Roma, Teatro Sistina: “My Fair Lady” di A.J. Weissbard

Roma, Teatro Sistina Stagione 2023/ 2024
MY FAIR LADY
di Lerner e Loewe
Produzione di Enrico Griselli
con Serena Autieri e Ivan Castiglione
e con
Manlio Dovi’, Gianfranco Phino, Clara Galante, Luca Bacci
e la partecipazione straordinaria di Fioretta Mari
Libretto e liriche Alan Jay Lerner
Musiche Frederick Loewe
adattato da “PIGMALIONE” di George Bernard Shaw e dal film di Gabriel Pascal
Produzione originale di Moss Hart
Adattamento italiano di Vincenzo Incenzo
Regia di A.J. Weissbard
Roma, 03 Novembre 2023
Considerato uno dei capolavori del teatro musicale, “My Fair Lady” è un musical intramontabile. La sua attualità straordinaria deriva dalla trama avvincente, dalle emozioni che i personaggi riescono a trasmettere e dall’uso di un linguaggio universale (la musica) che arriva dritto al cuore del pubblico. Il 15 marzo 1956, “My Fair Lady” debutta a New York al Mark Hellinger Theatre, ottenendo un successo immediato con oltre 2.700 rappresentazioni. Nel 1958, viene messo in scena anche a Londra, con 2.281 repliche. In Italia, il musical viene presentato per la prima volta nel 1964, con protagonisti Gianrico Tedeschi e Delia Scala. Nel 1964, viene realizzata anche una versione cinematografica del musical, con Rex Harrison nel ruolo del Prof. Higgins e Audrey Hepburn come Eliza. “My Fair Lady” è una fiaba senza tempo che racconta la storia di Eliza Doolittle, una povera fioraia che, grazie all’aiuto del cinico Prof. Higgins, diventa una donna sofisticata dell’alta società. Il professore vince la sua scommessa, ma allo stesso tempo scopre il significato dell’amore. Il tema del musical è estremamente attuale: la “fair lady” è una Cenerentola moderna che cerca di riscattarsi socialmente, accettando il rischio di perdere la propria identità e le proprie radici culturali. Questa è una delle conseguenze della globalizzazione moderna, che tende ad annullare le diversità e livellare gli individui. Eliza Doolittle, la protagonista di “My Fair Lady”, rappresenta i sogni e i desideri delle donne (speriamo non di oggi) che cercano un uomo colto, bello, ricco e affascinante. Gli uomini del musical, invece, sono cinici e incapaci di amare: il Prof. Higgins è uno scapolo misogino e Alfred Doolittle, il padre di Eliza, è un personaggio scontroso e spietato. Tuttavia, anche loro scoprono la dolcezza dei sentimenti e si trasformano. Il riscatto sociale e la conoscenza della propria lingua e cultura sono gli strumenti per il riscatto sociale. Se tutta la trama  vibra di retorica e di vecchi stereotipi di genere, perché comunque piace così tanto? Probabilmente perché esiste latente il desiderio che il destino di ognuno di noi possa magicamente cambiare da un giorno all’altro con un semplice atto di trasformazione. Ed è forse l’amore questa forza così dirompente? Serena Autieri si distingue come una performer completa e coinvolgente. In un connubio magico, sia fisico che emotivo, interpreta Eliza Doolittle, la povera fioraia che conquista il cuore del severo professor Henry Higgins, interpretato da Ivan Castiglione.
Molto divertente e ben riuscito l’accento iniziale dell’Autieri: una specie di gramelot dialettale del centrosud. La prestazione vocale dell’artista peraltro è stata notevole e degna di nota, così come la sua recitazione. Ha dimostrato un controllo impeccabile e una naturalezza sorprendente nel proiettare la voce, palesando  una tecnica vocale solida e non comune, sebbene molto spesso il passaggio tra un emissione di canto “pop” a quello più propriamente “lirico” risultava  troppo netto e poco omogeneo. Ivan Castiglione è dotato di un talento più che evidente: i suoi tempi recitativi sono sempre impeccabili e possiede una notevole musicalità. Oltre al buon  timbro vocale, ha una predisposizione innata per questo genere di spettacoli e un atteggiamento perfetto per il ruolo. La disinvoltura ( a volte eccessiva) di Manlio Dovì (Colonnello Pickering) e la versatilità di Gianfranco Phino (Alfred Doolittle) si liberano in un meraviglioso affresco teatrale. La frizzante partecipazione di Fioretta Mari, nel ruolo esilarante e tagliente di Mrs. Higgins, impreziosisce ulteriormente il cast. Clara Galante e lo straordinario Luca Bacci (meriterebbe ruoli più visibili per le sue qualità) interpretano rispettivamente Mrs. Pearce e Freddy Hynsford-Hill. La direzione visionaria del rinomato regista internazionale A. J. Weissbard avvolge lo spettatore in una dimensione sospesa e frivola. Le scene dello spettacolo sono state realizzate in maniera straordinariamente creativa e sorprendente, donando all’intera produzione un’atmosfera magica e coinvolgente. I frequenti cambi di ambientazione, l’utilizzo di macchinari innovativi e la semplicità dei componenti fissi, pur nella loro chiarezza, hanno contribuito a rendere lo spettacolo facilmente comprensibile in termini di tempo e spazio. Le luci purtroppo non sono state precise e probabilmente sarebbero da rivedere in toto . Il nuovo adattamento teatrale, curato da Vincenzo Incenzo, si distingue per le sue doti liriche e drammaturgiche, offrendo una profonda trasposizione linguistica che magnifica il significato e il suono originali dell’opera . L’adattamento fa un sottile omaggio all’originale in inglese, arricchendolo spesso con grande sensibilità . Tuttavia, non tutti hanno apprezzato il cambio di testo del brano noto “La Rana in Spagna gracida in campagna”, che ha deluso quasi l’intera platea in attesa. La seconda parte dello spettacolo è risultata meno fluida rispetto alla prima, causando alcune defezioni tra il pubblico a causa dell’orario tardivo . Potrebbe essere utile considerare qualche taglio o anticipare l’orario di recita per migliorare l’esperienza complessiva . Le coreografie, affidate alla fervida immaginazione e alla versatilità plastica del regista e coreografo Gianni Santucci, danno vita a un mondo classico e al contempo modernissimo. Le melodie dell’opera, autentiche gemme incastonate nella storia della musica, ci proiettano in un viaggio nei ricordi senza tempo. La direzione musicale, apprezzata nonostante una registrazione in diffusione, affidata alla poliedrica esperienza del Maestro Enzo Campagnoli, abbraccia le pietre miliari della storia di Broadway. La ricostruzione dei costumi, curata con grande attenzione e ricca di intuizioni, è opera della rinomata costumista Silvia FrattolilloIn un’epoca caratterizzata da contraddizioni e caos nelle relazioni umane, lo spettacolo invita alla riflessione, permettendo al pubblico di godersi la “leggerezza” della musica e l’illusione di un sogno. “Pensa a quello che stai cercando di realizzare… i più sublimi pensieri che hanno attraversato le menti umane, espressi nelle straordinarie, immaginifiche e musicali combinazioni di suoni della lingua inglese! E’ questo il premio che stai per conquistare, Eliza… e con la tua tenacia CI RIUSCIRAI”. (My Fair Lady). Grandi consensi ed applausi per tutti a fine recita.