Roma, Teatro Brancaccio: “Sister Act: il Musical”

Roma, Teatro Brancaccio, Stagione 2023 2024
SISTER ACT: IL MUSICAL
scritto da Cheri Steinkellner & Bill Steinkellner
testi di Glenn Slater

musiche di Alan Menken
Deloris ENCHILL GLORIA 
Madre Superiora TAVERNI FRANCESCA
Curtis VERZICCO GIUSEPPE
Monsignor O’Hara CIMAGLIA MASSIMO 
Eddie TARSI ROBERTO
Tj VASALLUCCIO SALVATORE 
Joey MICHELANGELO DE MARCO
Deniro CARULLI MASSIMILIANO

Suor Maria Roberta BELLA ELISA 
Suor Maria Patrizia LA TARGIA MARY
Suor Maria Lazzara, Regista Residente RUSSO ALETA

Suor Maria Teresa, Ensemble  ZORODDU LUCREZIA
Ensemble, Suor Maria Valeriana, Tina OLMI SERENA
Ensemble , Michelle TINO VANNA
Ensemble ASYA MARYA DASKALOVA
Ensemble IACCINO IUNA
Ensemble LAGRASTA ANNA
Ensemble, Cover Deloris GIOVANNA D’ANGI
Ensemble Swig FRANCIA MATTEO
Ensemble GRASSO GIANMARCO
Ensemble BONAFINI DAVIDE
Ensemble Swig VISCA GIORGIA
Ensemble Swig, Ernie, Capoballetto TOGNOCCHI RENATO 
coreografie Nadia Scherani

