Roma, Teatro Sistina
“MATILDA: IL MUSICAL”
di Roald Dahl
Musiche e Liriche: Tim Minchin
Testo: Dennis Kelly
adattamento e regia Massimo Romeo Piparo
Con Luca Word, Giulia Chiovelli, Pozzolis Family, Giulia Fabbri, Elena Mancuso
“I bambini non sono seri come gli adulti, e ridono volentieri.” (Roald Dahl, Matilde)
Roma, 07 Dicembre 2023
La storia di Matilda si sviluppa attraverso diverse tappe significative. Inizia come un romanzo, uno dei capolavori più noti di Roald Dahl, noto in originale come “Matilde”. Successivamente, nel 1996, il racconto prende vita sul grande schermo attraverso un adattamento cinematografico che diventa uno dei film di culto più emblematici per il pubblico giovanile degli anni Novanta. La narrazione prosegue con una trasformazione ulteriore, manifestandosi in forma di musical e debuttando in modo trionfale alla Royal Shakespeare Company nel 2010. L’adattamento teatrale è frutto del lavoro di Dennis Kelly, autore del libretto, e delle brillanti composizioni musicali e testi di Tim Minchin, rinomato attore, comico e musicista. Questa collaborazione si traduce in un successo che culmina con prestigiosi riconoscimenti, tra cui gli Oliver Award nel 2012 e i Tony Award nel 2013. Il passo successivo era inevitabile e si concretizza nel dicembre 2022 con l’uscita su Netflix del film “Matilda The Musical” di Roald Dahl. L’adattamento porta sullo schermo lo spettacolo che ha incantato gli spettatori di tutto il mondo, rendendolo accessibile a un pubblico più ampio attraverso la piattaforma di streaming. L’Italia è particolarmente fortunata, poiché accoglie per la prima volta il tanto atteso “Matilda il Musical” di Massimo Romeo Piparo, al Teatro Sistina. La trama segue le vicende di Matilda, una bambina straordinaria nata in circostanze difficili, dotata di intelligenza, curiosità e determinazione. Nonostante le avversità imposte dai genitori e da una scuola oppressiva guidata dalla temuta Signorina Trinciabue, Matilda trova sostegno nella sua insegnante preferita, la Signorina Dolcemiele. La piccola eroina si trasforma in una sorta di giustiziera, decisa a cambiare la sua vita e quella dei suoi coetanei, armata di irriverenza, amore per la conoscenza, coraggio e fiducia in se stessa. Le conseguenze per gli adulti che hanno sottovalutato il potenziale di Matilda saranno sconvolgenti, superando di gran lunga le loro immaginazioni. Nel contesto di Matilda, la dimensione musicale emerge come elemento dominante, con le note di Christopher Nightingale e Tim Minchin che si fondono in modo impeccabile con le coreografie, le scenografie e gli splendidi costumi. Questa sinergia crea un’esperienza sensoriale coinvolgente. Seguire Matilda nel suo percorso di lotta per la dignità e la libertà, sia all’interno delle mura domestiche che nella Crunchem Hall, diventa un affascinante balletto, ricco di dinamismo, ironia, grottesco e fantasia. L’idea registica di Piparo si distingue per la sua coerenza, esperienza ed armonia, valorizzando il cromatismo e le performance attoriali individuali e quelle canore sopratutto corali e danzate. Il risultato è un musical sfavillante, intriso di affetto per i suoi protagonisti, indipendentemente dalla loro natura benevola o malvagia. Sebbene la traduzione del testo musicale in italiano possa non sempre brillare per armonia e morbidezza di suono ed alle volte faccia fatica a rimanere salda nella tessitura dello spartito, la presenza della musica dal vivo dona agli eventi scenici un tocco di vivacità e tridimensionalità. Le scene e i costumi, ricchi e tecnicamente raffinati, contribuiscono a un’impostazione complessiva dinamica e scorrevole. Questo musical non si discosta sostanzialmente dall’impianto del medesimo spettacolo fuori dall’ Italia, suggerendo che, in presenza di un funzionamento brillante, non sempre sono necessarie scelte innovative. Il musical in questione rappresenta una fedele riproposizione dell’opera originale, con alcune modifiche nel testo e l’introduzione di nuovi personaggi, presentati con varie sfumature. Nel complesso, l’adattamento riesce a mantenere l’efficacia dell’originale, dimostrando che non sempre è necessario apportare significative modifiche per renderlo accessibile al pubblico italiano affermando che la forza di un’opera può risiedere nella sua autenticità anche in contesti culturali diversi senza quelle “italianizzazioni” che risuonano spesso assai provinciali. Giulia Chiovelli (Matilda) si distingue per una notevole sicurezza e una straordinaria presenza scenica. Il suo approccio coraggioso e talentuoso, ben al di là delle doti vocali e recitative, conferisce un’energia unica all’esibizione di questa giovane artista. Luca Word (Direttrice Trinciabue) emerge come il fulcro indiscusso della serata. La sua interpretazione en travesti non solo riesce a rendere amabile un personaggio intrinsecamente subdolo e crudele, ma trasmette anche un’incredibile forza scenica. La sua presenza fisica, accentuata da un travestimento tanto divertente quanto sproporzionato, è sorretta da piccoli gesti e espressioni mimiche che instaurano una comunicazione vibrante con il pubblico. La sua voce, modulata tra ghigni e sospiri, raggiunge vette notevoli, culminando in potenti esibizioni canore che lasciano il pubblico disarmato. Giulia Fabbri, nella sua vivace interpretazione teatrale e, soprattutto, nella straordinaria veste di interprete musicale della Signorina Dolcemiele, si distingue come una talentuosa artista. La giovane interprete gode della fortuna di affrontare parti particolarmente cantabili, che mettono in risalto le sue notevoli capacità vocali: musicalità e controllo del fiato. Se in alcuni momenti l’emozione può averla spinta a spingere il suono con troppa enfasi , la sua abilità e la sua tecnica vocale sono evidenti, conferendo un indiscutibile valore alla sua esibizione. I Pozzolis Family, dotati di una recitazione affidabile e, forse in misura minore, vocalmente apprezzabile, si distinguono come intrattenitori di grande bravura. Bene anche Elena Mancuso (Signorina Phelps). Tuttavia, un plauso straordinario è riservato ai giovani dell’Accademia Il Sistina. Questi talentuosi interpreti hanno saputo animare il palcoscenico con entusiasmo, talento e una notevole professionalità, contribuendo in modo significativo alla riuscita complessiva dello spettacolo. Ma cosa ci rimane di questo racconto al calare del sipario? Indipendentemente da giudizi esterni o dall’assenza di figure usualmente designante quali genitori o mentori, abbiamo il dovere di intravedere in noi stessi una preziosità che merita affetto. Questa manifestazione di affetto può provenire tanto da nuove amicizie quanto da insegnanti sensibili al riconoscimento del nostro valore. Tale consapevolezza è alimentata dalla potenza di narratività intramontabili, capaci di illuminare la complessità della nostra esistenza e celebrare la nostra singolare unicità. Gli scroscianti applausi, le espressioni estatiche dei più piccoli e degli adulti in visibilio sono testimonianza unanime del successo trionfante del musical.