“Caprice péruvien” (versione per orchestra di Constant Lambert): RTÉ Sinfonietta, David Lloyd-Jones (direttore). Registrazione: O’Reilly Hall, Dublino, 10 gennaio 1992; “La carosse du Saint-Sacrement”, opera in un atto su testo di Prosper Merimée, versione inglese di Adam Pollock : Ian Caddy (Basso-baritono), Alexander Oliver (Tenore), Cynthia Buchan (Mezzo-soprano), John Winfield (Tenore), Thomas Lawlor (Basso-baritono), Anthony Smith (Baritono). BBC Scottish Symphony Orchestra, Nicholas Cleobury (direttore).Registrazione: BBC Studio 1, Glasgow, 16 agosto 1983. 1 CD Naxos 8.660510
Gerald Hugh Tyrwhitt-Wilson (1883 – 1950) quattordicesimo barone di Berners è una tipica figura dell’alta società britannica a cavallo dei due secoli. Rampollo di una ricca famiglia aristocratica, ottima educazione, sguardo aperto e curioso sul mondo, esteta per modo e per vocazione, dilettante di talento in musica, nelle arti e nelle lettere. Lord Berners – nome con cui era generalmente noto – si è mosso con disinvoltura nella società galante delle belle-époque come in quella degli anni Venti, affascinato dall’Italia e molto attivo sulla scena parigina tra le due guerre.
Giunto nella penisola durante il primo conflitto mondiale come addetta dell’ambasciata britannica a Roma proprio nella penisola perfezionò gli studi musicali e negli anni romani compose molte delle sue musiche anche se eseguite dopo il termine del conflitto. Gli anni Venti e Trenta lo vedono attivo tra Parigi e l’Italia dove sviluppa un atteggiamento decisamente ambiguo – per non dire di autentico fiancheggiamento – nei confronti del regime fascista anche per influenza con Lady Diana Mitford-Mosley bellissima e spregiudicata aristocratica britannica tra le animatrici più attive dei circoli nazi-fascisti oltre Manica. Nonostante l’ambiguità politica Lord Berners riuscì a superare senza troppi intoppi gli anni della Seconda guerra mondiale mantenendo il proprio ruolo di originale dandy – viaggiava su una Rolls Royce su cui aveva fatto istallare un clavicordo ripiegabile – fine alla morte avvenuta nel 1950.
La sua produzione musicale appare sostanzialmente ecclettica. A una prima fase segnata da suggestioni maggiormente avanguardistiche segue negli anni Venti un ritorno all’ordine – comune a molta parte della cultura europea post-bellica – con opere sinfoniche e da camera, balletti e colonne sono per film. Tra i rari impegni nel teatro musicale va ascritta l’operina in un atto “La carosse du Saint-Sacrement” composta nel 1917 ma eseguita la prima volta a Parigi nel 1924 sotto la guida di Anserment. Tratta dallo stesso testo di Prosper Merimée da cui Offenbach aveva tratto – con ben alta ispirazione musicale – la sua “La Périchole” – arriva ora su disco in traduzione inglese grazie a una registrazione eseguita presso gli studi BBC di Glasgow nel 1983.
La traduzione inglese cambia non poco il tono generale della composizione privandola un po’ di brillantezza e deviandola verso toni quasi da teatro di prosa. Un taglio però non completamente improprio se consideriamo che la scrittura tende a un’impostazione declamatoria e dialogica mentre mancano momenti di maggior espansione lirica. La scrittura orchestrale è tradizionale pur con qualche concessione a dissonanze derivate dalle avanguardie del tempo e arricchita da tocchi folklorici di gusto spagnoleggiante per evocare l’ambientazione peruviana. Bisogna riconoscere che al solo ascolto l’opera soffre non poco della mancanza di un maggior senso melodico e una registrazione video avrebbe permesso di goderne meglio il carattere prettamente teatrale.
Nicholas Cleobury alla guida della BBC Scottish Symphony Orchestra offre una lettura brillante e ben ponderata, attenta alla scrittura orchestrale e dallo spiccato passo teatrale. La compagnia di canto – purtroppo il booklet non fornisce la corrispondenza tra interpreti e ruoli che si è quindi provata a ricostruire in modo autonomo – è fornata da un gruppo di cantanti attori accomunati dall’ottima dizione e dal taglio espressivo d’insieme. Il risultato è decisamente molto britannico e se la leggerezza francese latita assai si riconosce una recitazione ironica e disincantata quasi da commedia di Wilde.
Ottimo Ian Caddy baritono dall’ottima presenza vocale e dal fraseggio ricco e puntuale. Cynthia Buchan non ha forse il fascino vocale della primadonna ma è interprete sensibile e intelligente e tratteggia un personaggio di forte ironia, Alexander Oliver è il classico tenore inglese dal timbro biancastro ma agile e musicalmente molto corretto. Completano il cast John Winfield, Thomas Lawlor e Anthony Smith. Resta l’impressione di un titolo dove il collettivo conti più delle prestazioni individuali e bisogna riconosce che quella qui presente è una compagnia perfettamente affiatata.
“Caprice Péruvien” – qui eseguito dalla RTÉ Sinfonietta sotto la guida di David Lloyd-Jones – è una sorta di fantasia su temi dell’opera qui presentata nella versione per orchestra di Constant Lambert. La freschezza melodica e la brillantezza d’insieme rendono l’ascolto assai piacevole e ben più convincente rispetto al lavoro di provenienza in quanto si concentrano solo i momenti musicalmente migliori e non viene a mancare quella componente teatrale essenziale nell’opera ma immediatamente persa nella sola registrazione discografica.