direzione musicale Andrea Calandrini
supervisione musicale Simone Manfredini

scene Lele Moreschi
costumi Ivan Stefanutti

disegno luci Francesco Vignati
disegno fonico Armando Vertullo

traduzione e adattamento e versi italiani Franco Travaglio
produzione Stage Entertainment Matteo Forte & Dan Hinde
Regia di Chiara Noschese
Roma, 14 Novembre 2023
“Deloris Van Cartier : Perché, sa, io, io di voi ho sempre, ho sempre parlato bene, ho sempre avuto ammirazione per voi, per voi suore, voi siete così cattoliche! Voi siete sposate con il “Pezzo Grosso”, con il Salvatore, siete tutte sue mogli, è una cosa meravigliosa.” (Sister Act, Il Film)
Sister Act è un musical con libretto di Cheri e Bill Steinkellner, testi di Glenn Slater e musiche di Alan Menken ed è basato sull’omonimo film cult del 1992 con Whoopi Goldberg. Nel 2011 ha ottenuto 5 nominations ai Tony Awards tra cui “Miglior Musical”. L’adattamento teatrale di “Sister Act”, a differenza del film che ha come protagonista l’incredibile Whoopi Goldberg, si svolge a Philadelphia nella seconda metà degli anni ’70. La storia ruota attorno a Deloris Van Cartier, una cantante di night club che, suo malgrado, diventa testimone di un omicidio. Per garantire la sua sicurezza durante il processo contro il criminale di cui era amante, la polizia decide di nasconderla in un convento, sotto l’identità falsa di suor Maria Claretta. Deloris porta un nuovo entusiasmo al convento, trasformando il coro delle suore e dimostrando che la musica può unire anche i cuori più distanti. Sister Act, che mette a confronto la malavita con la fede religiosa, è un musical che esplora temi di redenzione, sorellanza, comunità, sogni, accettazione, onestà, vocazione e tolleranza. La regia del “nuovo” allestimento del musical “Sister Act”, con la supervisione musicale di Simone Manfredini, è affidata a Chiara Noschese, che ha saputo portare sul palcoscenico una versione emozionante e coinvolgente. Nonostante alcune forzature nell’adattamento al testo in lingua italiana, curato da Franco Travaglio, lo spettacolo nel complesso è riuscito a mantenere la bellezza e la coerenza narrativa, anche se in una versione un po’ più sobria e meno sfavillante rispetto alle precedenti. Le coreografie di Nadia Scherani si distinguono per la loro precisione e geometria, mettendo in risalto le danze di gruppo. Tuttavia, bisogna notare che a volte la qualità dell’aspetto recitativo dei vari interpreti non risulta costante. Trascinanti le musiche di Alan Menken, che ha preso ispirazione dalla disco-music degli anni Settanta. I costumi di Ivan Stefanutti sono un trionfo di colori e ben curati per taglio, materiali e dettagli, mentre Lele Moreschi ha creato scenografie maestose che mettono in risalto la bellezza delle rose finestre e di altri elementi di sfondo visivamente accattivanti. Questa combinazione unica tra l’estetica gotica e l’energia degli anni ’70 contribuisce a creare un’ambientazione coinvolgente e straordinaria per lo spettacolo. Le scenografie in un musical svolgono un ruolo cruciale, sia per creare un’impressione di grandiosità che per essere funzionali ai rapidi cambi di scena. Di conseguenza, sono spesso adottate tecniche di presentazione veloci e fluide. Anche in questo spettacolo, si seguono gli stessi principi, enfatizzando l’importanza di un design ed un tecnicismo innovativo ed efficiente. Francesco Vignati, si distingue per la sua abilità nel creare un’esperienza visiva intensa e coinvolgente. Le sue luci, estremamente presenti, vanno oltre il semplice compito di evidenziare i colori dei costumi, ma riescono a assorbirne le armonie cromatiche, enfatizzando così la scena con intensità quasi abbaglianti. I colori si mescolano e si fondono, mentre le luci bianche, impeccabilmente pulite, si ergono come lame taglienti, mirate a farsi spazio tra le miriadi di sfumature presenti sullo sfondo. L’insieme di stratificazioni e movimenti che Vignati realizza è semplicemente affascinante, creando un’orchestra visiva che cattura l’attenzione del pubblico e ne esalta l’esperienza. Nonostante un inizio forse un po’ più prudente, Enchill Gloria ha regalato al pubblico un’interpretazione raffinata nel ruolo di Deloris, conferendo alla performance un’attrattiva avvincente e mettendo in mostra un talento vocale indiscutibile. La sua presenza scenica disinvolta ha infuso al personaggio di Deloris una vitalità, un’energia e una determinazione straordinarie, catturando in modo impeccabile la sua metamorfosi da cantante di night club a suora in fuga. Enchill ha dimostrato una solida tecnica, evidenziando un notevole controllo vocale, soprattutto nei registri più acuti, e conferendo ad ogni brano un appassionato vigore. La componente recitativa mantiene un tono piuttosto elementare e pur essendo indubbiamente funzionale, non raggiunge l’impatto vibrante della sua esecuzione canora e crea momenti leggermente dissonanti tra i due aspetti della performance. Giuseppe Verzicco (Curtis Jackson), piace al pubblico, nonostante sia leggermente penalizzato da un look e uno stile “criminale (italiano) anni Settanta” fin troppo stereotipato e da assoli meno brillanti per partitura.
La simpatia di Roberto Tarsi, con i suoi irresistibili accenti soul , rende l’interpretazione di Eddie “Umidino” degna di un applauso a scena aperta. Francesca Taverni si distingue come una Madre Superiora straordinaria, dimostrando una padronanza indiscussa delle numerose sfumature interpretative come autorevolezza, ironia, attribuibili a un ruolo “consacrato”. Infine, la verve e l’ironia spassosa rimangono le caratteristiche fondamentali del Monsignore , interpretato con stile e disinvoltura ammiccante da Massimo Cimaglia. Non da meno il resto del cast. Applausi fragorosi e scene di grande euforia hanno accolto calorosamente tutti gli interpreti sul palco, al termine dello spettacolo, consacrando “Sister Act” come uno dei musical più amati dal pubblico di tutti i tempi.