Roma, Teatro Parioli
TAXI A DUE PIAZZE
di Ray Cooney
Regia Chiara Noschese
con Barbara D’Urso, Rosalia Porcaro, Franco Oppini
e con Giampaolo Gambi, Barbara Terrinoni , Antonio Rampino , Nico Di
Crescenzo
Versione italiana di Gianluca Ramazzotti
Produzione Enfi Teatro di Michele Gentile
Roma,26 Dicembre 2023
Il tanto atteso spettacolo “Taxi a Due Piazze” al Teatro Parioli di Roma si presenta come il fiore all’occhiello delle festività in corso. La fervente curiosità del pubblico circonda questa brillante rappresentazione, una rivisitazione divertente dell’opera di Ray Cooney ad opera di Gianluca Ramazzotti, il quale ha sapientemente posto al centro della trama due affascinanti figure femminili. Tale scelta, inevitabilmente, conferisce una prospettiva nuova e affascinante rispetto all’originale, seppur mantenendo intatta la sua morale. Per gli amanti delle intricate trame comiche, ricche di equivoci che si susseguono in una catena di eventi scomposti, questa commedia si presenta come un imprescindibile appuntamento. Giulia Rossi (Barbara D’Urso) è una tassista. Ha subito una rapina e il marito Mario (Franco Oppini) è ragionevolmente preoccupato dal suo ritardo nel rientro a casa. In effetti, se c’è una cosa su cui Giulia non sbaglia mai è la puntualità che spacca il minuto quotidianamente. Mario, un naturista molto innamorato ma poco concreto, non è abbastanza scaltro da accorgersi che quella precisione di Giulia nasconde delle magagne. Anche il giorno della rapina, infatti, la moglie appare piuttosto strana: evita in tutti i modi di essere fotografata a casa sua dai giornalisti, è sfuggente e contraddittoria persino con il commissario di polizia che la deve interrogare. Il motivo? In ospedale ha dichiarato di abitare in un altro appartamento. Niente di strano, perché è davvero così: Giulia è bigama e questa volta deve confessare la verità almeno alla sua migliore amica, l’esuberante Stella (Rosalia Porcaro). Ecco così spiegato perché Giulia è sempre così attenta agli orari: si districa amabilmente tra i due uomini (l’altro è Gianpaolo Gambi) con i diversi turni del suo taxi. L’amica le regge il gioco ma, si sa, una bugia tira l’altra e così la frittata è presto fatta, in una serie di equivoci che lasceranno tutti all’oscuro della realtà, coinvolgendo inconsapevolmente ciascuno di loro. La regia di “Taxi a Due Piazze” è affidata alla guida di Chiara Noschese, dimostratasi abilissima nell’arte di gestire le due prime donne in scena e nel creare una perfetta integrazione con il versante maschile del cast. Il suo talento si manifesta in un amalgama senza soluzioni di continuità di energia, un elemento cruciale in ogni commedia degli equivoci. Il ritmo incalzante della rappresentazione vede le battute susseguirsi e sovrapporsi in modo abbastanza fluido , arricchito da un lieve “svecchiamento” del testo. Quest’ultimo intervento contribuisce a rendere lo spettacolo più accessibile anche a coloro che, sperabilmente pochi, non abbiano ancora familiarità con questa commedia teatrale, già portata in scena più volte nella sua formula originale. Forse sarebbe opportuno effettuare alcuni tagli al testo per conferire maggiore respiro, eliminando alcune parti un po’ artificiose e ridondanti. L’impianto scenografico si presenta in modo tradizionale, con ingressi e uscite strutturali, mentre al centro del palco trova posizione un divano. I colori dell’arredamento richiamano un’estetica degli anni ’80, in linea con una scenografia ben strutturata. Analogamente, i costumi, curati e più che dignitosi, si integrano armoniosamente con l’ambientazione generale dello spettacolo. La performance di Rosalia Porcaro aggiunge una vivacità tipicamente partenopea, spesso avvicinando lo spettacolo al calore della commedia napoletana. Emerge come una figura che va ben oltre il semplice ruolo di spalla, alternando con maestria e fulmineità le sue battute con la protagonista e riscuotendo applausi fragorosi dalla platea. Al contrario, la presenza della D’Urso non sempre si mostra totalmente convincente , talvolta disconnessa dalle battute. Tuttavia, la sua inclusione nel cast ha già di per sé compiuto il compito richiesto, con la recitazione che, tutto sommato, si rivela per lei non così essenziale. Le sue armi per conquistare il pubblico sono gli ammiccamenti giocosi, qualche citazione di sé stessa e, non da meno, una professionalità ed una disinvoltura che le va riconosciuta. Franco Oppini, veterano del palcoscenico, assume magistralmente la parte dell’affettuoso consorte, con uno spirito delicato che attinge a elementi quasi new age. La sua interpretazione incarna con talento la dimensione più “spirituale” della rappresentazione maschile, evidenziando una discreta credibilità in questo ruolo. Dall’altra parte, Gianpaolo Gambi offre la sua interpretazione nel ruolo del marito di Giulia, caratterizzato da un maschile più carnale e quasi narcisistico. Tuttavia, va notato che Gambi, pur dimostrando efficacia in certi momenti, tende a esagerare e a enfatizzare la recitazione in modo talvolta stucchevole. La trama si intreccia ulteriormente grazie alla presenza delle forze dell’ordine. Nel contesto narrativo, l’ispettrice di polizia del quartiere Prati (Barbara Terrinoni) e il maresciallo della stazione Aurelia (Antonio Rampino) rappresentano due pilastri unificanti. La Terrinoni si distingue per una recitazione decisa, a tratti incisiva sebbene talvolta eccessiva e sin troppo urlata, mentre Rampino brilla per la sua eccezionale gestione dei tempi e la varietà delle sfumature del timbro. Nico Di Crescenzo, il vicino di casa, apporta un elemento di leggerezza alla trama. La sua performance evoca uno stereotipo comune nelle commedie degli anni ’80, ritraendo una rappresentazione convenzionale dell’omosessualità. Tuttavia, l’abilità dell’attore nel suscitare il riso del pubblico sembra derivare più dal suo talento interpretativo che dalla scontata e banale stereotipizzazione richiesta in scena. La commedia, nel suo complesso, si distingue per leggerezza e semplicità di scrittura, consentendo al pubblico di rilassarsi e lasciarsi coinvolgere da una storia che si complica progressivamente, con bugie che si accumulano una dopo l’altra ma che sul finale si scioglie anche sin troppo rapidamente. Nulla di impegnativo, nulla di incredibilmente memorabile, ma indubbiamente spensierato – un elemento di non poco valore di questi tempi. Qui per tutte le date.