, funge da Compagna dell’Eroe e il primo corno, Francesco Mattioli, ardita punta di diamante della fanfara degli otto corni che gran parte hanno della partitura e della resa sonora. Orozco-Estrada, con un elegantissimo outlook personale, mobilissimo sul podio, twista instancabilmente il torso, mulina le braccia e con mani danzanti, senza bacchetta, modella suono e sentimenti. Pare poi di indovinare atteggiamenti molto cordiali e comunicativi con l’orchestra, non mancando mai il sorriso dalle sue labbra. Scroscianti, abbondanti e prolungati gli applausi, qui opportunissimi, dell’entusiasta numeroso pubblico torinese.