Roma, Teatro Quirino Vittorio Gassman
Stagione 2023 2024
L’ANATRA ALL’ ARANCIA
di W. D. Home e M. G. Sauvajon
con Emilio Solfrizzi, Carlotta Natoli, Beatrice Schiaffino, Antonella Piccolo e Ruben Rigillo
regia Claudio Greg Gregori
scene Fabiana Di Marco
costumi Alessandra Benaduce
disegno luci Massimo Gresa
Roma, 22 Dicembre 2023
Al Teatro Quirino Vittorio Gassman di Roma, prende vita la scintillante commedia “L’anatra all’arancia,” inaugurando con leggerezza e spirito ironico l’arrivo delle festività. La pièce, originariamente concepita nei primi anni Settanta dal talentuoso autore scozzese Williams Douglas Home, ha successivamente subito una sapiente trasformazione ad opera del celebre drammaturgo francese Marc Gilbert Sauvajon. Nel 1973, Alberto Lionello e Valeria Valeri incarnarono con maestria i ruoli protagonisti in un allestimento italiano che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia teatrale nazionale. A conferma della sua risonanza, due anni dopo, Luciano Salce dirigerà la celebre versione cinematografica, impreziosita dalla magistrale interpretazione di Ugo Tognazzi e Monica Vitti. Elevandosi a status di spettacolo cult nel panorama del teatro comico, “L’anatra all’arancia” si configura come un titolo emblematico di quella drammaturgia capace di elicere comicità con eleganza, sfruttando con raffinatezza e abilità la macchina teatrale. L’opera, oggi riproposta in una moderna edizione, si avvale di un cast di primissimo piano. La trama si snoda attorno a Gilberto e Lisa Ferrari, coniugi che festeggiano il loro venticinquesimo anniversario di matrimonio. Al di là della monotonia quotidiana, la loro relazione è sottoposta a una crisi generata dalla personalità di Gilberto, caratterizzato da egoismo, egocentrismo e propensione al tradimento. Vittima della sua natura di pagliaccio, rischia di stancare coloro che gli sono vicini. In preda all’esasperazione, Lisa si innamora del conte Francesco Maria Serravalle Scrivia, un nobile francese di animo nobile e sognatore romantico che ha scelto di trascorrere la sua vita a Milano. Gilberto, consapevole della minaccia, elabora una strategia di contrattacco organizzando un weekend a quattro. Lisa e il suo amante condivideranno l’esperienza con lui e la seducente segretaria Patrizia, detta Patty Pat, un mix di sciocchezza e genialità. Il tutto si sviluppa sotto lo sguardo sempre più sbigottito di una cameriera, Teresina, figura dal sapore Čechoviano destinata a rivelarsi il deus ex machina della storia. Lo spettacolo, frutto della coproduzione tra lo Stabile Veronese e la Compagnia Moliere, vede come protagonisti Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli. Alla regia, Claudio Greg Gregori, dimostra una sensibilità perfettamente calibrata rispetto allo svolgimento della trama, senza introdurre stravolgimenti indebiti nella drammaturgia. Le scene di Fabiana Di Marco, caratterizzate da una struttura tradizionale impeccabile, non necessitano di artifici ingegnosi poichè il testo e la maestria degli attori svolgono già in modo eccellente il loro lavoro riempiendo totalmente il palcoscenico. I personaggi si muovono gelidi ed eleganti su una scacchiera irta di trabocchetti ed ecco che grandi pezzi della scacchiera sono appunto sparsi in scena a ricordare i macchinosi giochi del dramma. Indubbiamente, le scenografie si rivelano impeccabili nella loro pulizia, eleganza e funzionalità, conferendo al contesto un’ampia prospettiva resa ancor più suggestiva dal raffinato disegno luci di Massimo Gresia. I costumi curati con precisione da Alessandra Benaduce si distinguono per la loro bellezza e cura nei dettagli. La scelta accurata dei colori e dei materiali si armonizza con la palette dominante in scena, contribuendo a riflettere e sottolineare i temperamenti dei personaggi rappresentati. Il testo, nella sua versione “italianizzata,” si dimostra funzionale e aggiornato senza forzature e scorre con agilità. Gli attori si distinguono per la loro abilità e predisposizione, riuscendo con facilità a suscitare applausi e sorrisi da parte del pubblico. Il ruolo di mattatore della serata e capocomico è magistralmente interpretato da Emilio Solfrizzi che si conferma attore e showman di grande talento. Dotato di un talento comico innato, dimostra una mimica e una capacità di empatia e coinvolgimento straordinari, senza alcuna apparente fatica o artificio. Accanto a lui, Carlotta Natoli, seppur a tratti generica e talvolta in difficoltà nel tenere il passo con Solfrizzi, offre una prestazione di buon livello, grazie alla sua attitudine ed al buon controllo recitativo. Mostra da parte sua un’eccezionale abilità di fungere da spalla al suo istrionico partner e ci riesce sempre con modestia e una profonda complicità. Ruben Rigillo, nel ruolo dell’antagonista, il nobile amante, imprime al personaggio una recitazione giustamente sorvegliata e compassata, offrendo una credibile prestazione. Funzionale anche l’interpretazione di Beatrice Schiaffino, che, dotata di un fisico ideale per il ruolo, riesce a essere simpatica, precisa, abbastanza varia negli accenti e nel complesso correttamente caratterizzata. Antonella Piccolo, nei suoi brevi interventi, offre una recitazione puntuale. Lo spettacolo si sviluppa in modo piacevole e ritmato, anche se talvolta avrebbe potuto beneficiare di qualche taglio per alleggerire alcune parti dialogate non troppo necessarie. Con un teatro gremito, l’atmosfera è stata pervasa da risate e applausi scroscianti per tutti. Qui per le altre date.