L’Avvento è un periodo di penitenza ma, alla prima domenica si collega l’apertura dell’anno liturgico, quindi, al contrario di quanto avviene nelle tre domeniche successive, questa ricorrenza deve essere solennizzata. Per la prima domenica di Avvento Bach ha scritto tre cantate, due delle quali la nr. 61 e la nr. 62, iniziano con il medesimo testo: la prima strofa del Corale “Nun komm, der Heiden Heiland” (“Vieni ora, Salvatore dei pagani) che Lutero aveva liberamente tratto dal antico inno “Veni Redentor gentium”. L’episodio evangelico previsto per la circostanza è l’entrata di Cristo a Gerusalemme, narrato da Matteo al capo XXI versetti 1-9. “Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte: subito troverete un’asina legata e con essa un puledro. Scioglieteli e conduceteli a me.Se qualcuno poi vi dirà qualche cosa, risponderete: Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà subito».Ora questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta:“Dite alla figlia di Sion: Ecco, il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma. I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù:condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere.La folla numerosissima stese i suoi mantelli sulla strada mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla via.La folla che andava innanzi e quella che veniva dietro, gridava: Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli”. La Cantata BWV 62 eseguita a Lipsia il 3 dicembre 1724 si apre con un affascinante e brillante introduzione orchestrale che conduce al Coro (Nr.1) costruito sulla melodia del Corale luterano, inframmezzato dal ripetersi di ritornelli. La prima aria solista (Nr.2), nella forma tripartita è affdata alla voce del tenore. Una luminosa pagina che vuole anticipare la gioia della venuta di Cristo. Una pagina che contrasta con quella cantata del basso (Nr.4), sempre tripartita (preceduta da un recitativo, nr.3). Una pagina fortemente teatrale, dal furore battagliero, che traduce in musica quanto espresso dal testo. La parte strumentale enfatizza la linea di canto virtuosistica. Segue un recitativo (Nr.5), che si piega a melodioso arioso-duetto tra il soprano e il contralto. La cantata si chiude con semplice Corale (Nr.6).
Nr.1 – Coro
Vieni, Redentore dei pagani,
Riconosciuto figlio della Vergine,
Per il quale tutto il mondo si stupisce,
Che Dio gli abbia destinato tale nascita.
Nr.2 – Aria (Tenore)
Ammirate, o genti, questo grande mistero:
L’Altissimo Signore si manifesta al mondo.
Qui vengono svelati i tesori del cielo,
Qui ci viene offerta una manna divina,
O miracolo! La purezza non viene macchiata.
Nr.3 – Recitativo (Basso)
E’ dalla gloria e dal trono di Dio
Che discende il Suo figlio unigenito.
L’eroe di Giuda arriva
Per seguire con gioia il Suo cammino
E riscattare noi che siamo caduti.
O chiaro fulgore, o mirabile segno di grazia!
Nr.4 – Aria (Basso)
Combatti e vinci, valoroso eroe!
Sii forte per noi nella carne!
Sia Tua premura
Di renderci forti,
Noi che siamo deboli!
Nr.5 – Recitativo (Soprano, Contralto)
Rendiamo onore a questa gloria
E ci accostiamo alla Tua greppia
celebrando con labbra gioiose
Ciò che hai preparato per noi;
Le tenebre non ci confondono
Poichè abbiamo contemplato
La Tua luce senza fine.
Nr.6 – Corale
Sia lode a Dio, il Padre,
Sia lode a Dio, il suo unico figlio,
Sia lode a Dio, lo Spirito Santo,
Sempre e per l’eternità!
Traduzione Alberto Lazzari